Boyhood, un film lungo 12 anni

Boyhood, un film lungo 12 anni

Ogni anno, dal 2002 al 2014, Richard Linklater ha girato un pezzetto del suo ultimo film: Boyhood. In tutto, il film, è stato in produzione per 4208 giorni, anche se i giorni effettivi sul set per Linklater e i suoi attori sono stati solo 39. E se i numeri sembrano strani (12 anni di produzione e solo 30 giorni di girato?) è perché Boyhood è un film che prova a fare qualcosa di nuovo: raccontare la storia di un bambino che diventa adulto senza mai cambiare attori o mettergli un filo di trucco per farli sembrare più giovani o più vecchi. In Boyhood mentre i personaggi invecchiano, lo fanno anche gli attori e lo fa anche il film.

I protagonisti del film sono quattro, sempre loro per 12 anni di fila: Patricia Arquette e Ethan Hawke interpretano i genitori, Ellar Coltrane e Lorelei Linklater (la figlia di Linklater) interpretano i figli. Quando sono iniziate le riprese, Coltrane e la figlia di Linklater avevano sette anni. Oggi, a film finito e pronto ad andare nelle sale, ne hanno entrambi 19. Richard Linklater, da quando ha iniziato a lavorare a Boyhood ha diretto altri otto film: School of Rock, Bad News Bears, A Scanner Darkly, Fast Food Nation, Me and Orson Welles, Bernie, Before Sunset – Prima del tramonto e Before Midnight (con questi ultimi due ha anche concluso la sua trilogia iniziata nel 1995 con Prima dell’alba). Patricia Arquette ha girato tutti e 130 gli episodi della serie tv Medium di cui è protagonista e una manciata di film. Ethan Hawke ha recitato in 19 film diversi, 20 contando anche Boyhood.

Il film, più nello specifico, racconta di un ragazzo che diventa grande, nei dodici anni che passano tra il first grade (la nostra prima elementare) e il twelfth grade (l’anno del diploma, per noi è la quinta superiore ma negli Stati Uniti la scuola dura un anno in meno). Quel periodo, dice Linklater a Indiwire, in cui sei bloccato a casa dei tuoi genitori e sei bloccato nel sistema scolastico. Un periodo della vita in cui tutto deve ancora succedere ma dove tutto è su un binario: «in quarta elementare sai esattamente dove sarai in quinta superiore» mentre, dice Linklater, «nella vita adulta non hai idea di dove sarai dopo otto anni, potrebbe succedere qualsiasi cosa».

Proprio per questo, Boyhood non è come ci si potrebbe aspettare un film sui grandi cambiamenti della vita, ma piuttosto sulle piccole cose che ci stanno intorno. Ethan Hawke l’ha descritto così all’Huffington Post: «è un film sul crescere e sui piccoli momenti che definiscono la nostra identità e che non sono il bar mitzvah o la prima volta che hai fatto sesso. Quelli sono segnaposti che dovrebbero avere un significato ma in realtà non sono significativi». E continua: «Nel 2002, quando inizia la storia, i genitori stanno divorziando e [il film] si apre con la mamma. Io arrivo con le visite nel weekend solo l’anno successivo. Nella prima scena che ho girato, il ragazzo aveva 7 anni… lo porto a giocare a bowling e fumo una sigaretta dopo l’altra sulla pista, cosa che al tempo era legale. Ieri ho finito le riprese, ho 42 anni — ne avevo 33 quando ho girato la mia prima scena — e il ragazzo ne ha 19. È un adulto! Ha degli orecchini da matti, è più alto di me ed è un po’ minaccioso. Recitare in questo film è stata un’esperienza diversa da qualsiasi cosa io abbia mai fatto».

Linklater, sempre nell’intervista a Indiewire, racconta anche come è stato scrivere un film in un periodo di tempo così lungo. Dice che quando ha iniziato a giare il film sapeva già come sarebbe finita la storia, ma che nel mezzo c’erano moltissimi buchi e vuoti, lasciati appositamente per permettere agli attori di lavorare con lui e con i personaggi: «scrivevo guardando quello che mi succedeva davanti, collaborando con Ethan e Patricia e con i ragazzi, che, maturando, sono diventati sempre più collaborativi. Era una cosa così interessante da osservare: siamo circondati da figli e genitori. I nostri figli, noi stessi come genitori, le idee dei nostri genitori. Era un processo continuo». Il film è anche stato anche un lavoro di cesello continuo, racconta Linklater. Con 12 anni di tempo a disposizione, il regista ogni anno ha ripreso in mano tutto il girato e tutto il montato, cosa che gli ha permesso di avere sempre chiaro dove stava andando il film e di pianificare le scene successive di conseguenza.

Boyhood non è ancora arrivato nelle sale, ma chi l’ha visto alle anteprime ne dice cose molto belle. Linklater ci ha vinto l’Orso d’argento come miglior regista allo scorso festival del cinema di Berlino, dove Boyhood è stato presentato in concorso e molti critici dicono che il film è stato tra i più belli fra quelli presentati allo scorso Sundance Film Festival. Il film uscirà il prossimo 11 luglio negli Stati Uniti e in Italia il prossimo 14 ottobre. Qui sotto c’è il trailer in inglese.

X