La provocazione di Baboon Fart Story

selfpublishing

Abbiamo appena scoperto, grazie al Bot di Einaudi, che il piccolo caso editoriale di oggi su Amazon è un libro che si intitola Baboon Fart Story, scritto da un non meglio precisato utente che si firma Phronk e che ha messo in fila per 100mila volte la parola fart, che in inglese significa scoreggia, ha impaginato e copertinato il tutto e l’ha pubblicato su Amazon. Il tutto in poco meno di 24 ore. Il risultato è che il libro ha ricevuto un po’ di recensioni positive, è diventato un piccolo caso editoriale, simile a quello del libro completamente bianco di qualche mese fa, e, come tutte le provocazioni, ci fa riflettere sul significato e sulle possibili implicazioni del self-publishing.

Per capire perché mai Phronk abbia deciso di imbarcarsi in questa baraccata, facciamo un passo indietro. Un paio di giorni uno scrittore americano di nome Chuck Wendig ha scritto sul suo blog un lungo post dedicato al selfpublishing e intitolato Il bingo lapalissiano del self publishing. Si tratta di un post che Wendig ha scritto in risposta ai molti commenti ricevuti per un suo articolo precedente, pubblicato sempre sul suo blog, che contestavano le sue posizioni sull’argomento, accusandole di essere a lot of not-really-true-truisms sul selfpublishing.

In uno dei passaggi di questo suo ultimo articolo (per un po’ Wendig ha deciso di non prendere parola sull’argomento) Wendig prende in considerazione una delle frasi che si sente ripetere più spesso, ovvero: «Self-publishing is the only real choice».

Continua Wendig:

Questa frase è come dire che «l’unica vera scelta è se autopubblicare il proprio lavoro o sottometterlo ai guardiani del gate dell’editoria», il cui senso ultimo è che autopubblicarsi sarebbe come saltare direttamente su un aereo che ti porta dovunque tu voglia, mentre rivolgersi all’editoria tradizionale significherebbe sottoporre il proprio lavoro a una invadente colonscopia prima ancora di essere autorizzato ad avvicinarsi al gate.

Questo è quasi vero, infatti io potrei letteralmente scrivere la parola fart 100mila volte, piazzare in copertina un babbuino che si piscia in bocca e poi caricare questa figata pazzesca direttamente su Amazon. nessuno mi fermerebbe. Nel mente, però, davanti alle porte dell’imbarco chiuse, una dozzina di editori e di agenti scaglierebbero per terra la mia storia di scoregge di babbuino come un volano.  

L’esempio di Wendig – non ci sono dubbi – è una gran provocazione, mirata a dimostrare il fatto che su Amazon pubblicare qualsiasi cosa è decisamente facile, il problema è che l’obiettivo di scrivere non è pubblicare e basta, ma anche raggiungere un pubblico, ovvero superare, in un modo o nell’altro, le porte dell’imbarco e salire sull’aereo.

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