A quasi sessant’anni dalla sua morte la Regina Elisabetta II ha concesso la grazia reale postuma (Royal Pardon) ad Alan Turing, perdonandolo dall’accusa di omosessualità. Nell’Inghilterra del 1952 Turing fu uno dei 75.000 uomini condannati. Essere omosessuali era considerata una «grave indecenza» da punire in due modi: o con la reclusione o con la castrazione chimica. Turing è stato molte cose: ateo, maratoneta, omosessuale, eccentrico, crittografo e matematico inglese. È stato molte cose ma non un uomo cui si potesse togliere la libertà. Scelse di farsi iniettare ormoni femminili e annullare così la propria libido. Il corpo con un principio di seno fu ritrovato senza vita nel proprio letto dalla sua cameriera. A terra la mela che era solito mangiare ogni sera, quella volta, l’ultima, avvelenata dal cianuro.
La vita di Turing è segnata dal segreto per necessità. Se l’omosessualità fu vissuta in modo relativamente libero, tanto da difendersi dalle accuse di aver fatto sesso con un diciannovenne sostenendo candidamente che non riteneva fosse colpevole di alcun male, il suo contributo al mondo contemporaneo è stato fino agli anni ’80 un autentico segreto. Parte di questa rimozione storica della figura di Turing è dovuta al suo ruolo centrale nel decifrare i codici segreti nemici per il Government Code and Cypher School (GCCS) di Bletchley Park. Una delle due macchine che Turing ha costruito, il Colossus, è servita a decifrare Enigma, un codice usato dai nazisti per comunicare. (La macchina era detta bomba per il rumore che facevano le scriventi quando si metteva in azione, ma non è un computer). Ogni progetto realizzato, ogni idea, sono rimasti nascosti fin dopo la seconda guerra mondiale.
Già da piccolo Turing dimostra integrità e intelligenza scientifica (detesta il latino e i professori della scuola pubblica, orientati all’educazione umanistica, lo penalizzano). All’età di dieci anni riceve un libro: Natural Wonders Every Child Should Know. Il piccolo Alan dirà alla madre che quel libro gli ha aperto gli occhi alla scienza. Nel libro si legge: «il corpo è una macchina. È una complessa macchina molto più complicata di qualsiasi altra macchina mai costruita; ma pur sempre una macchina». È solo un caso, ma nel 1936 sarà Turing a interessarsi al concetto di macchina e scrivere: «È possibile inventare un’unica macchina che può essere usata per computare qualsiasi sequenza computabile».
I computer nascono da una risposta negativa. Anche se Turing non è l’ideatore della struttura del computer come lo conosciamo ha il merito di aver ridefinito il concetto di algoritmo utilizzando la struttura della logica formale. Se avete trovato questo articolo su Google è grazie a Turing. (Ma persino l’esistenza digitale stessa è dovuta a Turing: non siamo atomi ma algoritmi). Il principio non è la costruzione fisica di una macchina ma la risposta a una domanda di logica formale, il problema della decisione (Entscheidungsproblem) proposto da Hilbert: esiste un algoritmo che, data una proposizione matematica qualunque, può stabilire in un insieme di passi finito se è vera o falsa? La risposta è no, e da questa risposta negativa, anni dopo, John von Neumann potrà sviluppare le idee di Turing sull’elaborazione dei modelli di calcolo, e avrà a disposizione più fondi di quelli che aveva il matematico inglese per costruire il primo computer, l’EDVAC. Ma questa è un’altra storia.
Turing è diventato prima una statua, poi un francobollo, una canzone e infine un doodle. Oggi per completare il posto nella memoria collettiva riceve il perdono reale e si tenta il riscatto (più nostro che suo, forse) da una condizione storica ingiusta e omofobica che lo ha ferito, tradendo il cittadino che aveva contribuito a vincere la guerra. Il premier David Cameron la vigilia di Natale ha detto: «Alan Turing fu un uomo straordinario che ha giocato un ruolo fondamentale nel salvare questo Paese nella Seconda Guerra Mondiale per aver decifrato il codice Enigma. La sua azione ha salvato numerose vite e ha lasciato anche un’eredità nazionale notevole, grazie ai suoi importanti successi scientifici. È considerato il padre dell’informatica moderna».
Come ci ricordano gli studi di Ernest H. Kantorowicz sulle pratiche di sepoltura dei re francesi in età medievale: il re ha due corpi. In età Tudor si sviluppa quest’idea e nel suo discorso di investitura la Regina Elisabetta I nel 1559 disse: «Sono solo un corpo, dal punto di vista naturale, ma, con il permesso di Dio, un Corpo politico fatto per governare». Il corpo naturale è quello che invecchia, si ammala e muore. Il corpo politico è quello metafisico della comunità politica intesa come corpo mistico ed eterno. Il re, o la regina, come vicario di Dio in terra. Scrive Kantorovicz: «Secondo il diritto comune nessun atto che il re compie come re potrà essere annullato a causa del suo difetto di età. Perché il re ha in sé due corpi, cioè il corpo naturale e il corpo politico. Il corpo naturale (se deve essere considerato di per sé) è un corpo mortale, soggetto a tutte le infermità naturali e accidentali,alla debolezza dell’infanzia e della vecchiaia e a tutti i consimili inconvenienti cui vanno incontro i corpi naturali delle altre persone. Ma il suo corpo politico è un corpo che non può essere visto o toccato, consistente di condotta politica e di governo e costituito per la direzione del popolo e la conservazione del bene pubblico, e questo corpo è palesemente privo di infanzia e di vecchiaia e di tutti gli altri difetti e debolezze cui è soggetto il corpo naturale e, per questo motivo, ciò che il re fa con il suo corpo politico non può essere invalidato o annullato a causa di alcuna debolezza del suo corpo naturale».
L’amico Alan Garner racconta al Guardian che Turing amava molto la favola di Biancaneve, in particolare il momento in cui la regina si trasforma in strega e crea la mela avvelenata, la stessa mela che verrà poi trovata vicino al suo corpo esanime, facendone una versione grottesca e moderna della fiaba dei fratelli Grimm. Il logo della Apple, una mela morsicata, è un involontario tributo all’uomo. (Purtroppo l’ideatore del logo, Rob Janoff, ha smentito questa teoria, spiegando che il morso serve a distinguere la mela in scala da un altro frutto. Evidentemente Janoff non è stato a scuola di storytelling da Jobs).
La regina ha due corpi, Alan Turing solo uno come ha ricordato giustamente anche l’Atlantic. Quest’atto simbolico vale poco nell’Inghilterra emancipata e indottrinata al genderismo, in cui le dichiarazioni omofobe non sono comunemente differenziate da quelle di un bifolco qualsiasi. E in cui l’idea di un perdono reale suona come una autoassoluzione malriuscita: non è la regina che può perdonare un torto fatto a migliaia di uomini per una legge che oggi consideriamo irricevibile. Se la regina sapesse chiedere scusa sarebbe l’occasione buona per farlo. Eppure come dichiarazione politica internazionale, rivolta alla Russia, potrebbe rivelarsi una forma intelligente di storia che insegna. La regina ha due corpi e Alan Turing ne ha avuto solo uno, si diceva, ma i dispositivi nati dalle sue idee sono milioni.