#vincecivati: finirà con twitter pieno urne vuote?

Parafrasando il Migliore

Questo web-editoriale voglio iniziarlo come se fossi una divinità di twitter. Se fossi un guru della rete, se fossi il fake di Gianni Kuperlo, per dire, parafrasando Palmiro Togliatti, di certo direi: “twitter pieno urne vuote!”. Perché il Migliore, dopo la sconfitta del Fronte Popolare del 1948, metteva in guardia contro l’effetto ottico delle piazze affollate che regalano l’illusione della vittoria, e spingono a sottovalutare il potere silenzioso del consenso invisibile. Ma siccome ci troviamo ora in questa piazza stranissima che è il web, e discutiamo di fenomeni repentini e febbrili che solo il web riesce a registrare, con la velocità e con l’esattezza di un sismografo, non c’è dubbio che in queste ore sia incredibile la dimensione della guerra che è deflagrata sui socialnetwork intorno alle primarie, e ancora più incredibile che nel riverbero che questo conflitto produce su twitter, da due giorni, i civatiani siano riusciti a piazzare la bandierina di un trend palesemente propagandistico: #vincecivati, facendolo diventare l’argomento più discusso in Italia. Sarà l’effetto di un qualche trucco? Sarà una geniale taroccatura? Una prova di forza? La rappresentazione di un consenso che produce consenso? 

Paolo Cosseddu, guru e spin doctor del candidato assicura che non ci sono trucchi:  “L’hastag l’ho lanciata personalmente io, ieri pomeriggio, e siccome ho solo tremila followers e non avevo mai suscitato nessuna tendenza, vuol dire che era destino…”. Va aggiunto che la guerra delle primarie si lotta ormai metro per metro, e uccellino per uccellino: i renziani nello stesso pomeriggio, hanno provato a rispondere con un altro tormentone   #lavoltabuona, che però misteriosamente non ha attecchito nemmeno un po’. “Non abbiamo nessuna strategia occulta – spiega Cosseddu – solo i nostri influencer, circa quaranta, che lavorano alla luce del sole, in positivo, e hanno nomi e cognomi, non sono mica ovetti” (Ovetti: cioè account senza foto, fake, falsi sostenitori).

Andamento dei tweet #vincecivati registrato da hashtags.org

Certo, va anche detto che ieri da Vespa Renzi ha portato la puntata di Porta a Porta al 16.90%”, un record. Una vittoria da tv generalista, quindi, che però non è incompatibile con la stanchezza che il web registra.

Abituato ad essere outsider e corsaro, Renzi fatica a calarsi nei panni dell’istituzione, e la rete lo avverte subito: gode dell’onda lunga del vincitore designato, ma ne paga anche il prezzo, sul piano dell’immagine.

Abituato ad essere centometrista, insomma, Renzi soffre nel web lo scatto più repentino del suo, e anche il fatto che Civati possa permettersi di giocare più smarcato da obblighi, vincoli e tributi di consenso dovuti. Insomma, forse ancora una volta, la legge dei grandi numeri avrà ragione della virtualità  del web.

 https://www.youtube.com/embed/_1X1GlT7QsE/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Ma intanto Civati incassa l’endorsement dei satirici de Il Terzo segreto di satira (che paragonano l’emozione per Renzi a quella per una cacca schiacciata sul marciapiede), lancia test accattivanti in rete (come Cirenzi o cicuperlo) e persino quello (anche lui sull’hastag #votacivati) di Francesco Facchinetti. In questa sfida decideranno ancora una volta le teste e le truppe cammellate del grande pubblico, dunque, ma il divario tra i due mondi si accorcia sempre di più: e l’immagine che si produce nel mondo virtuale, si ripercuote inevitabilmente su quello reale. La rete non muove truppe cammellate, per esempio, ma influenza giornali e tv contribuendo a riscrivere l’agenda. Insomma, le primarie di domenica saranno un grande banco di prova di questa guerra dei mondi: se Civati otterrà un risultato a sorpresa, vorrà dire che i twitter – oltre agli hastag –  ogni tanto riescono a riempire anche qualche urna. Alla faccia del #Migliore. 

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