«Aiutateci ad aiutare chi è rimasto senza speranza». Davide Vannoni ufficializza così la sua candidatura alle elezioni Europee. L’ideatore del controverso metodo Stamina si presenta in un albergo nel centro di Roma, barba e capelli lunghi raccolti dietro la nuca. L’obiettivo è ambizioso: portare fino a Bruxelles «la battaglia sulle cellule staminali e le cure compassionevoli». Con il presidente di Stamina Foundation ci sono i principali esponenti del movimento politico che lo sostiene. C’è l’ex responsabile emiliano della Lega Nord Angelo Alessandri, oggi presidente di “Io Cambio”. E il leader del Movimento associativo italiani all’estero – da due legislature in Parlamento – il deputato italo-argentino Ricardo Merlo. «Curarsi non è reato» recita lo slogan sopra un grande cartello. Ulteriore dimostrazione che le vicende legate a Vannoni saranno il principale cavallo di battaglia della difficile campagna elettorale.
«Non siamo di destra né di sinistra» racconta l’avvocato Agostino D’Antuoni, segretario nazionale di “Io Cambio”. «Non abbiamo padri, padrini o padroni. Ci sono pochi soldi, ma siamo ricchi di idee». Inutile negare che il protagonista dell’evento è Davide Vannoni. A pochi passi dalla conferenza stampa, di fronte a Montecitorio, staziona da mesi il piccolo presidio di una famiglia in attesa della terapia. «Ho scelto di candidarmi con questo piccolo movimento – racconta Vannoni – perché non ho incontrato i suoi dirigenti in un bel salotto, ma nelle piazze. Erano tra le persone che protestavano per poter accedere alle cure compassionevoli. Questo per me ha fatto la differenza».
Tra loro anche Caludio Morganti, eurodeputato toscano di “Io Cambio”. È stato lui il primo a portare a Bruxelles la vicenda Vannoni. «Avevo letto che alcuni scienziati italiani – ricorda oggi – sostenevano l’inapplicabilità del metodo Stamina, in quanto vietato dal Parlamento Europeo. Ho presentato un’interrogazione e il commissario Tonio Borg li ha sbugiardati». Quasi tutti i presenti accusano senza mezzi termini le lobby farmaceutiche, presunte responsabili delle polemiche sui criteri scientifici della terapia di Vannoni. «Non sono un medico, ma un politico di buonsenso – spiega ancora Morganti – Ecco perché quella di Stamina sarà la nostra battaglia principale, che porteremo in Europa». E così con l’avvio della campagna elettorale, il movimento è pronto a presentare un’azione legale in tutta Italia «per sollecitare la ripartenza immediata delle cure e delle infusioni per i malati più gravi» anticipa il segretario D’Antuoni. «Non possiamo più aspettare, non possiamo più vedere bambini che muoiono».
Le polemiche sulla discussa terapia restano. Vannoni accetta di parlarne a margine dell’incontro. «Eravamo disponibili a far valutare Stamina da un comitato scientifico ministeriale, ma anche dell’università americana di Miami. Non ci siamo sottratti a nulla. E invece ci sono 34 pazienti in cura da due anni e nessuno vuole sapere come stanno». A sentire il diretto interessato, sotto il profilo legale stanno per arrivare grandi novità. Vannoni cita una recente sentenza del tribunale di Marsala che autorizza le cure per un bambino di due anni affetto da atrofia muscolare spinale. «La sentenza – racconta Vannoni – ha obbligato gli Spedali Civili di Brescia a riprendere immediatamente le cure per il piccolo. Perché il giudice ha constatato i miglioramenti del bambino. Ma ha anche stabilito che la sospensione delle cure da parte dei medici di Brescia è penalmente perseguibile. Il blocco di Stamina danneggia la società e la scienza». La novità non è irrilevante. «Dal prossimo 5 maggio – annuncia Vannoni – a Brescia saranno di nuovo operative le cure compassionevoli». Le polemiche sul trattamento medico destinato a combattere le malattie genetiche neurodegenerative sono destinate a proseguire. «Intanto – sostiene il candidato – riprendiamo ad aiutare le famiglie costrette a passare più tempo in tribunale che negli ospedali per le cure».
Nel frattempo inizia la campagna elettorale. Per il piccolo cartello politico la sfida è dura, lo sbarramento al 4 per cento sembra irraggiungibile. «Abbiamo 45 giorni, sarà una bella avventura – racconta Alessandri – Alla faccia degli altri che hanno tutto da perdere». Si punta sulla novità dell’offerta politica e sul traino mediatico del metodo Stamina. «Mi dispiace molto per chi crede che faremo una comparsata – lancia la sfida il segretario D’Antuoni – Ma Davide Vannoni, da solo, rappresenta il due per cento dell’elettorato».