Corpicino, ovvero parodia della pornografia del dolore

Fumetto d'autore

Una delle pubblicazioni fumettistiche che rimarranno del 2013 sarà senza dubbio Corpicino, di Tuono Pettinato. Non solo per l’indubbio pregio cartotecnico dell’edizione, ennesimo gioiello targato gRRRzetic, ma per le qualità intrinseche dell’opera. L’autore da anni è rappresentante della storica compagine dei Superamici (di cui qui ci dona una deliziosa introduzione), da poco ribattezzatisi con l’esoterica denominazione di Fratelli del Cielo . Una libera associazione di autori dalla personalità fortemente connotata, diversamente interessanti, ma uniti dal filo di una profonda consapevolezza culturale del medium fumetto.

Se dovessimo sintetizzare brutalmente le loro complesse figure in definizioni-slogan, diremmo: LRNZ è il vulcano eclettico, Dr.Pira il maestro del non-sense illuminante, Ratigher il sapiente narratore, maicol&mirco il genio comico dell’esistenzialismo. Tuono Pettinato, da par suo, è da sempre il volto gentile ed erudito della Fratellanza. Negli ultimi anni, ha affinato le sue doti in una peculiare forma di racconto: la biografia colta e ironica di rilevanti personalità storiche, da Galileo a Garibaldi, fino ad Alan Turing.

Questo nuovo libro rappresenta un primo tentativo di emanciparsi dal collaudato schema precedente, per gettarsi in una narrazione più complessa e rischiosa. Corpicino, infatti, nasce come denuncia della pornografia del dolore, ovvero della cinica speculazione dei media sui fatti di cronaca nera. Perfettamente esposta è la morbosità quasi voyeuristica di note trasmissioni televisive, che ispira le vergognose dinamiche del turismo dell’orrore. Il titolo allude, appunto, al grottesco circo mediatico che si scatena attorno all’omicidio di un bambino, in particolare alle espressioni strappalacrime dei giornalisti sciacalli. Un tema delicatissimo, non certo il più facile da affrontare per rimettere in discussione il proprio approccio alla narrazione. 

Possiamo affermare che, a conti fatti, Tuono vince la sfida, realizzando probabilmente la sua opera più matura, complessa e coraggiosa. Ingegnoso è innanzitutto l’accorgimento escogitato per adattare il proprio stile – ricco di calembour, citazioni colte e spunti parodistici – alla drammatica scabrosità del tema. Grazie alla sapiente cornice del racconto, Tuono Pettinato distribuisce le sue caratteristiche qualità – garbo, erudizione e arguzia – in una ripartizione funzionale.

Il garbo viene incarnato dal protagonista, il cronista Martinelli. Giovane e idealista, una volta incaricato di indagare sulla pietosa morte del piccolo Marcellino Diotisalvi, come da copione, dovrà fare i conti con la fame di sensazionalismo senza scrupoli del direttore della sua testata. La riflessione alta viene delegata, in modo da non appesantire la lettura, al personaggio del prof. Renato Giraldi, una versione bonaria di Renè Girard, ai cui studi le “lezioni” sul legame tra violenza e sacro chiaramente si ispirano. In questo modo Tuono evita l’effetto “spiegone”, facendo diventare la progressiva presa di consapevolezza culturale del protagonista il vero cuore del racconto.

L’infinito arsenale di arguzie parodistiche, che è marchio di fabbrica dell’autore, invece, viene dispiegato tramite una brillante soluzione: per tutto il racconto, a mò di sottotitoli, scorre una banda con breaking news in stile notiziari sky24. Una striscia umoristica a parte nel libro, in cui l’autore può scatenarsi in innumerevoli variazioni sulle assurdità della cronaca quotidiana. Citiamo, fra le tantissime: “Inviando un euro al numero in sovraimpressione puoi aiutare una ricca multinazione della telefonia a ripulire la sua immagine pubblica tramite una posticcia operazione di beneficenza”.

Ma, oltre i consueti pregi dell’arte tuonesca, Corpicino segna senza dubbio un grande passo avanti nella maturità stilistica. Una delle critiche che potevano venir rivolte ai volumi precedenti era che l’ironia, per quanto brillante, si rivelava innocua, e mancava un vero affondo critico nei confronti dei temi trattati. Stavolta, l’autore non risparmia nessuno: dall’ipocrisia perbenista agli intellettualismi sterili, dai deliri complottisti alle mode emo-hipster fino alla stessa ingenuità del protagonista, tutti gli elementi del racconto vengono sferzati dai colpi di un’ironia infallibile. Inoltre, la capacità di Tuono di giocare con simboli e significanti culturali si è elevata per essere all’altezza della sensibilità del tema.

Accennerò solo ad alcuni esempi. L’immagine del padre della vittima, che, muto e contrito, tiene in mano in televisione un semplice cartello con scritto «Verità» in mezzo alla baraonda di chiacchiere inutili dei talk-show sulla tragedia che lo ha sconvolto, non sfigurerebbe in un trattato di Baudrillard. La sottigliezza delle riflessioni sul  senso del sacro sfiora vertigini gnostiche. In particolare, la considerazione «Non c’è Gesù senza Giuda» ci ha ricordato Tre versioni di Giuda, l’ultimo meraviglioso racconto di Finzioni di Jorge Luis Borges: considerando che il nome d’arte dell’autore viene da un altro racconto della stessa raccolta, probabilmente non è una coincidenza.

Al termine della spiegazione di Giraldi sulla necessità sociale di una vittima sacrifcale, ci appare un Pinocchio crocifisso. Oltre ad essere un omaggio forse inconscio a Richard Benson, è una stupenda sintesi archetipica delle figure più importanti legate all’innocenza nella nostra tradizione popolare. Stesso gioco di segni, stavolta con segno opposto, si rivela nella sequenza onirica finale: la «M» di M – Il mostro di Düsseldorf (riferimento ineludibile) diventa la «M» di Mercatone. 

L’orrore della quotidianità, la mercificazione del dolore, l’omologazione dei sentimenti prostituita sull’altare del consumo, in nome di una supposta “normalità”. Vengono in mente le parole di fuoco che Pasolini faceva dire al suo alter-ego Orson Welles ne La Ricotta: «un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, schiavista, qualunquista». Una citazione che potrebbe essere messa in calce a l’intera opera. 

Ecco infine qualche tavola di assaggio. Buona Lettura.