Nella guerra televisiva, ora, entra anche Amazon. Le novità, ormai, corrono in rete e la società di streaming online on demand Netflix l’ha dimostrato: a fine 2013 ha toccato i 30 milioni di abbonati superando persino quell’indiscusso titano, garanzia di qualità, che è HBO (fermo a quota 28 milioni). Il colosso di commercio elettronico non poteva ignorarlo: Netflix, quasi dal nulla, ha creato chicche come House of Cards e Orange Is the New Black, quanto dev’essere difficile — si sarà detto — creare uno show vincente? Ma la risposta non è così naïf.
Facciamo un passo indietro: Amazon prova ad entrare nella mischia dallo scorso aprile, quando ha lancia le sue due prime comedy. Ma se Alpha House e Betas erano solo i primi esperimenti, ora si fa sul serio. Negli ultimi 10 giorni infatti Amazon è tornata alla carica, diffondendo non uno, non due, non tre, non quattro bensì cinque nuovi pilot: Transparent, The After, Bosch, Mozart in the Jungle e The Rebels (ai link si possono vedere le prime puntate gratis, in streaming). Attenzione, episodi pilota, non serie. Se diventeranno produzioni vere e proprie dipenderà solo dal responso del pubblico. Lo scopo, appare evidente, è di ricalcare le impronte di Netflix e di diventare finalmente non solo distributore ma anche produttore di serie TV.
Una prima premessa è necessaria: House of Cards e Orange is The New Black non sono ottimi prodotti, sono eccellenti, superbi, come non se ne vedeva da tempo. Chi mira a uguagliare il loro successo punta in alto, altissimo: è come se uno scrittore decidesse di voler essere il nuovo Pirandello. Non è mica semplice. Segue una postilla, onde rischiare di cadere in elogi smisurati: Netflix non è Re Mida, non è tutto oro quello che tocca. Il thriller-horror Helmock Grove, per esempio, per quando possa aver creato un solido gruppo di entusiasti, non era niente di sconvolgente. Ad Amazon, quindi, il beneficio del dubbio lo possiamo concedere.
The Transparent
Dagli Stati Uniti c’è già chi giura di aver scovato un capolavoro. Il magazine americano Slate si sbilancia: «Amazon – scrive – ha trovato il suo House of Cards». Raffreddiamo gli animi: non è vero. Tra i cinque pilot appena lanciati non c’è nulla che si avvicini alla web series con Kevin Spacey pluripremiata agli scorsi Emmy. Ma (e questo “ma” è assolutamente significativo) nel mucchio ci potrebbe essere la nuova Girls. Amazon non è riuscito a copiare Netflix, ma potrebbe essere involontariamente riuscito nell’intento di riprodurre il successo di una delle serie di punta di HBO. Insomma, se è caduto, l’ha fatto in piedi. La serie in questione è Transparent, che con lo show di Lena Dunham condivide il formato (puntate da 27-29 minuti, non da 22 come le comedy tradizionali, non da 42 come i drama), l’humour non-humour (non fa sbellicare, fa sorridere ma anche riflettere) e un’attrice, Gaby Hoffmann, new entry in Girls nelle vesti della sorella-pazza-maniacale di Adam. Al di là della mera presenza fisica, Gaby si presenta anche come l’alter ego della Dunham con la stessa predisposizione a mostrarsi nuda nonostante una fisicità che cozza con i cliché di Hollywood. Insomma, anche lei, che della ragazza statuaria da copertina ha ben poco, gioca con disinvoltura con il proprio corpo, pronta a diventare come la collega-rivale nuova icona per le girls d’oggi. Transparentè una storia familiare, di crisi, di confessioni, di segreti, di sessualità represse, di scoperte. È una storia di vita che ha lo stesso presupposto di quasi tutte le dramedy (drama+comedy) di casa HBO, ovvero quello di non ergersi a rappresentazione generalizzata della società contemporanea, ma di presentarsi come un realistico spaccato di vita quotidiana. Con queste premesse la possibilità di Transparent di ottenere il via libera per la realizzazione di tutta la prima stagione è alta.
The After – Bosch
Qualche dubbio, invece, sorge sulle altre sceneggiature: l’apocalittico The After parte bene creando l’atmosfera giusta per uno scenario da fine del mondo, ma tuona già di visto e rivisto, con personaggi che sembrano essere tutti connessi per una qualche ragione cosmica. Senza contare che l’introduzione dell’elemento soprannaturale (già nel primo episodio) sembra buttare troppa carne sul fuoco. Bosch, ispirato a una serie di best seller di Michael Connelly, è un drama poliziesco che segue le vicende di un detective della omicidi alla ricerca di un assassino di un bambino di 13 anni e accusato di aver ucciso a sangue freddo un presunto killer. Buon cast, una rappresentazione che strizza l’occhio ai canali via cavo, ottime recensioni (tra gli utenti di Amazon ha raccolto il punteggio migliore, con un voto di 8.8 su 10) ma a primo acchito non sembra regalare al genere niente che non sia già passato almeno due o tre volte in televisione.
Mozart in the Jungle – The Rebels
Senza infamia e senza lode anche gli altri due pilot, Mozart in the Jungle e The Rebels. La prima è una comedy musicale, un po’ romantica e un po’ sognatrice, il cui unico aspetto innovativo è quella di assegnare per la prima volta la parte da protagonista ad una oboista femmina (innovativo sì, ma diciamolo, non interessa quasi a nessuno). La seconda è pensata per i nostalgici del film Major League. Con l’inciucio amoroso già evidente dopo i primi 15 minuti.
Sono tutti capolavori? Assolutamente no, anche se hanno avuto in blocco il benestare della Rete, stando ai primi giudizi su Amazon. Ma —· Netflix docet — non serve che siano tutti prodotti cult, a volte basta anche un solo titolo giusto. E Transparent, per la tematica e il coraggio nel rappresentarla, potrebbe essere il primo vero trampolino di lancio per Amazon. Tutti gli altri stiano in guardia: c’è un nuovo giocatore nella guerra televisiva.