La tabella seguente riporta le remunerazioni mensili nette da tasse degli ambasciatori italiani (colonna 4) e tedeschi (colonna 5) in ciascuna delle capitali dei tre paesi più ricchi di ogni continente, più i rappresentanti all’Onu di Ginevra e New York. Sono remunerazioni teoriche, che assumono un ambasciatore senza moglie e senza figli.
GLI AMBASCIATORI ITALIANI GUADAGNANO (NETTO DA TASSE) DUE VOLTE E MEZZO QUELLI TEDESCHI
I dati italiani mi sono stati forniti direttamente da funzionari del Ministero degli Esteri(1), quelli tedeschi sono basati su fonti ufficiali scaricate da internet. In media, le remunerazioni nette italiane sono due volte e mezzo quelle tedesche (colonna 6). In Europa e in America del Nord sono quasi tre volte.
1: “A”: Ambasciatore; “MP”: Ministro Plenipotenziario; “C”: Consigliere
2: “ISE”: “Indennità di Servizio all’Estero”
In entrambi i paesi, la remunerazione totale di un ambasciatore si compone di uno stipendio metropolitano e di una indennità di servizio all’estero (“Ise” in Italia). Quest’ ultima varia secondo il costo della vita e la pericolosità della sede. (2)
Sia gli ambasciatori tedeschi sia quelli italiani hanno ovviamente diritto all’abitazione. A proposito di abitazione, Wall Street Italia riferisce che il rappresentante italiano alle Nazioni Unite di Ginevra, che già percepisce uno stipendio netto pari a quasi due volte e mezzo il suo collega tedesco, risiede in una villa a con 12 bagni da 22mila euro di affitto al mese.
Gli ambasciatori italiani hanno diritto anche a un’indennità per le spese di rappresentanza (non riportata in tabella, perché sottoposta a rendicontazione), che varia da 4mila euro mensili a Pretoria a 22mila euro a Tokyo. Essa può venire usata, tra l’altro, per il leasing e la benzina della macchina di servizio, per viaggi di rappresentanza, per domestici, per ricevimenti, etc.. Nel caso degli ambasciatori tedeschi le spese di rappresentanza sono a carico della sede.(3)
VISTO DALLA FARNESINA È UN ALTRO MONDO
Nella primavera del 2012, una commissione incaricata di fare proposte per la razionalizzazione della spesa del Ministero degli Esteri in vista della spending review del governo Monti, così scriveva: “Va ricordato che il bilancio del MAE è composto per l’83,3 per cento da voci non rimodulabili (retribuzioni del personale) oppure rimodulabili solo parzialmente e comunque previa modifica di norme legislative (contributi obbligatori e Ise)[…]. L’obiettivo che la Commissione si è posto non è quello di creare ulteriore risparmio netto, dal momento che le risorse della Farnesina, anche sulla base dei citati confronti internazionali, non paiono ulteriormente comprimibili se non a prezzo di un drastico ridimensionamento della proiezione internazionale del Paese“. È proprio così ovvio?
*Roberto Perotti coordina un gruppo di lavoro della segreteria di Matteo Renzi sulla spesa pubblica. Il contenuto di questo articolo rappresenta le idee personali di Roberto Perotti e non è stato in alcun modo sottoposto alla visione né tantomeno al vaglio preventivo di alcun componente del gruppo di lavoro o della segreteria.
Ringrazio numerosi funzionari e dirigenti della Farnesina per la loro collaborazione, e due persone che preferiscono rimanere anonime.
(1) Mentre i funzionari con cui ho parlato sono stati gentilissimi e disponibilissimi, non si può evitare di notare come il sito del Ministero degli Esteri sia assolutamente oscuro per quanto riguarda i compensi del personale diplomatico fuori sede. Con i dati pubblicati sul sito non vi è alcun modo di ricostruire i compensi dei diplomatici all’ estero, neanche approssimativamente.
(2) La metodologia per calcolare la remunerazione degli ambasciatori tedeschi è la seguente
1 – scarica il file epl05.pdf all’ indirizzohttp://www.bundesfinanzministerium.de/bundeshaushalt2012/pdf/2011/epl05.pdf
2 – a pp. 96 e 97 sono elencate tutte le ambasciate e consolati, con ila qualifica del capo missione: può essere B9 (la più alta), B6, B3 o A15
3 – al sito http://oeffentlicher-dienst.info/beamte/bund/ inserendo “b9” o “B6” o “B3” appare la remunerazione metropolitana lorda e netta di un ambasciatore appartenente alle categorie predette
4 – a questo indirizzo scarica il file Informationen zur neuen Auslandsbesoldung
5 – le ultime 5 pagine di questo documento riportano la “zona” (“stufe”) di ogni città estera.
6 – alla Tabella 1 di questo documento, vai alla colonna corrispondente alla remunerazione lorda dell’ ambasciatore, trovata al passaggio 3, e alla riga corrispondente alla zona trovata nel passaggio 5.
7. Moltiplica il numero così trovato per 1.025. Questa è l’ indennità di servizio all’ estero.
8. La remunerazione totale è la somma della remunerazione metropolitana netta trovata al passaggio 3 e della indennità di servizio all’ estero trovata nel passaggio 7.
La metodologia per calcolare l’ ISE italiana è approssimativamente la seguente:
1 – prendi l’ indennità di base di 1888 euro;
2 – moltiplica l’ indennità di base per il “coefficiente di sede” (Si noti che il coefficiente di sede per gli ambasciatori è diverso da quello che si trova su alcun siti web)
3 – somma le cifre trovate nei due passaggi precedenti
4 – moltiplica la somma così trovata la MRD (la “Maggiorazione di Rischio e Disagio”).
5 – sottrai le tasse e i contributi vari (solo il 50 percento dell’indennità di base di 1888 euro è tassabile).
6 – a questo va aggiunto lo stipendio netto metropolitano.
Non tutti i parametri per seguire questi passaggi sono disponibili su internet, per quanto mi risulta. Ho ottenuto i dati sull’Ise netta e sugli stipendi metropolitani netti direttamente dal Ministero degli Esteri, che ringrazio.
Lo stipendio netto metropolitano dipende dalla qualifica dell’ Ambasciatore: “Ambasciatore”, “Ministro Plenipotenziario”, o “Primo Consigliere”. C’è una piccola alea di incertezza sullo stipendio effettivamente percepito, a causa del fenomeno delle “promozioni bianche”: un ministro plenipotenziario promosso ambasciatore potrebbe conservare lo stipendio di ministro plenipotenziario. Questa incertezza non è risolvibile.
(3) Alla presa di servizio un ambasciatore italiano percepisce anche un’indennità di sistemazione pari a circa una volta e mezzo l’Ise mensile (Art. 176 del DPR 5 gennaio 1967, No. 18); al ritorno dal servizio ha diritto a una indennità di richiamo dal servizio pari anch’essa a una volta e mezzo l’Ise mensile (Art. 199 del DPR 5 gennaio 1967, No. 18, così sostituito dal dl 31 agosto 2013, No. 101). Alla presa di servizio ha inoltre diritto a un contributo per le spese di trasporto delle proprie “masserizie” pari al 50 percento dell’indennità di sistemazione se la sede dista meno di 1.500 km da Roma; 75 percento se tra 1.500 e 3.500 km; e 100 percento se oltre i 3500 km. Al ritorno dal servizio ha diritto a un altro contributo per le spese di trasporto pari alle stesse percentuali dell’indennità di richiamo dal servizio ( Art. 175 del DPR 5 gennaio 1967, No. 18).