Raccontano che quando qualcuno stamattina ha tradotto al presidente del Consiglio Herman Van Rompuy il fondo del Corriere della Sera sui «sorrisi» e le «offese», il fiammingo e il suo portavoce, Dirk De Backer, non credevano ai loro occhi. Un fondo firmato Pierluigi Battista in prima pagina in cui si parla nientemeno che di «schiaffo gratuito», «un’offesa che l’Italia non merita».
Ci hanno messo un po’ a capire di che diavolo stesse parlando l’editorialista del primo giornale d’Italia, mentre dall’Italia piovevano richieste di «scuse ufficiali» da parte di Van Rompuy, le stesse invocate anche nel titolo dell’editoriale. Quando si dice cattivo giornalismo, e la fantasia al potere. La cosa – lo sa chiunque si sia letto i giornali oggi, o i rispettivi siti con video incorporato – è nata dalla faccia perplessa di Van Rompuy e del presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, quando un giornalista, ovviamente italiano, ha posto – senza precisare a chi dei due fosse rivolta – una domanda sui famosi «margini» di bilancio per il governo Renzi e la sua idea di poter aumentare il deficit, questione che evidentemente da settimane toglie il sonno ai giornalisti nostrani.
Una domanda oltretutto piovuta dal nulla in un contesto in cui si parlava di tutt’altro. Chi scrive era presente e ha potuto osservare la scena (oltre a rivederla in video): i due erano semplicemente sorpresi, e oltretutto non sapevano chi dei due dovesse rispondere. Niente a che vedere con il sorriso sarcastico e un evidente body language dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy quando gli fu chiesto – era il 2011 (chi scrive era presente anche lì, a pochi metri) che pensasse di Berlusconi. No, quelli di Van Rompuy e Barroso non erano «sorrisini» di scherno, come si èinvano affannato a spiegare lo stesso portavoce De Backer – guarda caso ripreso esclusivamente da Reuters e dall’Agi (che si avvale dell’agenzia britannico-canadese) e da nessun’altra: «si èvolutamente travisato un sorriso – ha assicurato De Backer -Van Rompuy e Barroso volevano solo coordinarsi su chi avrebbe dovuto rispondere al giornalista. Gli articoli dei giornali non meritano ulteriori commenti». Lo stesso Renzi ha confermato poi la versione: «Ho trovato la ricostruzione su presunti sorrisi tra Van Rompuy e Barroso lontana dalla realtà».
Niente da fare, la corsa alla notiza “sexy” prevale, al pari di un certo compiaciuto autovittimismo italiano. Certo, brucia il ricordo dell’effettivamente umiliante sarcasmo di Sarkozy – un’oggettiva caduta di stile, qualunque idea si abbia di Berlusconi – ma il vizio italiano di decontestualizzare le notizie purchéfacciano titolo èirrefrenabile. Parlando con varie fonti Ue, sia della Commissione, sia del Consiglio Ue, si sentono giudizi positivi e ottimisti su Renzi, parole di incoraggiamento e sostegno, e speranza che le riforme da lui promesse divengano effettivamente realtà. Le foto e i video degli incontri di Renzi – separati – in questa due giorni a Bruxelles per il Consiglio Europeo, prima con Barroso, poi con Van Rompuy, parlano una lingua di cordialità e rispetto, non certo di disprezzo e sarcasmo. Ben altra la situazione del Berlusconi di fine 2011, quando lo si vedeva isolato al vertice del G8 a Cannes, e diplomatici tedeschi e francesi non esitavano a parlarne in toni non esattamente lusinghieri, mentre vari leader ostentavano un’evidente freddezza. Non a caso pochi giorni dopo la famosa risata del francese il Cavaliere doveva dimettersi per far posto a Mario Monti, mentre gli spread tornavano a schizzare alle stelle.
Il contesto, ripeto: lo sgradevole sarcastico sorriso di Sarkozy – assolutamente impossibile da equivocare – era figlio di quel clima. Il sorriso imbarazzato di sorpresa e di cortesia reciproca («parlo io? no prego, rispondi tu») di Van Rompuy e Barroso ètutta un’altra cosa, e oltretutto non avrebbe senso un evidente sarcasmo in un contesto in cui Bruxelles è compatta nel dare tutto il sostegno a Renzi, visto come forse l’ultima spiaggia, l’ultima speranza per far ripartire la terza economia dell’eurozona che rischia altrimenti di trasformarsi in potenziale minaccia per tutta l’eurozona. Seppellire l’attuale premier italiano con un sarcastico «sorrisetto» è l’ultima cosa che si sogna Van Rompuy e Barroso. Ma non c’èniente da fare.
Qualche mese fa un’agenzia video riprese un minuto in cui, durante un summit europeo, Angela Merkel passava davanti all’allora premier Enrico Letta che accennava a porgerle mano, ma lei non se ne accorgeva. Titolo dell’agenzia: «Gelo Letta-Merkel», naturalmente ripreso senza verifiche da agenzie e giornali. Peccato che solo poche ore prima si fosse visto parlare Letta fitto fitto con la Merkel, cordialmente. E solo pochi giorni prima fosse stato ricevuto in pompa magna a Berlino. Perchémai avrebbe la cancelliere dovuto «gelare» Letta? La Merkel ripresa nel video dell’agenzia, semplicemente voleva andare a salutare un altro leader, e non si era accorta della mano tesa di Letta. Tutto qui. Ma così non èsexy. Viva la fantasia. Viva il «gelo» e le «offese». Con buona pace del giornalismo.