Il Movimento 5 Stelle è il grande sconfitto del voto europeo. Il calo rispetto alle politiche è disastroso, poco più del 4 per cento. Media e grillini stessi avevano ingenerato aspettative di vittoria rivelatesi pie illusioni.
Il risultato è stato deludente in particolare al Centro-Nord, provocando uno spostamento del baricentro al Sud Italia, come vediamo nella seguente cartina tratta dalla mappa elettorale del Termometro Politico:
Le roccaforti, con valori oltre il 30 per cento, sono ora Sardegna, Sicilia orientale e costa abruzzese. Del resto, rispetto al 2013 il calo è molto diseguale, come vediamo dalla mappa elettorale di Youtrend:
Le maggiori perdite di voti sono in Centro Italia (dove l’effetto Renzi si è fatto sentire tra l’elettorato originariamente di sinistra), e nelle roccaforti di Parma, del ponente ligure, del Nordest. A sorpresa anche in Sicilia si è registrato un crollo di consensi, in controtendenza rispetto al Meridione. Potrebbe avere influito la presenza delle preferenze in queste elezioni, e l’assenza della spinta delle vicine regionali che lo scorso anno avevano trainato il M5S nell’isola.
In alcune aree invece il M5S è aumentato, di quasi l’1 per cento in Sardegna e Campania, mentre è rimasto stabile in Abruzzo (in cui si è votato anche per le regionali) e Puglia. Vediamo di seguito la mappa delle variazioni in Campania:
A Napoli, e soprattutto nella cintura, il M5S guadagna tra il 2 per cento e il 4 per cento. Sarà significativo notare come tra i pochi luoghi dove c’è un incremento di consenso sono le più povere e degradate d’Italia.
Se analizziamo la distribuzione del voto dal punto di vista locale, si accentua la tendenza del M5S a essere il partito dell’hinterland. Si veda sia in provincia di Milano, dove ha risultati deludenti, che in quella di Cagliari, dove vince, che in quella di Roma:
Le differenze tra capoluogo e comuni del cirocondario superano il 10 per cento nel milanese, come tra Milano e Pieve Emanuele e in provincia di Roma, tra Roma e Pomezia, fino a raggiungere il 20 per cento nel Cagliaritano. Come tra Cagliari e Sestu, grosso comune in cui il M5S raggiunge il 42 per cento.
Unica eccezione Napoli, e la Campania, in cui il movimento di Grillo ha risultati buoni proprio in città.
Questa accentuazione delle differenze nel consenso del partito più anti-sistema tra Nord e Sud, tra città e periferia, tra capoluogo e la sua cintura, e come altre rilevazioni ci dicono tra giovani e pensionati, sono un ulteriore indizio dell’aumento delle disparità nell’Italia della crisi eocnomica che anche un Renzi trionfante non può ignorare.