Silvio Berlusconi si aggiudica il primo round. Ma chi si aspettava di archiviare velocemente l’ultima grana giudiziaria del Cavaliere – ormai ex – deve ricredersi. Nel pomeriggio la procura generale ha dato parere favorevole alla richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Un passaggio atteso dall’ex premier, ma non ancora definitivo. In un tempo previsto tra i cinque giorni e le due settimane, sarà il Tribunale di Sorveglianza a decidere. Solo allora potrà dirsi finalmente concluso l’iter giudiziario del processo Mediaset, che la scorsa estate ha visto il leader del centrodestra condannato a quattro anni per frode fiscale.
Ci vogliono meno di due ore di udienza, al palazzo di giustizia di Milano, perché il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna decida di sposare la linea della difesa. Al netto dei tre anni già cancellati grazie all’indulto, l’ex Cavaliere potrà scontare la pena residua ai servizi sociali. Sempre che nei prossimi giorni il Tribunale non ribalti il parere. Intanto si allontana l’ipotesi degli arresti domiciliari. Lo scenario più temuto tra i meno ottimisti dell’inner circle berlusconiano – compreso il diretto interessato. In attesa della decisione finale, il padre nobile di Forza Italia festeggia una mezza vittoria. Resta il mistero sul luogo effettivo dove l’ex Cavaliere potrebbe scontare la pena. Una casa di riposo per anziani a Rho, magari proprio il centro per disabili in Brianza proposto dai suoi legali.
Se il Tribunale dovesse confermare il parere della procura – ad anticipare i tempi tecnici per il deposito della sentenza è stato il presidente Pasquale Nobile de Santis – i dirigenti di Forza Italia potrebbero tirare un sospiro di sollievo. Prestando servizio in un centro per qualche ora alla settimana, persino rimanendo nella villa di Arcore per gran parte della giornata, Silvio Berlusconi sarebbe comunque in grado di svolgere attività politica. E di impegnarsi in prima persona per tirare la volata al partito in vista delle prossime Europee.
Del resto gli esperti considerano fondamentale la sua presenza mediatica per evitare una débacle. È l’ex Cavaliere l’unico che può far crescere Forza Italia nelle intenzioni di voto degli italiani. Inevitabile che la decisione della procura sia accompagnata dalla soddisfazione dei suoi. Anche se a Palazzo Grazioli e dintorni la vicenda giudiziaria che vede protagonista Berlusconi continua ad essere considerata un “accanimento giudiziario”. «Non facciamo nessuna previsione, ma siamo fiduciosi – è il commento a caldo di Giovanni Toti, consigliere politico del leader di Forza Italia – Speriamo che i giudici si rendano conto della persona, del suo valore umano e politico per milioni di moderati e non vogliano incidere con una decisione sulla vita del Paese». La parola d’ordine è agibilità politica. La chiedono i dirigenti di Forza Italia – come avevano già fatto lo scorso agosto prima della condanna in Cassazione – ma anche gli ex alleati. È il caso di Angelino Alfano, già segretario del Pdl, oggi leader del Nuovo centrodestra. Qualcuno si lascia persino prendere un po’ la mano. Berlusconi? Per il capogruppo di forza Italia Renato Brunetta è come Aung San Suu Kyi.
Sorridono i berlusconiani. E intanto tirano un sospiro di sollievo anche al governo. Una decisione del tribunale di sorveglianza contraria alle attese di Berlusconi, avrebbe come primo effetto l’interruzione del dialogo sulle riforme. A Palazzo Chigi sono consapevoli da tempo che gli arresti domiciliari dell’ex Cavaliere renderebbero molto più difficile il percorso di legge elettorale e superamento del Senato. E così se il premier Matteo Renzi si limita a commentare la decisione della procura con un laconico «La giustizia deve fare il suo corso», nel primo pomeriggio il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio aveva scaramanticamente chiarito: «Abbiamo fiducia che questa giornata non influenzerà le decisioni dei soggetti politici interessati. Abbiamo deciso di cambiare assieme le regole del gioco democratico, mi auguro che Forza Italia e Berlusconi confermino questa scelta».
In attesa della sentenza, una certezza. Nel centrodestra non è ancora tempo per la rottamazione. Chi sperava di voltare pagina, dovrà attendere ancora un po’. Per almeno altre due settimane, l’ex Cavaliere resterà al centro di retroscena e cronache politiche.