Rocco Casalino, «l’autogol vivente» dello staff M5s

Ingegnere, giornalista, ex GF

Nel giro di poche settimane ha scalato le cronache. Ieri volto televisivo sulle reti berlusconiane e oggi uomo staff del Movimento 5 Stelle per il quale gestisce le apparizioni tv di deputati e senatori, Rocco Casalino è nell’occhio del ciclone. A inizio febbraio c’è stata la lettera al vetriolo indirizzata a Daria Bignardi e pubblicata sul blog di Grillo dopo l’intervista a Di Battista nel corso delle Invasioni Barbariche. Casalino era dietro le quinte e abbracciava Alessandro per congratularsi della performance, inquinata dalle domande sul papà fascista e dalla successiva reprimenda di Augias. Poi è scoppiato il caso di una vecchia intervista rilasciata alle Iene, nel corso della quale Casalino sosteneva: «Il povero ha un odore diverso dal ricco, hai mai provato a portarti a letto un romeno? Anche se gli fai fare dieci docce continua ad avere un odore agrodolce. Investiamo tanti soldi per rendere gli italiani civili e poi abbiamo questa gente che non ha istruzione, noi la stiamo facendo entrare ed è un pericolo».

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Razzismo e odio di classe? Sì, cioè no. Il blog di Grillo ospita un altro intervento in cui Casalino giustifica le intemerate: «Frequentavo un corso di recitazione e a me fu affidata l’interpretazione di un personaggio snob e xenofobo, dovevo usare un linguaggio paradossale ed estremista. Per sbeffeggiare l’ipocrisia di molti personaggi pubblici interpretai questo ruolo politicamente scorretto in un’intervista alle Iene utilizzando lo studio fatto nel corso di recitazione». Insomma un colossale equivoco, a sentire il comunicatore M5s che passa al contrattacco: «Dopo la lettera alla Bignardi ero consapevole che una certa parte politica avrebbe subito utilizzato la macchina del fango». Nell’attesa di individuare i responsabili, la vicenda ha generato un cocktail di indignazione e ilarità, polemiche e sbeffeggi che lambiscono il Movimento e accendono il dibattito interno.

Classe 1972, natali tedeschi e infanzia pugliese. Ma chi è Rocco Casalino? Il grande pubblico lo ricorda per l’ingresso nella casa del Grande Fratello, con appendice postuma di ospitate in discoteca e nei salotti tv, da Buona Domenica a Maurizio Costanzo. Ma il curriculum lo sciorina lui stesso: «Mi sono diplomato con 60/60, ho una laurea in ingegneria elettronica e una specializzazione in ingegneria gestionale, parlo sei lingue, ho fatto l’esame da giornalista professionista passandolo con il massimo punteggio, ho lavorato con Lamberto Sposini per un programma politico, ho condotto un programma giornalistico su TeleLombardia e mi sono occupato di comunicazione a 120.000 euro l’anno per una multinazionale». Poi la conversione al Movimento, la candidatura al consiglio regionale della Lombardia ritirata per alcune polemiche interne, quindi l’ufficio stampa nei ranghi grillini fino allo sbarco nel Palazzo romano. Lo si è visto alle consultazioni con Bersani, o nelle conferenze stampa indette dal Movimento dove smista le domande dei giornalisti. Presenza fissa anche durante le discese capitoline di Grillo e Casaleggio, esibisce il physique du role del pretoriano sorridente ma inflessibile.

Schivo, dietro le quinte e restio ad apparire in tv, Casalino sembra far di tutto per destrutturare un passato gonfio di riflettori. Oggi sono rare le sue interviste, ma gestisce per contratto (2.000 euro netti mensili) quelle dei parlamentari M5s a stampa e tv, li accompagna negli studi televisivi e li assiste dal backstage come un vero angelo custode del Big Brother pentastellato. Un ruolo cruciale, visto anche il rapporto ondivago che il Movimento ha con i media, un cordone ombelicale talmente delicato che le uscite in tv si concordano con lo staff comunicazione di cui Casalino è uomo chiave. Altrimenti arriva la nota di Beppe Grillo che odora di scomunica, come quella pubblicata lunedì contro il senatore Roberto Cotti: «La sua presenza a Ballarò non è stata concordata nè con gli altri senatori nè con il gruppo di comunicazione. È stata una sorpresa per tutti». In scia si inserisce Corrado Formigli che denuncia: «L’ufficio comunicazione M5s impedisce la partecipazione dei parlamentari a Piazzapulita».

Giacca e cravatta, fisico prorompente e look impeccabile, l’ingegnere ex Grande Fratello ha piena contezza dell’incarico: «Il mio lavoro è proteggere i parlamentari, sono un attivista e un professionista, ma prima di tutto un attivista. Se c’è da lottare lotto». Una dichiarazione di amore e guerra. «Passivo più che attivista», scherzava lui stesso qualche mese fa davanti alla telecamerina di Salvo Mandarà. Ora inseguito da Luca Bertazzoni di Servizio Pubblico che vuole fargli qualche domanda si dà alla fuga nelle vie del centro di Roma, stesso copione con Nello Trocchia del Fatto Quotidiano. Però ha trovato il tempo di raccontare agli attivisti «i retroscena sui giornalisti in Transatlantico».

cronisti parlamentari lo descrivono come «cordiale, preciso e professionale». Lo staff milanese fa quadrato intorno a lui, ha ospitato sul blog la lettera a Daria Bignardi e la sua giustificazione all’intervista delle Iene, rilanciandole con enfasi nelle pieghe di web e social network. Beppe Grillo parla di «fango» ed esprime «solidarietà a Rocco Casalino». Il responsabile comunicazione al Senato Claudio Messora gli fa scudo da mesi: «Rocco è un attivista serio e fa bene il suo lavoro». Dello stesso avviso deputati e senatori stellati anche se più di qualcuno storce il naso nei confronti dell’«eccessivo personalismo di personaggi come Casalino, addetti stampa che portano mediaticamente l’immagine del Movimento».

L’umore cambia quando si esce dal palazzo, tra gli attivisti e i meetup non c’è politichese che tenga. Tanto nei discorsi a voce quanto nei commenti sui social e sul blog il disappunto si fa condanna e i capi d’accusa più citati sono l’inadeguatezza al ruolo, i dubbi sulla carriera nei Cinque Stelle (gli rimproverano di essere un cooptato) e il danno arrecato all’immagine del Movimento. Un crudele contrappasso per lui che, al momento della discesa in campo, aveva annunciato: «Penso di poter essere utile avendo molta facilità a parlare con la gente e a convincerla a passare dalla nostra parte». Oggi i primi titubanti sono gli attivisti, molti dei quali chiedono la sua testa. Tra diversi attestati di stima e solidarietà c’è chi, come Marco Nivali, riflette: «Puoi essere il più bravo del mondo ma se si fanno scelte sbagliate si pagano le conseguenze. Se sei una persona intelligente dovresti fare un passo indietro di umiltà e lavorare dietro le quinte dando il tuo contributo e lasciando posti di rilievo ad altri, facendo in modo che il Movimento non venga sputtanato». Chiede polemicamente Delio Bartolucci: «La settimana prossima ci portano via la casa e dobbiamo preoccuparci di lui?». Gianfranco Donato chiosa: «Casalino è in grado di screditare tutto il lavoro fatto finora» mentre Francesco punta il dito contro «gente che si ricicla dallo spettacolo, si butta in politica per arrivare a una poltrona». Angelo Terra sputa la sentenza: «È inadatto a rappresentare il Movimento».

Il ritornello è quello di un «autogol» continuo nell’esposizione dei pentastellati e Gabriele Bisogni mette in chiaro: «Io ho votato il Movimento per persone come Taverna e Di Battista, non per Casalino». Andrea Galimberti conia uno slogan: «Più Di Battista e meno Casalino». Cristina Vignapiano invita al passo di lato: «Se davvero Rocco tiene al Movimento lasci il posto e torni tra gli attivisti, siamo in guerra e non possiamo permetterci queste idiozie». Fonte di imbarazzi o indegno rappresentante, le scuole di pensiero si dividono e Diego lancia l’idea: «Perché non fare un sondaggio tra gli iscritti per vedere cosa pensano di Rocco, se allontanarlo o no?». Edoardo è sulla stessa linea: «Referendum su beppegrillo.it per l’esclusione di Casalino, forse se siamo tanti ci ascolteranno», mentre Alessandro Savino attacca: «Stiamo pagando un altissimo prezzo per colpa di Casalino, se facessimo le votazioni online il Movimento lo manderebbe a casa». Salvatore Felicia prova a smorzare la tensione: «Non fate l’errore di giudicare qualcuno per quello che ha fatto ma per quello che fa».

I messaggi critici corrono a centinaia e i militanti scuotono la testa davanti al boomerang mediatico procurato al Movimento: «Signor Casalino non stiamo mica combattendo le menzogne e le bufale di regime della casta per iniziare a sentire le sue».Galeotto fu il Grande Fratello nel regno Mediaset: in molti lo stroncano senz’appello e non gli perdonano la partecipazione al reality, una sorta di marchiatura a fuoco, condanna da scontare all’ergastolo tra il paradiso di Montecitorio e il purgatorio dei Meetup. Anche per questo Paolo Morra sbotta: «Meglio ex Grande Fratello che mafioso pregiudicato». Eppure il ritornello sembra ripetersi identico e martellante, come quello scandito da Valentina Marini: «Casalino mediaticamente distrugge il Movimento, spiace se è in buona fede ma saperlo associato al M5s è deleterio e un deterrente enorme». Le fa eco Claudia: «Indubbiamente Rocco sarà anche una brava persona ma è un elemento poco amato da chi simpatizza il Movimento».

Il diretto interessato cammina a testa alta: «Accetto tutte le critiche ma vi prego di non essere qualunquisti e banali, è facile attaccarmi per la storia del Grande Fratello ma se siete per la meritocrazia dovreste guardare quello che ho fatto per quarant’anni e non quello che ho fatto per tre mesi in una casa». Quanto alle accuse di raccomandazione e di scalata sospetta al gruppo comunicazione M5s, Casalino sgombra il campo dagli equivoci: «Non conoscevo personalmente nè Grillo nè Casaleggio, quindi io ci sono arrivato dal basso e con merito». Adesso restano solo da convincere gli attivisti.

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