È una singolare coincidenza temporale quella che oggi mette in cortocircuito due notizie che, apparentemente, nulla hanno a che vedere l’una con l’altra. L’esordio del nuovo reality condotto da Costantino Della Gherardesca, “Un boss in incognito” e l’incredibile proposta della multinazionale svedese Elecrtrolux ai suoi lavoratori del Veneto e del Friuli: dimezzarsi di fatto il salario (da 1400 a 800 euro al mese) oppure rassegnarsi a vedere la fabbrica chiudere.
Apparentemente nulla collega un reality ad una proposta capestro (accettare il ricatto o perdere il posto di lavoro) se non una incredibile differenza di racconto: il Boss in “incognito” di Costantino diventa una straordinario personaggio meló, che dopo essersi camuffato da comune venditore nella sua ditta 7camicie, scopre quant’è dura la vita dei suoi dipendenti. C’è la madre rimasta sola che fatica a quadrare i conti del bilancio, e c’è quella che sogna una meritata evasione. Nel finale edificante, il boss di 7camicie convoca i suoi dipendenti, si rivela senza chioma ossigenata e pizzo posticcio, regala una vacanza, un contratto a tempo determinato, una gratifica di 10mila euro.
Verrebbe da pensare: scopriremo anche alla Electrolux che c’è qualche manager svedese in incognito che all’ultimo momento trova un modo per regalare aumenti a tutti? Ne dubito. Negli anni Settanta si era arrivati all’eccesso declamatorio di Paolo Pietrangeli, che cantava – assorbendo lo spirito dei tempi – “caro padrone / domani ti uccido”. Adesso, all’estremo opposto, non riusciamo a colmare la distanza tra il dramma reale del padrone che delocalizza e quello televisivo e simbolico del boss che fa beneficenza. Forse, per avvicinarci alla soluzione dei problemi dovremmo iniziare ad abituarci all’idea che se era sbagliato pensare allo stereotipo del padrone “cattivo”, nemmeno quello del padrone “buono” è utile. Per restare nel mondo dei reality, è molto più vicino alla realtà il padrone vagamente sadico impersonato da Briatore, quello che in “The apprentice” grida ai concorrenti “Sei fuori!”, di quello alla Babbo Natale che fa i regalini. Anche perché, l’unica cosa certa della vicenda Electrolux è che – a prescindere dal fatto se gli accordi saranno accettati o meno – regali non ce ne saranno: nel tempo della delocalizzazione ci sono proposte che sembrano formulate come provocazioni, apposta per farsi dire di no.