Non è facile scrivere qualcosa di nuovo riguardo a Einaudi. La storia è arcinota e echeggia attraverso un catalogo editariale che, oggi come ottant’anni fa, definire prestigioso è riduttivo. La cosa importante è che la casa editrice è stata fondata a Torino il 15 novembre 1933, da Giulio Einaudi, figlio di Luigi ma qui entriamo nel compilatorio. I collaboratori che negli anni si sono succeduti nella scelta e nella cura dei libri hanno nomi come Pavese, Calvino, Vittorini, Ginzburg, Pintor e tanto basti.
Quello che ci è venuto in mente, per celebrare questo anniversario e non cadere nel retorico, è di consigliare per ogni decade di esistenza di Einaudi Editore una o due letture, spesso, in realtà, impossibili o molto difficili da reperire. Non c’è una vera e propria linea di scelta, ogni tanto siamo incappati in titoli universalmente importanti, altri volte ci siamo lasciati guidare dall’affetto che, come chiunque ami la letteratura in Italia, proviamo verso chi ci ha cresciuti.
La casa editrice è presa di mira dal regime fascista per le sue manifeste simpatie politiche e per avere più volte preso posizione contro la dittatura. Giulio Einaudi è mandato al confino. Nel 1934 viene rilevata la storica rivista La Cultura, dalla quale viene mutuato lo struzzo presente ancora oggi nello stemma, mentre nel 1938 viene pubblicato il volume Miti e paradossi della giustizia tributaria di Luigi Einaudi.
Dopo la guerra vengono pubblicate le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, un testo fondamentale per la politica della Repubblica. Ma la cosa che a noi piace di più degli anni ’40 è la pubblicazione della prima edizione italiane dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, tradotta dall’inglese da Fernanda Pivano (se volete se ne trova una copia su eBay, costa solo 180€).
La casa editrice comincia a formare l’impronta internazionale che oggi conosciamo, viene pubblicata la raccolta Le meraviglie del possibile, antologia di fantascienza curata da Sergio Solmi e Carlo Lucentini, mentre Franco Fruttero traduce per la prima volta La biblioteca di Babele di Luis Borges, successivamente passato alla storia col titolo di Finzioni.
Nel 1961 viene ripubblicato nei Supercoralli Il giovane Holden di J.D. Salinger (era uscito nel 1952 con il titolo Vita da uomo per Casini) con una copertina non gradita all’autore, questa prima edizione viene presto ritirata e sostituita con la copertina che ancora oggi conosciamo: completamente bianca.
Viene pubblicato nel 1979 Se una notte di inverno un viaggiatore di Italo Calvino.
Nel 1983 esce Esercizi di stile di Raymond Queneau, tradotto (o è meglio dire adattato?) da Umberto Eco.
Per quanto riguarda gli anni novanta è stato difficile stabilire solo una lettura notevole, quindi ne abbiamo appuntate alcune che coprano un periodo di affermazioni più che rivelazioni. Tra i nostri autori preferiti ci sono Cormac McCarty, Paul Auster, Nathan Englander (del quale usciva la prima raccolta Per alleviare insopportabili impulsi, nel 1999), Kazuo Ishiguro. E nel 1999 è anche uscito Q, firmato con lo pseudonimo Luther Blisset da quello che poi verrà conosciuto come il collettivo Wu Ming.
Nella prima decade degli anni duemila, dal 2001 ad essere precisi, Einaudi ha cominciato a pubblicare le raccolte di racconti di Alice Munro, quest’anno Nobel per la Letteratura, a partire dal 2003 con Nemico, amico, amante…
Una delle operazioni editoriali che abbiamo preferito degli anni ’10 appena incominciati è la ripubblicazione, dallo scorso ottobre, dell’opera integrale di Philip Roth in Uniformed Edition.