Una commissione a cinque stelle. Emozionato e orgoglioso, il presidente Roberto Fico presenta a Montecitorio l’attività della Vigilanza Rai. L’incontro serve per tracciare un bilancio in termini di trasparenza, risparmi e obiettivi dopo sei mesi di lavoro. Un avvenimento non banale. La bicamerale è uno dei pochi organismi parlamentari gestiti da un esponente grillino. Il banco di prova dell’impegno pentastellato nel Palazzo.
Non a caso la relazione semestrale sull’attività della commissione parte proprio dai risparmi raggiunti. Uno dei cavalli di battaglia del grillismo. A detta di Fico la sforbiciata ai costi della politica è stata evidente. Il presidente ricorda di aver immediatamente rinunciato all’indennità aggiuntiva prevista per il suo ruolo. «Un risparmio netto per i cittadini di 26.712 euro l’anno». Dei 30mila euro a disposizione della commissione per il proprio funzionamento, ne sono stati utilizzati poco meno di duecento. Neppure un euro, invece, dei 4mila previsti per le spese di rappresentanza del presidente. Intanto l’autoblù a disposizione di Fico è rimasta in garage. «Non ho mai sentito l’esigenza di utilizzarla».
Altre cifre. Nei primi sei mesi di lavoro la commissione ha svolto 34 sedute e 21 audizioni, per un totale di 48 ore e 55 minuti. Stando ai dati presentati da Fico, oltre il 75 per cento in più rispetto alla scorsa legislatura. «E quasi il 95 per cento dei lavori sono stati trasmessi in diretta streaming dalla web tv della Camera dei deputati». Il presidente elenca i documenti che la bicamerale è riuscita a ottenere dalla Rai. «Sembra assurdo, ma fino ad oggi non era mai stato portato in Parlamento l’organigramma aziendale, comprensivo dei lavoratori a tempo determinato e indeterminato». Visibilità poi al piano industriale, raccontato dal dg Luigi Gubitosi in diretta streaming. «Anche se non voleva».
La lista dei documenti inviati in commissione a seguito di precise richieste prosegue. «Per la prima volta è caduto uno dei segreti meglio conservati dalla Rai – continua Fico – l’elenco degli operatori economici iscritti all’albo dei fornitori». Un controllo pressante. È stata l’attività della commissione, sostiene il presidente, a «far saltare l’accordo commerciale» tra la Rai e Comunione e Liberazione. Un’intesa firmata dai dirigenti dell’azienda pubblica, che avrebbe permesso la trasmissione del meeting a fronte di un investimento di circa 750mila euro. «Un contratto inaccettabile».
Tutti concordi sui numeri, meno sui risultati raggiunti. «Mi spiace dire che non sono d’accordo. Penso di non dire nulla di sorprendente nel definire questo bilancio negativo». A prendere le distanze da Fico è il deputato del Pd Michele Anzaldi. Del resto, spiega nel pomeriggio il parlamentare, a fronte dei tanti documenti ottenuti da Viale Mazzini, molti di più sono i chiarimenti richiesti dal Parlamento e ancora in attesa di risposta.
Non è il caso degli stipendi dei dipendenti. Fico rivendica il merito di aver ottenuto i dettagli sugli emolumenti di dirigenti e giornalisti Rai, seppure per fasce. Si scopre così che la retribuzione media di un dirigente apicale ammonta a 155mila euro lordi l’anno. 147 mila lo stipendio medio di un giornalista. I dati forniti in audizione da Gubitosi entrano nello specifico. Dei 300 dirigenti Rai, tre ricevono più di 500mila euro, uno tra i 400 e i 500mila e quattro tra i 300 e i 400mila. Solo uno dei 322 giornalisti dirigenti, invece, guadagna più di 500mila euro. In compenso sei colleghi ricevono una busta paga da 300 a 500mila. Una ventina da 200 a 300mila. Quasi trecento tra i 100 e i 200mila euro.
In realtà la commissione è in possesso anche degli stipendi per fasce di tutti i conduttori. Ma come racconta Fico, sono dati riservati. «Abbiamo le cifre, ma il documento non può essere divulgato. Sto lavorando per aggirare il divieto». In ogni caso il presidente assicura che la Vigilanza chiederà di inserire l’obbligo di pubblicazione di curricula e stipendi di tutti i dirigenti apicali nel contratto di servizio. Anche stavolta l’ottimismo del presidente grillino viene contraddetto. «Mi permetto di ricordare al presidente della commissione di Vigilanza Rai – scrive poco dopo la conferenza stampa il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta – che la Rai è obbligata dalla legge a pubblicare i curricula e i compensi di tutti i dipendenti e collaboratori. Compresi i conduttori e le star super pagate, e non solo quelli dei dirigenti apicali, con i relativi stipendi lordi».
Parallelamente al lavoro della commissione, si muove il Movimento Cinque stelle. Fico rivela che i gruppi parlamentari grillini stanno lavorando a un disegno di legge sulla Rai. Un documento, da presentare al più presto alle Camere, per riformera il modello di governance della Rai. L’obiettivo è quello di recidere definitivamente i legami tra la politica e Viale Mazzini.