Il copyright, il diritto d’autore che protegge le opere intellettuali, è una faccenda culturale ed economica. Culturale perché ci riguarda tutti quanti, il nostro immaginario collettivo è fatto delle opere che produciamo e che consumiamo, delle storie che ci raccontiamo e a cui diamo importanza. Economico perché queste opere sono quasi sempre anche commerciali, vivono nel mercato e ci prosperano o falliscono.
Con l’arrivo del digitale le cose si sono fatte molto più complicate, perché copiare, distribuire e anche rubare queste opere intellettuali è diventato più facile e diffuso. E, dall’altra, è diventata consuetudine per chi le crea (o, più spesso, produce) difenderle brandendo il diritto d’autore come un manganello. In occasione della giornata mondiale del diritto d’autore abbiamo messo insieme un po’ di articoli che abbiamo dedicato nel corso dell’ultimo anno al tema, ci sembrano un buon punto d’inizio per capirci qualcosa.
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Gli infiniti rinnovi di copyright sulle cose del ‘900
I diritti su Superman, Topolino e altri iniziano a scadere nel 2019, sarà guerra per il rinnovo
Tesla, Rachmaninov e gli altri del pubblico dominio ’14
In Europa parecchie opere sono diventate libere da diritti, negli USA non se ne parla fino al 2019
Identikit del pirata di cinema europeo
Uno studio EU sulle abitudini degli spettatori parla (anche) di come, perché e quanto scarichiamo
Marcia indietro sui pirati, da nemici giurati ad amici
Un’associazione antipirateria inglese dice: «sappiamo che chi scarica è il nostro pubblico migliore»
“Il copyright va abolito, danneggia i consumatori”
È la tesi di David K. Levine e Michele Boldrin, docenti alla Washington University di Saint Louis
Foto di copertina di Horia Varlan da Flickr sotto licenza Creative Commons by 2.0