Comincia con un viaggio tra passato e futuro, la quindicesima edizione di Scrittorincittà, festival letterario che porta tra i tartufi e i marroni oltre cento autori d’ogni stile in cinque giorni di parole, sguardi e immagini. Comincia con un viaggio in compagnia di Mino Milani e Tito Faraci, a intrecciare i loro racconti e le nostre avventure, alla ricerca di chissà quale approdo e chissà quale terra.
Ed è proprio Terra, Terra! il tema del festival, dove le sale, gli spazi, il cinema e il teatro della città faranno da arrivo e partenza, o da mezzo di trasporto, che ogni racconto è un viaggio, ogni libro una terra emersa, ogni autore un popolo e ogni lettore un solitario esploratore.
Il programma, affollato come un bastimento, si svela agli adulti di oggi, ragazzi di ieri, e ai ragazzi di oggi, adulti di domani, e anche questo è un viaggio, pure lui tra futuro e passato, con il presente a far da area di sosta o da isola deserta per naufraghi più o meno volontari. Non è un caso che la sala ragazzi sia stata battezzata Sala Robinson, a omaggiare la passione per il romanzo di Defoe, che ha accompagnato gli anni da libraio di Roberto Denti. E non è un caso se tra gli incontri ci sarà quello con Giovanni Soldini, che di pagine ne ha scritte molte, ancorché sull’acqua degli oceani, anziché sulla carta.
Sarà interessante ascoltare un insolito dialogo tra Michela Murgia e Umberto Guidoni, sulla Terra vista da lassù, ovunque sia, questo nostro lassù… La stessa Murgia, che poi darà parola alle donne, e saranno parole intense, come quelle di Lella Costa, impegnata sul palco con il monologo Ferite a morte. Federico Taddia sceglie una ragazza già donna, Malala, per raccontarci di tutte quelle donne ancora ragazze, che combattono per il loro diritto all’istruzione e all’adolescenza. Ma poi ci racconta anche il suo allegro finimondo, con il filosofo Telmo Pievani e la Banda Osiris e questo non me lo voglio perdere davvero.
C’è la Francia, a Cuneo, nei giorni del festival, che scavalca le Alpi sulle pagine di Janine Teisson; l’Inghilterra di Linda Newbery e di Jonathan Coe; la Siria di Amani el Nasif; l’Israele di Assaf Gavron; l’Italia e le Italie di tutti noi, con i colori animati di Gek Tessaro, gli ingorghi di parole di Alessandro Bergonzoni, l’acume di Franco Cordero, le intelligenze incrociate di Bruno Gambarotta e Stefano Bartezzaghi, le atmosfere di Rosetta Loy, i ruggiti di Antonello Dose, i pinguini di Pao e tanti scrittori e scrittrici in tutta la città.
Accanto, dietro e intorno a loro, decine di volontari, senza i quali nulla di ciò sarebbe possibile. Le magliette, che a Mantova sono blu e a Pordenone gialle, qui sono rosse, calde, calorose e accalorate. Ragazzi e ragazze anche tra loro, ma non solo: ci sono genitori e insegnanti, nonni e semplici volenterosi per quattro giorni di faticosa compagnia. C’è un sorriso per ogni sguardo che incroci, che tu sia pubblico o ospite. C’è una città intera dentro questo festival, nelle stanze della biblioteca, in coda davanti agli ingressi o in ordine d’altezza con i compagni di scuola e la maestra, o una Prof., a badare alla condotta e alla sintassi.
È piena l’Italia di festival grandi e piccoli, in città piccole e grandi, e se penso che ai miei tempi non era affatto così, oggi m’abbuffo di incontri, ingordo di parole e pensieri altrui da fare un po’ miei. E ogni festival è una terra lontana, Terra, Terra!, dove approdare e guardarsi intorno. Ognuno è unico e a suo modo indispensabile, come è indispensabile e unico ogni autore e ogni lettore. L’unicità del festival di Cuneo sta forse nei trecentosessanta giorni che lo separano dall’edizione precedente, o dalla prossima, in cui nessuno si ferma ad aspettare. Giorni indispensabili per la costruzione di questo intrigato e intrigante crocicchio di menti.
Allora capita che Domenico Quirico, giornalista universalmente locale, passi a raccontare la propria storia qualche giorno prima dell’inaugurazione, o che Michele Serra si trattenga a dondolare sulla sua amaca con i ragazzi del liceo il giorno dopo la chiusura. Capita che un autore torni in città in mesi meno freddi e in giorni meno frenetici. Capita che su molti comodini i libri del festival accompagnino le notti di tutte le stagioni, in un personale, invisibile festival Lettorincittà. E capita che negli uffici del Comune si lancino idee in libertà su chi accogliere in futuro, per non smettere mai di lasciarsi raccontare.
Appuntamento a Cuneo, quindi, dal 13 al 17 novembre, tutti insieme, tra una caldarrosta e un bicchiere di rosso, un buon libro e una città.
Il programma del festival è consultabile sul sito www.scrittorincitta.it e la manifestazione sarà rilanciata da una redazione di ragazzi, che collaboreranno con www.linkiesta.it, saltando da youtube a facebook a twitter, con l’hashtag #sic2013 nel taschino.