Tito Faraci domanda, Zerocalcare risponde

Dal podcast Tizzoni d'inferno

Tito Faraci è mille cose: sceneggiatore di Topolino, Tex, Diabolik e altro, blogger de Linkiesta e anche conduttore di un podcast del network La trasmissione dedicato interamente ai fumetti: Tizzoni d’Inferno. Nell’ultima puntata del programma (che va in onda ogni primo mercoledì del mese su Radionation.it), Tito ha fatto quattro chiacchiere con uno dei fumettisti più amati d’Italia: Zerocalcare, che da qualche anno con il suo blog raccoglie migliaia di lettori e autore di La profezia dell’armadillo, Un polpo alla gola, Ogni maledetto lunedì su due, e Dodici. Dal primo dei volumi citati, inoltre, è anche in lavorazione un film e proprio questo è stato uno degli argomenti discussi nell’intervista (di cui, ringraziando tanto La trasmissione che ci permette di farlo, riportiamo qualche passaggio).

Tito inizia chiedendo a Zerocalcare che rapporto ha con la fama che il suo successo gli hanno portato il suo blog e i suoi fumetti. «Iniziamo dicendo che l’editoria è una nicchia e che il fumetto è la nicchia della nicchia», dice Zerocalcare. «Quando si parla di successo comunque è sempre tutto molto molto relativo. Mi riconoscono in treno ogni tanto, al massimo. Magari quando si accorgono che sto disegnando. Non faccio la vita di Robbie Williams». Un’altra domanda di Tito è sul rapporto di Zerocalcare col raccontare, attraverso sé stesso, un’epoca e una generazione. Se sente questa cosa come una responsabilità o semplicemente come un curioso fatto accidentale. «Per me questo», risponde Zerocalcare, «è un problema gigantesco. Io questa roba me la pongo in continuazione. Non ho mai avuto la vocazione di rappresentare un pezzo di mondo. E questa roba mi è stata un po’ cucita addosso […]. Ho sempre cercato di raccontare una piccola parte parziale della mia vita, scegliendo quali cose raccontare. Quello che racconto non è nemmeno riassuntivo della mia vita, figurarsi se può essere riassuntivo di una generazione. Ho tantissime cose che considero molto importanti e che penso andrebbero raccontate, ma scelgo di non raccontarle sul blog, perché non è quello lo strumento e il modo di farlo. Che quelle cose che scelgo di raccontare vengano prese come se fossero il tutto, ecco che diventa molto facile dare un giudizio su quella generazione se uno si basa soltanto su quel blog».

Tito cerca anche di far raccontare al fumettista qualcosa riguardo al film basato sul suo La profezia dell’armadillo, ma Zerocalcare risponde che «ho fatto il voto del silenzio, quello che potevo dire è quello che ho disegnato sul blog». Quando Tito lo incalza però, chiedendogli se come spettatore di film tratti dal fumetto cerca la fedeltà all’originale o meno, Zerocalcare qualcosa lo rivela: «in questo film per niente. Penso che questo film andrà fatto come un film, avrà degli elementi tratti da quel fumetto ma dev’essere una cosa autonoma, con un linguaggio autonomo». Sulla data di uscita, nemmeno Zerocalcare sa dire molto: «non ne ho la minima idea». E, scherzando, conclude: «per me la cosa migliore è che si faccia una sceneggiatura bellissima, che ce la paghino e che poi il film non si faccia». Alla fine dell’intervista, Tito chiede a Zerocalcare di consigliare a tutti un fumetto da leggere assolutamente. E lui suggerisce il webcomic francese Boulet. «Andatevelo a vedere», dice ridendo «è quello da cui ho copiato tutto».

L’intervista inizia circa a 16 minuti dall’inizio del podcast, che si può ascoltare qui sotto, scaricare dal sito de La Trasmissione da iTunes, oppure sul sito Fumettologica, che ripubblica i podcast ogni primo giovedì del mese.

Sul sito de La Trasmissione potete trovare tutte le puntate precedenti di Tizzoni d’inferno.

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