L’Imu si paga anche sulle cabine da spiaggia “non rimuovibili”. Lo dice la legge, ma non tutti sono d’accordo su come vada interpretata. A Rimini una sola struttura verserebbe l’imposta: secondo l’assessore comunale al Demanio marittimo, il motivo è che le altre sono classificate in modo sbagliato dall’Agenzia del Territorio e da quella delle Entrate. I bagnini rispondono che quelle “casette” sono solo appoggiate alla spiaggia, ed è giusto che siano esenti. Un dibattito che potrebbe coinvolgere altre località italiane.
Centinaia di euro
Tutto parte dal Grand Hotel Rimini. A dicembre l’agenzia delle Entrate gli comunica che le sue 58 cabine sono state classificate in categoria D8, su cui l’Imu si paga. Un precedente pericoloso per alberghi e stabilimenti che hanno strutture simili, ma catalogate diversamente? A sentire chi l’imposta la versa, si direbbe di no. «L’abbiamo sempre fatto, anche quando si chiamava Ici – spiegano dalla direzione del Grand Hotel -. È una procedura standard. Per quanto ne sappiamo non siamo un’eccezione, anche gli altri pagano. A noi costa circa 1.500 euro l’anno».
Pietro Gentili, leader del Sindacato Italiano Balneari, precisa il quadro normativo. «Le cabine di legno, montate a inizio stagione e rimosse alla fine, non possono esser soggette a Imu. Lo sono quelle in muratura, di difficile rimozione. Secondo noi è ingiusto, perché sono proprietà dello Stato, che le dà in affitto. Purtroppo la finanziaria 2000 ha stabilito che a pagare devono essere gli affittuari». Sempre le norme, secondo il sindacato, assicurano la non tassabilità delle cabine rimuovibili. «Una circolare del ministero dell’Economia salvaguarda le strutture non “stabilmente ancorate al suolo”. Se mettessero l’Imu anche su quelle ci rivolgeremmo a commissioni tributarie, Tar, Consiglio di Stato».
Una minaccia di barricate che potrebbe partire da Rimini, se le cabine del Grand Hotel fossero in legno. Invece sono in muratura: quindi è normale che paghino, perché lo prevede la legge. Eppure la vicenda può essere lo stesso un precedente importante. Il perché lo spiega Roberto Biagini, assessore comunale al Demanio marittimo. «Le strutture dell’albergo in questione sono attaccate alla spiaggia nello stesso modo in cui lo sono le altre della riviera. Anni fa erano di legno, rimuovibili, ma ora sono in muratura. Eppure a Rimini solo il Grand Hotel versa l’Imu per le cabine». Questo perché l’Agenzia del Territorio e quella delle Entrate considerano le altre “facilmente rimuovibili”. Il fatto che quelle del Grand Hotel siano catalogate in modo diverso, dice Biagini, è dovuto a una richiesta di condono fatta negli anni ’80. «Il presupposto per ottenerlo è l’accatastamento, che ha portato a classificarle in categoria D8, soggetta a Imu».
“Non ti pago”
Secondo l’assessore la situazione di Rimini si ripete altrove. «Anche a Riccione sulle strutture in muratura non si versa. A Misano Adriatico, invece, parte della spiaggia è proprietà del Comune, che affitta ai bagnini. Le cabine sono uguali alle nostre, ma lì l’Imu c’è». La Cooperativa bagnini di Rimini dà una lettura diversa. «È vero che nella nostra città solo il Grand Hotel paga sulle strutture in muratura – ammette il presidente Mauro Vanni. – Tra le loro e le altre, però, c’è una differenza sostanziale. Le prime sono costruite sul posto, attaccate al terreno. Le seconde nel 99% dei casi sono prefabbricati appoggiati sulla sabbia, facilmente rimuovibili. Se mettiamo l’Imu su quelle dovremmo farlo anche con tavolini, sedie, ombrelloni».
Ma la legge, sostiene Vanni, dice un’altra cosa. «Quanto a Riccione, lì l’imposta è dovuta sulle cabine-ufficio dei bagnini, edificate sul posto. Le altre sono come le nostre, e sono esenti. Non conosco la situazione di Misano, ma dato che parliamo di terreno comunale, può darsi che l’Imu si paghi in base ad accordi col municipio». Il dibattito sembra lontano dal chiudersi. Se dovesse allargarsi ad altre zone d’Italia, potrebbe creare problemi a chi finora l’imposta non ha dovuto pagarla. Aprendo nuove opportunità di incasso per gli enti pubblici.