Nicola Cosentino finisce in carcere. Esce dalla vita politica del centrodestra a poche settimane di distanza dalle elezioni europee, mettendo di fatto fuori gioco (e in difficoltà di trattativa) la vecchia guardia azzurra, tra cui il coordinatore Denis Verdini, che chiedeva al leader Silvio Berlusconi di limitare il potere del cerchio magico di Francesca Pascale e Mariarosaria Rossi. E invece la situazione si è ribaltata. Francesca ha avuto ragione. Perché a lato delle indagini – Nick O’Mericano finisce dietro le sbarre per estorsione e concorrenza sleale con metodo “mafioso” nel settore dei distributori di carburanti – il dato politico è che ormai a comandare dentro Forza Italia è sempre di più la padrona di Dudù, il barboncino bianco amato dall’ex presidente del Consiglio. Del resto, la Pascale e Cosentino hanno avuto per diversi anni un confronto serrato, da una parte e dall’altra. Due campani veraci, che hanno coltivato dissapori, fastidi e scontri costanti, dall’inizio alla fine delle loro rispettive carriere politiche. L’ultimo scontro è stato una settimana fa, quando dopo un’intervista a Repubblica di Francesca, Cosentino ha iniziato a sparare a pallettoni contro la fidanzata del Cavaliere.
«Se l’imbarazzo riguarda il fatto che io sono indagato, allora cominciamo a guardare anche a quelli che hanno sentenze passate in giudicato. Perché in quel caso ci sarebbe, sì, l’imbarazzo della scelta» disse l’ex coordinatore del Pdl campano, fondatore di Forza Campania, tirando un fendente allo stesso Berlusconi. L’arresto, però, cambia le carte in tavola. Cosentino negli ultimi mesi aveva fatto asse con Verdini, soprattutto a livello di elezioni europee per riconquistare il partito e piazzare i propri uomini in lista, in particolare Raffaele Fitto. Ora l’alleanza cosentinian-verdiniana ha perso la metà del suo potere. La Pascale lo sa. E la valletta di Telecafone è già pronta a far valere l’incrinarsi della situazione al tavolo delle trattative con Berlusconi. L’uscita di scena di Cosentino rimescola le carte nel partito in Campania, dove Forza Italia era già in subbuglio tra cosentiniani e anticosentiniani, tra i fedelissimi di Stefano Caldoro e quelli che invece si ritrovano accanto alla fidanzata di Berlusconi. Del resto, dicono i ben informati, la nascita di Forza Campania in consiglio regionale, con ben sette consiglieri fedeli di Cosentino, aveva un obiettivo non scritto ma già collaudato persino con il Partito Democratico: portare Nick O’Mericano alla presidenza della regione al posto di Caldoro.
Tutto è saltato. La Pascale si era già messa di mezzo sulla candidatura alle europee. Poi aveva fatto asse con lo stesso Caldoro per arginare le mire espansionistiche di Cosentino. Ma perché tutto questo astio nei confronti dell’ex sottosegretario all’Economia da parte di Francesca? Basta leggersi il libro “Francesca e il Cavaliere”, edizione Centoautori, scritto da Nico Pirozzi e Mariagiovanne Capone, per capire che la tensione tra i due viene da molto lontano. Almeno da quando la Pascale chiese di fare l’assessore ai Grandi Eventi della provincia di Napoli con Luigi Cesaro, detto “Giggino a Purpetta”: Cosentino rifiutò. Da quella volta, lontano 2009, il rapporto tra i due non si è più ripreso. Cosentino in questi anni ha vissuto le inchieste di Camorra, la vicinanza al clan dei Casalesi, l’ha spuntata in parlamento più volte rispetto alle richieste della magistratura che ne aveva chiesto di arrestarlo. Poi è stato costretto a cedere. Ora si appresta a un duro periodo nell’ombra.
La Dda di Napoli che lo ha portato nel carcere di Secondigliano il 3 aprile scrive nell’ordinanza di custodia cautelare: «Nicola Cosentino vanta un “rapporto stabile” con il clan dei Casalesi, tanto che «i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di estorsioni ai danni degli impianti riconducibili a Cosentino». Per l’ex sottosegretario all’Economia è il secondo arresto in poco di un anno. Cosentino, infatti, il 15 marzo dello scorso anno si presentò, accompagnato dai suoi legali, al carcere napoletano di Secondigliano: su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’inchiesta denominata «Il Principe e la Scheda Ballerina» . Dopo alcuni mesi trascorsi nel carcere di Secondigliano, il 12 giugno furono concessi gli arresti domiciliari, dapprima in una villetta del comune di Sesto Campano, in provincia di Isernia, e poi nella sua abitazione di Caserta. Lì sono andati a prenderlo i carabinieri.
Dalle indagini che hanno portato all’arresto di Nicola insieme con i fratelli Antonio e Giovanni, è emersa «la spregiudicatezza dei fratelli Cosentino nella gestione del loro potere economico e l’asservimento a tale scopo del concorrente potere politico accumulato da Nicola Cosentino e del rapporto di scambievole interesse con esponenti del Clan dei Casalesi». Insomma la Pascale ha vinto. Lei, che «non ha il fisico da top model, nè lo charme o la classe dell’aristocratica» come si legge nel libro di Pirozzi. Ma «è una tosta, furba e ambiziosa». Nel 2010 si era già convinta di poter licenziare una potenza come Cosentino, uomo da 150mila preferenze. Non ce l’aveva fatta. Ora si gode il suo Silvio. E la sua Forza Italia, dove Verdini, la Santachè e i Raffaele Fitto perdono sempre più mordente.