Commossa e delusa, Emma Bonino toglie il disturbo

Ai militanti: «Siate orgogliosi di me»

Emma Bonino toglie il disturbo. Visibilmente infastidita per come il presidente del Consiglio ha deciso di sostituirla, l’ormai ex ministro degli Esteri saluta tutti e se ne va. Con amarezza, ma grande dignità. Nessun conferenza stampa ufficiale, meglio un palco improvvisato in Largo di Torre Argentina, a Roma. Tutto attorno la folla dei militanti. 

Qualcuno ha legato una rosa rossa al microfono. Emma Bonino parla, interrotta più volte dagli applausi. La voce rotta dall’emozione. «Siccome siamo in un Paese dove c’è libertà di espressione dico quello che penso». In realtà, nonostante la delusione, non se la prenderà mai con Matteo Renzi. Non direttamente almeno. «Chi si aspetta sassolini dalle scarpe o scoop rimarrà deluso» anticipa l’ex ministro.

«Ringrazio tutti per essere qui. Sento il vostro calore. E ci sono momenti in cui se ne ha bisogno». La piccola folla si mischia con i clienti che entrano ed escono dalla libreria Feltrinelli, lì a pochi metri. Molti passanti si fermano incuriositi. «Sono venuta per un saluto e un incoraggiamento – continua Emma Bonino – Ma adesso voglio stare un po’ sola». La sostituzione alla Farnesina è arrivata un po’ a sorpresa. La radicale aveva ricevuto rassicurazioni dal Quirinale sulla sua conferma. Ma più dell’avvicendamento, a deluderla è stato il comportamento del nuovo presidente del Consiglio. La telefonata con cui veniva avvertita della sostituzione, l’ex ministro l’ha ricevuta ieri sera. Quando Renzi era già al Quirinale a colloquio con il presidente Giorgio Napolitano. «Mi ha chiamato per dirmi che non c’era nulla di personale, ma aveva bisogno di novità». Nessuna polemica: «Ne ho preso atto, ma avrei voluto saperlo prima». 

La radicale ricorda con orgoglio i dieci mesi trascorsi alla Farnesina. «Ho sbrogliato dossier complicati, molti li abbiamo risolti. Ci siamo occupati dei marò con tutto quello che potevo fare nelle condizioni date». La Bonino non dimentica i 10mila italiani «in difficoltà all’estero», né i 3mila connazionali detenuti nelle carceri «in giro per il mondo». Alla fine si commuove. «Vorrei che foste orgogliosi di aver avuto un ministro che si è impegnato al limite delle sue possibilità». Tra gli applausi, i militanti scandiscono più volte il suo nome. Ha già chiamato il suo successore. Una telefonata di prima mattina per fare gli auguri a Federica Mogherini. Ci tiene a confermare la sua disponibilità. «Le ho detto che può contare sul mio aiuto – racconta – E sulla professionalità e la dedizione dell’intera Farnesina».

Il saluto alla piazza non risparmia qualche frecciata al premier. L’ex ministro toglie il disturbo senza troppe polemiche, ma non può fare finta di niente. «Noi anziani non siamo robot, abbiamo sentimenti ed emozioni. E persino tentazioni di risentimento – qui Emma Bonino ci pensa un attimo – che dovrò e dovremo governare». Matteo Renzi non lo cita mai (ci penserà più tardi Marco Pannella). Eppure non è difficile cogliere qualche riferimento al presidente del Consiglio. «Le persone passano – racconta l’ex titolare della Farnesina – Le istituzioni restano. Nella vita non si può pensare di fare tutto da soli, neanche si fosse King Kong. Se si denigrano anche le istituzioni non avremo scampo».