BuzzFeed: il nuovo giornalismo comincia dallo stile

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What’s BuzzFeed

Negli ultimi due anni BuzzFeed è diventato uno dei siti di riferimento per chi si interroga sul futuro del giornalismo online. E lo è diventato per una serie di motivi, tutti molto validi. Il primo riguarda i numeri, impressionanti. BuzzFeed è stato fondato nel 2006 e, in otto anni, è arrivato ad avere circa 300 dipendenti, ha aperto una versione in spagnolo e una in francese e, questo dicembre, ha distrutto l’asticella del proprio record mensile di utenti unici facendone registrare circa 130 milioni.

Il segreto di BuzzFeed non è l’aver saputo proporre una piattaforma di contenuti perfettamente adatti alla rete, efficaci e viralizzabili. È l’averlo fatto con un tempismo impressionante: quando Peretti lo fondò nel 2006, Facebook non era nemmeno il lontano parente della macchina pazzesca che è adesso, Reddit (una delle grandi fonti di contenuti virali sfruttate da BuzzFeed) era nato da un anno, Twitter lo stavano per lanciare e quasi tutti gli altri social network non erano stati nemmeno ancora immaginati.

In tutto questo c’è un altro dettaglio che può sembrare banale e secondario, ma che è effettivamente uno degli ingredienti che stanno rendendo vincente la ricetta BuzzFeed: lo stile, a partire dal linguaggio. 

A tal proposito è interessante dare una scorsa al documento pubblicato oggi dalla copy di BuzzFeed, Emmy Favilla: le regole redazionali di BuzzFeed, valide per i contenuti e per i social network.

Lezioni di stile

Le regole redazionali di un sito che fa informazione, o in generale comunicazione, non sono un dettaglio. Sono le norme che determinano la voce, il tono e lo stile di tutto quello che il sito propone. Sbirciandoci si capiscono un sacco di cose e si scova anche qualche curiosità.

E la dichiarazione d’intenti la si trova subito, già dall’attacco:

BuzzFeed pubblica notizie e contenuti di intrattenimento usando il linguaggio della rete

BuzzFeed parla la lingua del web. E non pensate subito al popolo della rete stigmatizzato dopo gli insulti di questi giorni. Qua si parla d’altro. BuzzFeed parla la lingua del web, dicevamo, e non lo fa soltanto quando mette insieme una delle sue listine sulle «N cose che ti faranno sentire vecchio», o sulle «N facce di animali che oggi chiaramente non ce la fanno».

No, la vera sfida di BuzzFeed è quella di parlare la stessa lingua anche quando affronta argomenti “seri”, quando fa giornalismo di inchiesta, o quando propone esempi – sempre più frequenti – di hard-hitting journalism, che tradotto con lo stesso spirito suona come giornalismo cazzuto. E per capire quel sempre più frequenti basterebbe dare un’occhiata veloce all’evoluzione della redazione, a partire da quando Ben Smith accettò la proposta di Jonah Peretti: dirigere BuzzFeed e trasformarlo da un sito che tutti pensavano essere solo un contenitore di cazzate virali e di gattini, in una cosa seria.

Ma torniamo alla guida, riprendendo proprio quel primo paragrafo di cui avete letto l’incipit, che contiene altri termini interessanti per capire la linea editoriale dell’intero sito: 

BuzzFeed pubblica notizie e contenuti di intrattenimento usando il linguaggio della rete. Nel nostro lavoro ci rifacciamo a delle linee guide stilistiche che regolano ogni cosa, dal giornalismo cazzuto a i quiz divertenti. Diamo valore alla compattezza e alla accuratezza, in tutti questi formati. (Per esempio, sapere come trattare i numeri è importante, ma lo è ugualmente scrivere correttamente “fangirl”.) La nostra prospettiva rispecchia il mondo della rete, nel suo complesso. È per questo che speriamo che altri siti e altre realtà web troveranno queste linee guida utili. Queste regole saranno regolarmente aggiornate, in modo da garantire che siano sempre adeguate alla realtà e da rispondere di conseguenza ai cambiamenti del linguaggio, nel suo uso comune e informale.

Compattezza, accuratezza e aggiornamento costante. Tre ingredienti assolutamente necessari a un sito come BuzzFeed per non perdere contatto con una realtà volatile e in continuo e rapido cambiamento come quella del web.

Qualche curiosità

Prima di vedere altri due aspetti interessanti della guida, una pausa di curiosità. Nella lunga Word List che fissa gli usi accettati e quelli non accettati, di nomi, espressioni, sigle e abbreviazioni, infatti ci sono anche quelle.

Apprendiamo per esempio che, chi si trova a parlare su BuzzFeed di drinks lo deve fare sempre usando lettere minuscole, tranne in un caso: quando si parla di Bloody Mary («Drink names are usually lowercase. Exception: Bloody Mary») o che l’onomatopea per indicare perplessità si scrive hmmm, con esattamente 3 m, non 2, non 4, 3, che la risata si scrive haha o ancora, che dio si usa maiuscolo in pochi casi, solo quando allude e o si riferisce a una divinità precisa, e, in espressioni come thanks god… e Oh god… , va minuscolo.

Altri esempi curiosi? Beh, per esempio si scrive ?! e mai !?, si dice de-friend e non unfriend; Muggle, ovvero Babbano, inteso come non mago si scrive maiuscolo (sì, come Harry Potter), sono accettati i neologismi batshit (per pazzescamente fuori di testa) e catfished, ovvero perculato su Facebookpreso in giro, e viene da qui, o Yahoo, senza il ! del marchio originale.

A parte queste minuzie, che evidentemente lo sono molto meno di quanto uno possa pensare, la guida contiene almeno altri due punti di interesse. Il primo è relativo allo spinoso tema dei generi, inteso dei generi sessuali, che si fa molto delicato soprattutto quando si parla del mondo LGBT. 

Le questioni delicate

A BuzzFeed sono molto attenti a non urtare la sensibilità delle persone. Per questo non ci troverete mai la parola transexual, ma piuttosto transgender, o queer e non gay, e ancora l’espressione marriage equality e same-sex marriage piuttosto che gay marriage. La guida consiglia poi di chiedere sempre alle persone interessate come si definiscono, e anche che pronome personale vogliono che si usi per riferirsi a loro, se lui o lei (non è un problema di poco conto, ogni tanto). Sono anche vietate espressioni come she-male, he-she, gender-bender, transvestite, sex change.

Anche sulle tematiche riguardanti l’aborto BuzzFeed ha le idee chiare: invece di scrivere pro-choice o pro-life si deve scrivere pro-abortion or anti-abortion. O ancora, per quanto riguarda l’argomento immigrazione: è approvato immigrato senza documenti, è vietato immigrato illegale.

Una lezione di giornalismo digitale

La guida termina con una parte che qui in Italia dovremmo leggere ogni mattina e ogni sera, come una preghiera: sono le regole di rettifica. Il paragrafo che le introduce è talmente decisivo che vale la pena leggerlo per intero, perché è una vera e propria lezione di giornalismo digitale:

Le correzioni sono importanti per due motivi: primo, perché non possiamo permetterci di sbagliare. Secondo, perché la trasparenza è un valore fondante di BuzzFeed. È per questo che non sentirete mai dire qualcosa all’esterno che non sia quello che sentite all’interno, o vice versa; è per questo che siamo così aperti a ingaggiare dibattiti su twitter o dovunque. Noi viviamo sui social e non possiamo nasconderci. E se è vero che ogni errore è una debolezza, è anche vero che sbagliare è inevitabile, e correggerli completamente e apertamente è una forza.

Questa nuova policy ha due obiettivi. Il primo è avere più polso degli errori che facciamo. L’altro è impedire l’unica cosa più grave di commettere un errore, ovvero non correggerlo. Facciamo tutti degli errori qualche volta, e la completezza e la velocità delle correzioni sono tra le peculiarità del giornalismo digitale, e noi dobbiamo farle nostre, completamente.

Se il giornalismo vuole ripartire, insomma, deve ripartire anche da qui: dal linguaggio, dallo stile, dall’onestà, dalla trasparenza e dalla correttezza, prima di tutto verso i lettori. La situazione in Italia, anche da questo punto di vista, è pessima. E probabilmente che non c’è neppure bisogno che lo scriva.