Un rapporto climatico delle Nazioni Unite pubblicato qualche settimana fa sostiene che potremmo essere ancora in tempo per limitare il riscaldamento globale entro i due gradi centigradi, il che aiuterebbe il mondo a evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico. Tutto, però, dipenderà da straordinarie modifiche alle infrastrutture energetiche, che dovranno essere apportate a un ritmo assai superiore a quello attuale, e potrebbe necessitare di controverse tecnologie non dimostrate per estrarre i gas serra dall’atmosfera.
Il nuovo rapporto è il terzo di una serie programmata lo scorso anno dall’Intergovermental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite. Il primo di questo rapporti aveva ricercato prove del cambiamento climatico, mentre il secondo aveva investigato gli effetti del cambiamento climatico e le opzioni per adattarvisi. Il nuovo rapporto considera le opzioni per prevenire il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra. Insieme, i tre rapporti dell’Ipcc costituiscono la quinta valutazione sul clima, e riassumono decine di migliaia di studi scientifici volti a guidare i regolatori dei governi nei temi associati al cambiamento climatico.
Il nuovo rapporto è incentrato fondamentalmente sulla portata e la velocità con la quale stanno aumentando le emissioni di gas serra e sugli sforzi necessari a ridurle al fine di limitare il cambiamento climatico. Le conclusioni tratte dal rapporto sono basate in parte sulla premessa che si possano estrarre gas serra dall’atmosfera – una tecnologia che deve ancora essere dimostrata su una qualunque scala pratica.
«Esiste un’intera schiera di tecnologie divertenti da raccontare, nessuna delle quali però è pronta a emergere», spiega David Victor, professore di rapporti internazionali e direttore del Laboratory on International Law and Regulation presso l’Università della California a San Diego.
A questo punto, è chiaro che il cambiamento climatico non potrà essere evitato per intero. Sono già stati riscontrati effetti sul livello dei mari, sull’acidificazione degli oceani e su svariati ecosistemi.
Il nuovo rapporto dell’Ipcc conclude inoltre che le emissioni di gas serra sono aumentate maggiormente negli ultimi dieci anni che nei tre decenni precedenti. Gli effetti peggiori del riscaldamento globale potranno essere scongiurati con importanti investimenti in tecnologie volte a ridurre le emissioni di gas serra.
Allo stesso tempo, il rapporto presenta tre sistemi per rimuovere l’anidride carbonica dall’aria, e tutti e tre i sistemi sono alquanto problematici. Il primo consiste nell’incremento del numero di alberi nel pianeta al fine di assorbire maggiori quantità di anidride carbonica, ma comporta l’inversione di un processo di deforestazione ormai in atto da tempo.
Il secondo approccio, denominato Bioenergy with Carbon Capture and Storage, o Beccs, comporta la crescita di alberi ed altre biomasse, la loro combustione per generare energia e quindi la cattura e il sequestro di anidride carbonica nel sottosuolo. In teoria, questo approccio dovrebbe ridurre i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera, ma in pratica la scala di questo approccio potrebbe essere limitata. Generare grandi quantita di elettricità utilizzando gli alberi senza avviare un violento processo di deforestazione potrebbe essere complicato, e le tecnologie di cattura e sequestro dell’anidride carbonica non sono ancora state dimostrate su larga scala (vedi “What Carbon Capture Can’t Do” e “Capturing and Storing Carbon Dioxide in One Easy Step“). Il rapporto stesso riconosce i rischi annessi a questo approccio. «La mia opinione personale a riguardo è che la Beccs sia una fantasia», dice Victor. «Si tratta di qualcosa che la comunità dietro ai modelli matematici ha escogitato perché permette a questi modelli di risolvere problemi apparentemente irrisolvibili».
Per finire, il rapporto fa riferimento ad «altre tecnologie per la rimozione dell’anidride carbonica», quali approcci sperimentali che utilizzano svariati materiali per assorbire l’anidride carbonica. Siccome questa e’ presente in concentrazioni molto basse nell’atmosfera (appena qualche centinaio di parti per milione), la sua cattura richiede solitamente grandi quantità di energia. Di conseguenza, il processo sarà’ probabilmente molto caro. «È molto più economico prevenire le emissioni che cercare di rimuoverle in seguito», dice Howard Herzog, un senior research engineer della Energy Initiative del Mit.
Anche se tutte le emissioni di gas serra fossero interrotte in questo istante, i gas che si sono già accumulati provocheranno un ulteriore riscaldamento per i decenni a venire, fino a quando il mondo non avrà trovato un nuovo equilibrio. Il fatto che l’anidride carbonica si accumuli nell’atmosfera, e che livelli elevati possano permanere per centinaia di anni, significa che azioni prese oggi avranno effetti a lungo termine.
Il rapporto indica che le stime di costo per la riduzione di gas serra varino ampiamente, in parte perché non è chiaro quali tecnologie funzioneranno, quanto costeranno, e quanto in fretta potranno essere implementate. Tenendo conto di una serie di requisiti di base, il rapporto stima che l’intervento sulle emissioni ridurrà la crescita economica mondiale fra il 2,9 e l’11,4 percento entro il 2100. Questa stima equivale a una perdita annuale relativamente bassa, che si aggirerebbe intorno allo 0,04 e lo 0,14 per cento. Se la tecnologia per la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica non potrà essere implementata, ad esempio, i costi potrebbero raddoppiare. È anche possibile che la riduzione del cambiamento climatico comporti dei benefici economici, ma questi non sono considerati nelle stime di costo del rapporto.