Il canone Rai, ecco chi paga e chi no

Da saldare entro il 31 gennaio

Tra il 25 e il 47 per cento. In questa forbice starebbe la percentuale di famiglie che evade il canone Rai, in scadenza il 31 gennaio. Il dato cambia a seconda della fonte, ma si tratta in ogni caso di una cifra consistente, con un mancato incasso conseguente di circa 500 milioni di euro all’anno. Secondo l’Associazione contribuenti italiani, la quota di famiglie non in regola è più che raddoppiata tra 2005 e 2013. E le zone in cui il problema è più diffuso sono nel Mezzogiorno del Paese.

Non solo tv
Due settimane fa Attilio Befera, direttore dell’agenzia delle Entrate, è stato sentito dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. Dalla riunione è emerso che l’evasione del canone Rai sarebbe intorno al 25%, e toglierebbe alle casse pubbliche circa 450 milioni l’anno. I numeri diffusi dall’Associazione contribuenti sono decisamente più alti. Dicono che a fine 2013 il 47% delle famiglie risultava non aver pagato. Lo stesso avrebbe fatto il 96% delle imprese. Dati in crescita rispetto a quelli comunicati dall’associazione su fine 2012 (quando erano attestati rispettivamente al 44 e al 95%), e soprattutto rispetto a quelli sul 2005, che parlano del 22% di famiglie “illegali”.

Le cifre escono da un’analisi del Centro studi e ricerche sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics. Ogni anno la Rai perderebbe circa un miliardo e 850 milioni: 550 milioni non versati dalle famiglie, un miliardo e 300 rimasti in tasca alle aziende. «In Italia esistono due canoni – dice Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione contribuenti – . Il primo è quello ordinario, dovuto dalle famiglie. Il secondo è quello speciale, dovuto da imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici e privati, che si paga anche per il possesso di computer, monitor e altri apparecchi multimediali».

Da Aosta a Caserta: ecco chi paga e chi no
Le aziende soggette all’imposta sarebbero almeno quattro milioni e 500mila, ma almeno quattro milioni e 400mila non la verserebbero. «La tassa più evasa dagli italiani», così la definisce l’Associazione contribuenti, lo sarebbe soprattutto in alcune regioni del Sud, con punte del 91,3% di mancati pagamenti. Anche questi picchi sono più alti di un anno fa, quando la stima era del 90 per cento.

Secondo il Centro Studi “Antonella Di Benedetto” le province più virtuose sono Aosta, Siena, Pescara e Campobasso, con il 14% di evasione. Le più recalcitranti sarebbero Caserta, Imperia, Foggia e Bolzano, con quasi il 91 per cento. A fine 2012 le città indicate erano le stesse, ma le percentuali erano leggermente meno negative per la Rai: 12% nel primo caso, 90 nel secondo.

L’analisi commissionata dall’Associazione contribuenti individua la prima causa di mancato pagamento nel fatto che il canone sarebbe percepito più come un abbonamento (e in quanto tale facoltativo) che come un tributo (obbligatorio). A questo si aggiungerebbero contestazioni sulla qualità dei programmi e sulla fornitura di un servizio non esplicitamente richiesto. Che quest’anno costa 113 euro e 50 centesimi, come a inizio 2013. In caso di omesso pagamento è prevista una sanzione fino a 619 euro da parte delle Agenzia delle entrate e la riscossione coattiva da parte di Equitalia.

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