È ancora aperta la battaglia tra Ge e Siemens per il controllo delle attività del ramo energia della società francese Alstom.
Il governo francese il 5 maggio ha respinto l’offerta di General Electric per le attività energetiche del campione nazionale transalpino Alstom. «Nella forma attuale, non possiamo purtroppo concordare con le vostre proposte, che si basano sull’acquisizione delle sole attività di Alstom del settore energetico», ha scritto il ministro dell’Economia francese, Arnaud Montebourg, in una lettera diretta al numero uno della società Usa, Jeff Immelt.
Nella serata di martedì 29 aprile, il cda di Alstom aveva deciso di accettare l’offerta del colosso americano (Ge).
Siemens, preferita dal governo francese, propone di cedere in cambio delle attività energetiche di Alstom, oltre ai suoi treni ad alta velocità, la sua attività nelle metropolitane (particolarmente redditizia e in precedenza esclusa dalla trattativa).
—-
La battaglia tra la società americana General Electrics e la tedesca Siemens per il controllo del ramo energia della francese Alstom è l’ultimo scontro tra due colossi sempre più rivali. I due gruppi competono in diversi settori, tra cui la generazione di energia dal gas, le turbine eoliche e le locomotive. Lasciare che la Ge si ingrandisca notevolmente nelle attività europee e acquisica competenze avanzate nella distribuzione di energia è una prospettiva indigesta per Siemens, che spera di trarre profitto dal fatto che l’Europa investirà molto nelle energie rinnovabili e le reti intelligenti, ha sottolineato in un’analisi il Financial Times. «Quando i manager della Ge si alzano al mattino, provano a dare uno schiaffo a Siemens, e viceversa – ha detto al quotidiano della City il consulente del settore industriale Brian Langenberg -. E se hai un concorrente come questo, andrai e proverai a competere nel loro mercato domestico per creare loro dei casini».
In realtà l’offerta di Siemens è molto più che un’azione di disturbo. La scorsa settimana Ge sembrava aver messo a punto un’offerta a cui era difficile opporre un rifiuto: 13 miliardi di dollari, circa 10 miliardi di euro, erano stati messi sul piatto per l’acquisto delle attività energetiche, che pesano per il 70% dei 20 miliardi di fatturato annuo della società francese. La stampa internazionale aveva subito messo in evidenza le possibili sinergie tra i due gruppi (“eccellenti per l’Ft”): Ge è più forte nelle turbine a gas per la generazione di energia, mentre Alstom è più forte nelle centrali a carbone e nelle reti.
Lo stop è infatti arrivato dalla politica francese, per bocca del ministro dell’industria, Arnaud Montebourg, che alla fine della scorsa settimana ha espresso contrarietà riguardo alla vendita un campione nazionale dell’industria a un gruppo statunitense e detto che stava «lavorando a altre soluzioni». Aveva aggiunto che il governo stava «esprimendo la sua preoccupazione patriotica e la sua vigilanza».
È stato allora che il ceo di Siemens, Joe Kaeser, ha tirato fuori la sua proposta (non vincolante), rivolta quasi più a politici, sindacati e opinione pubblica che alla stessa Alstom: Siemens si impegna a rilevare il comparto energia del concorrente francese, in cambio delle attività del gruppo tedesco nel trasporto ferroviario. Rientrano nello scambio, ha sottolineato Il Sole 24 Ore, i treni ad alta velocità Ice, con commesse per 5,4 miliardi di euro, e la produzione di locomotive, con un portafoglio ordini per 2 miliardi, ma non la redditizia attività nel comparto delle metropolitane.
Kaeser ha venduto l’idea al presidente della Repubblica francese, François Hollande, di creare un “Airbus” dell’energia e uno del trasporto ferroviario, richiamando quindi il precedente caso di un gruppo multinazionale europeo che ha tenuto testa un rivale americano, in quel caso la Boeing.
La proposta di “asset swap”, si è saputo, era già stata formulata a febbraio ed era stata respinta dalla Alstom. Ora diventa attrattiva per diverse ragioni: sarebbe accompagnata anche da un’integrazione in denaro (non ancora resa nota) e accompagnata da rassicurazioni precise su quattro fronti: nessun licenziamento per almeno tre anni (Alstom aveva già annunciato 1.300 esuberi, soprattutto nel ramo delle centrali a carbone), investimenti e ricerca, l’impegno a non cedere alcuna produzione importante in una fase successiva, e quello a lasciare in Francia i centri decisionali. C’è poi la possibilità che le attività nel settore nucleare, considerate strategiche, vengano cedute a un operatore francese, probabilmente Edf o Areva. Ge, ricorda The Economist, sulle attività nucleari è un partner di Hitachi, un concorrente di Areva. Per il Financial Times della partita sarebbe anche il produttore di motori Safran.
Il treno Ice di Siemens
L’intervento politico è diventato ancora più centrale in queste ore. A poco vale ricordare che gli interventi recenti del ministro Montebourg per influenzare le vendite di aziende francesi non siano andati a buon fine: per vendita della società telefonica Sfr Montebourg aveva appoggiato Bouygues (che tra l’altro ha anche il 30% di Alstom), ma alla fine l’ha spuntata Numericable. In questo caso il livello è superiore: nella mattina di oggi, lunedì 28 aprile, si è mosso il presidente Hollande, incontrando i tre amministratori delegati delle società coinvolte. Alla mattina Jeff Immelt, ceo di Ge (alla sua seconda missione all’Eliseo per rilevare l’Alstom, dopo quella fallita nel 2004 con Sarkozy), mentre in serata sono attesi gli incontri con Joe Kaeser di Siemens e con Patrick Kron, ceo di Alstom.
Il titolo della società resterà sospeso in attesa della decisione fino a mercoledì mattina e le decisioni sono attese per martedì. Rob Virdee, analista della società Espirito Santo, ha commentato al Ft: «Sembra probabile a noi che il governo francese sia più a favore di un matrimonio tra Siemens and Alstom». Ma ha aggiunto: «Su una pura base finanziaria, crediamo che Ge sia meglio piazzata di Siemens per fare un’offerta finanziariamente più attrattiva per gli azionisti di Alstom».