La guerra per il dominio dei social sta davvero assumendo proporzioni globali. Dopo l’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook, finalizzata, tra le altre cose, a scavalcare la muraglia dell’Interne cinese, è infatti arrivata la notizia che Weibo, il twitter con gli occhi a mandorla, è in procinto di sbarcare a Wall Street per raccogliere il capitale necessario in vista dell’agguerrita competizione per il mercato del mobile. Attualmente stimato tra i 5 e i 6 miliardi di dollari, Weibo vuole alzare la sua valutazione e raccogliere altri 500 milioni per migliorare il suo servizio. Le operazioni saranno guidate da Credit Suisse e Goldman Sachs.
Quello dell’utilizzo globale dei social network via mobile è uno dei principali vettori su cui i big dell’economia digitale contano di prosperare nei prossimi anni. Ma dalla Cina sono emerse diverse realtà che sembrano voler mettere in serio pericolo la supremazia dei soliti noti Twitter, Facebook e Google. Due compagnie sono particolarmente agguerrite sul terreno delle piataforme sociali: Sina Corp e Tencent. A loro appartengono due tra le piattaforme sociali più utilizzate in Cina, Weibo e WeChat, e hanno tutta l’aria di voler alzare l’asticella della competizione in un mercato che si sta facendo sempre più globale e affollato. E la torta del mobile advertising asiatico è più grossa di quella nordamericana.
Sina Weibo è stato lanciato nell’agosto 2009 ed è una sorta di ibrido tra Facebook e Twitter. Il limite dei post è di 140 caratteri, ma in cinese uno o due caratteri sono sufficienti per comporre una parola, dunque i post risultano più lunghi rispetto ai tweet che conosciamo. È nato nel 2009, dopo dopo le sommosse popolari a Ürümqi. Nella protesta mossa dalla minoranza degli Uiguri sono rimaste uccise almeno 197 persone e più di 1700 sono stati i feriti. Per evitare un’eccessiva risonanza di questo tipo di eventi interni, la Cina ha così dato un’ulteriore stretta alla propria rete, impedendo l’accesso a molti siti e servizi occidentali, tra cui Twitter. Sina Weibo ha così conquistato la quota di mercato lasciata libera dall’uscita di scena di Twitter.
Weibo in cina ha più di 600 milioni di utenti, di cui circa 61 milioni utilizzano attivamente il servizio ogni giorno. Percapire il potenziale virale della piattaforma basti pensare che questo post in cui una ragazza imita le espressioni di un coniglio ha ottenuto più di 150.000 condivisioni e che solo nel primo minuto del capodanno cinese sono stati condivi più di 800.000 mila contenuti sulla piattaforma.
Fino a oggi la Cina, ovvero la più popolosa nazione del mondo, ha vissuto su di un’isola digitale rimasta artificialmente separata dal resto del continente-Internet abitato dagli altri cittadini del globo. La Cina rappresenta in questo senso una sorta di anomalia globale. In un mondo dove i confini degli stati tendono a farsi sempre più sottili, la tendenza cinese di questi ultimi anni è stata quella di mantenerli ben saldi, soprattutto nella forma della muraglia virtuale, quel chinese firewall che racchiude le comunicazioni digitali della nazione in una bolla che filtra sapientemente sia il dissenso interno che le critiche esterne. Del primo tipo è infatti il caso dei 100.000 utenti bannati o in qualche modo puniti dopo l’introduzione delle nuove regole da parte del governo. Il problema dell’Internet cinese è che lo stato mantiene un forte controllo sui cittadini, che solo timidamente e di rado si trovano a protestare, mentre la grande maggioranza asseconda senza criticarle le imposizioni del governo.
Le cose tuttavia stanno evolvendo e, se non c’è ancora stato nessun fatto capace di stravolgere in un sol colpo l’attuale stato di cose, una serie di segnali evidenziano quanto la situazione non sia fissata una volta per tutte. Tutti i big player del settore, sia orientali che occidentali, stanno muovendo i loro pezzi sulla scacchiera, cercando di capire, nel frattempo, quale strategia adottare per posizionarsi in quello che dovrebbe essere il mercato multimiliardario dei prossimi anni, il mobile advertising. L’affare sembra l’abbia fatto Facebook, che, secondo Forbes, vede il potenziale di WhatsApp aggirarsi attorno a una valutazione di 100 miliardi di dollari, qualora riuscisse a monetizzare in Asia come sta facendo il suo principale concorrente WeChat. WhatsApp si sta preparando e ha annunciato che aggiornerà il servizio con la messaggistica vocale tanto cara ai cinesi. E intanto anche Linkedin sta per lanciare la una versione apposita per la tigre asiatica.
L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook e la quotazione di Weibo hanno più di una cosa in comune. Innanzitutto entrambe le mosse sono volte a conquistare quote del mercato estero. In pratica WhatsApp è il tentativo di Facebook di penetrare nel mercato cinese, e l’IPO è il tentativo di Weibo di penetrare in quello occidentale. Entrambe le piattaforme, inoltre, stanno affrontando un fisiologico calo nella crescita dei nuovi utenti dovuto, in entrambi i casi, alla saturazione del mercato nazionale interno dei due paesi. Weibo a breve sarà quotato a Wall Street e questo porterà a un inevitabile disclosure dei numeri e dei dati del social cinese. I social network non sono più una novità, ma, essendo entrati nella fase matura del loro sviluppo, rappresentano a tutti gli effetti degli asset che hanno il loro peso sui rapporti di forza tra i paesi.
Facebook e Weibo simboleggiano il nuovo Yin e Yang dell’assetto globale dei Social Media. Questi ultimi rivolgimenti possono essere dunque letti come una curiosità reciproca dei due universi opposti di Cina e USA? È presto per dirlo ma la sfida in questo caso è davvero globale e in ballo ci sono miliardi di dollari e centinaia di milioni di potenziali utenti da coinvolgere nel giro di 2-3 anni.