La prossima volta che Berlusconi decide di fondare un canale televisivo dovrebbe farlo partire in contemporanea in tutte le parti d’Italia (isole comprese), invece di ripetere quel che – suo malgrado – successe nei primi anni ’80. Altrimenti capita che alcuni pericolosi economisti possano verificare empiricamente l’effetto delle televisioni sul voto per Forza Italia.
Andiamo per gradi: in quei formidabili anni Canale 5, al fine di scansare il divieto per un canale televisivo privato di trasmettere a livello nazionale, si basava su un network di reti locali che trasmettevano i suoi programmi. Tuttavia, non tutta l’Italia era coperta da questa rete, per cui in alcune città il segnale di Canale 5 – e successivamente di Rete 4 e Italia 1 – è arrivato ben prima che in altri territori. Il segnale televisivo arriva in una certa città se esiste un trasmettitore abbastanza vicino, e se non ci sono montagne di mezzo.
Questo mosaico di città che ricevono e non ricevono i canali Mediaset (Fininvest ai tempi) assomiglia molto a un esperimento, che può essere analizzato per verificare gli effetti di questi canali sul voto per il partito che Berlusconi fondò una decina di anni dopo, cioè Forza Italia. Si badi bene: già a partire dal 1985 (con il cosiddetto decreto Berlusconi emanato dal governo Craxi) il segnale televisivo poteva arrivare a tutti gli italiani, senza i sotterfugi di cui sopra. Ma i telegiornali sui canali Mediaset hanno fatto capolino solo nel 1991, per cui chi volesse analizzare questi dati sta facendo riferimento agli effetti politici di una televisione commerciale, priva di telegiornali, e sostanzialmente priva di notizie.
Ecco il sacrosanto lavoro empirico effettuato dagli economisti Durante, Pinotti e Tesei: essi hanno ottenuto da Mediaset stessa informazioni dettagliate sui trasmettitori, e hanno verificato come – controllando per fattori confondenti – nelle città in cui i canali Mediaset sono arrivati prima i voti per Forza Italia durante le elezioni del 1994, del 1996, del 2001 e del 2008 sono significativamente più elevati che altrove, all’incirca di uno o due punti percentuali. L’effetto non è presente nelle elezioni 2013, comunque è durato parecchio!
Questo il risultato principale dell’analisi, ma ve ne sono altri due piuttosto interessanti:
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L’aumento di voti a favore di Forza Italia è maggiore al Sud, e nelle piccole città.
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I dati individuali mostrano che l’effetto è più pronunciato per i giovani e gli anziani, rispetto agli individui di mezza età.
Non è del tutto chiaro il meccanismo esatto attraverso cui canali commerciali possano influenzare il voto per il politico Berlusconi. Si tratta di un effetto inerziale per cui chi vede Canale 5 da più tempo poi finisce per vedere i Tg Mediaset, ed essere influenzato da quelli? Si tratta di un senso di gratitudine o di stima verso l’imprenditore Berlusconi, che poi trasborda nella sfera politica? Si tratta di un insieme di valori consumistici e individualistici che sono comunicati dagli show e dai serial di Mediaset, i quali trovano sbocco politico in un voto per Forza Italia? Difficile fornire una risposta convincente e conclusiva. Secondo gli autori, il meccanismo più probabile è l’ultimo, cioè quello che passa attraverso i valori (poco) sociali inculcati dai programmi Mediaset.
Per chi vuole saperne di più:
Ruben Durante, Paolo Pinotti e Andrea Tesei [2014] “No News, Big News. The Political Consequences of Entertainment TV.” Working paper, disponibile qui