Grillo e il corpo della Boldrini: è porno populismo

Il caso degli insulti sul blog del M5s

Non sono fra quelli che provano piacere nel demonizzare il Movimento 5 stelle, o fra quelli che gioiscono per gli errori di rozzezza dei grillini, perché sperano di trasformare queste scivolate nel pretesto per un cartellino rosso, una nuova occasione per celebrare un rito espulsivo che restituisca legittimità alle politiche di Palazzo squalificando “i barbari” e restaurando l’Ancien Régime. Eppure, detto questo, l’escalation programmata a tavolino da Beppe Grillo in queste ultime due settimane, poi realizzata come rispettando un crono-programma, merita di essere analizzata seriamente (e severamente) cercandone di coglierne il senso più profondo. 

La prima considerazione è semplice: non si tratta di un caso. È già la terza volta che Grillo tira il sasso e nasconde il braccio, ma è evidente che il post con l’invito ad appartarsi in macchina insieme a Laura Boldrini non era un errore. Non lo sono i pompini evocati in Aula da un parlamentare trentenne come pedaggio obbligato alle democratiche pur di arrivare in un Parlamento, non lo era – ve lo ricordate, era più di un anno fa – l’insulto sessista a Federica Salsi, consigliera comunale a Bologna, accusata di essere andata a Ballarò pur di titillare il proprio punto G. e provare orgasmi da videodipendente. 

Il video “In viaggio con Lady ghigliottina”

 https://www.youtube.com/embed/UELww8uXZBk/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Il video della partecipazione di Laura Boldrini a Che tempo che fa, dove ha detto, a proposito degli insulti ricevuti sul blog di Beppe Grillo: «che chi partecipa a quel blog non vuole il confronto ma offendere e umiliare. Sono potenziali stupratori».

Quindi ci sono solo due possibilità: o Grillo ha veramente un immaginario degno de “il Tromba” o dei fumetti Squalo degli anni Settanta (quello per cui le donne sono tutte un po’ troie, desiderose di essere prese da maschioni bollenti e superdotati, vagamente ninfomani e sempre inferiori). Oppure – e questa é la seconda possibilità – Grillo pur non appartenendo a questo immaginario, è convinto che tuttavia lo stereotipo delle donne-troie sia profondamente radicato negli italiani, e che agitare la sessuomania, o fare battute allusive sulle tette della Boldrini e sui rendez-vous in macchina si conquistino voti. 

Le scuse del giorno dopo, proprio per questo sono risibili. Potrebbe essere il primo passo della politica 3.0, l’ultima casaleggeria, un modo per tornare in testa ai sondaggi. Oppure un errore di calcolo. Di sicuro non è un gesto improvvisato: il porno-populismo è l’ultima scommessa di Grillo per accendere la grancassa dei deputati guerrieri, il primo passo della campagna elettorale per le europee. Come sarebbe bello se – al contrario di quanto non dica un sondaggio di Agorá secondo cui il 70% degli elettori sono d’accordo con lui – Grillo questa scommessa finisse per perderla.

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