Piccoli Renzi crescono. Spinti dalle accelerazioni riformiste del segretario democrat, gli alleati di governo alzano la voce. Improvvisamente tutti minacciano l’esecutivo, tutti si scoprono indispensabili. La giornata politica del presidente del Consiglio Enrico Letta trascorre così, un avvertimento dopo l’altro. A puntare i piedi sono i montiani di Scelta Civica, i Popolari per l’Italia, gli esponenti del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Ognuno è pronto alla crisi di governo pur di veder riconosciuto il proprio ruolo nella maggioranza.
Enrico Letta assiste alle provocazioni da Palazzo Chigi, dove è impegnato a scrivere il contratto di coalizione che dovrà scandire la vita del governo nei prossimi mesi. A giudicare dalle cronache recenti trovare una sintesi non sarà facile. I primi ad avvertire il governo sono gli esponenti di Scelta Civica. Nel pomeriggio i montiani convocano una conferenza stampa a Montecitorio per chiedere al presidente del Consiglio di risolvere il tema della tassazione sugli immobili. In Aula il gruppo è pronto a schierarsi contro l’aumento dell’aliquota della Tasi, se necessario. Un voto in dissenso, anche se l’esecutivo decidesse di mettere la fiducia sul provvedimento.
Poco dopo tocca ai Popolari per l’Italia. La seconda grana arriva a metà pomeriggio. I centristi hanno appena incontrato Letta per fare il punto sul patto di coalizione quando presentano a Montecitorio le proprie proposte programmatiche. È un documento corposo, di una trentina di pagine. Lo hanno ribattezzato “Community Act”, visto che l’inglese ormai va di moda. Tra le priorità indicate ci sono la famiglia, l’inclusione sociale, la cittadinanza, ma anche uno specifico progetto di legge elettorale. Proposte irrinunciabili, evidentemente. «Non accetteremo diktat da nessuno – chiarisce in conferenza stampa Andrea Olivero – e non accetteremo nessun ricatto di sorta da parte di chi immagina che siamo disposti a barattare i nostri principi per la continuità della legislatura».
In serata arriva anche il terzo avvertimento. A sfidare Letta è direttamente il suo vice Angelino Alfano, durante la presentazione del libro “Moderati”, il manifesto ideologico del Nuovo Centrodestra. «Siamo nel governo per fare scudo a delle cose che la sinistra farebbe se non ci fossimo noi», spiega l’ex segretario del Pdl. Il vicepremier punta il dito contro la legalizzazione della cannabis e l’ipotesi aprire le adozioni anche per le coppie omosessuali. E proprio sul tema della famiglia si consuma la minaccia. «Se propongono il matrimonio gay – avverte Alfano – ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate denunciandolo all’opinione pubblica». Il messaggio è chiaro: «Senza di noi questo governo non vive». Ammesso che sia ancora in vita…