Di colore viola. È la più grande di tutte, 160 millimetri per 82. In tutta Europa ne circolano 564 milioni di esemplari, anche se in tanti non ne hanno mai vista una. È la banconota da cinquecento euro. L’esemplare più discusso tra i diversi tagli della moneta unica. Presunto supporto per corruttori, organizzazioni criminali ed evasori fiscali, adesso qualcuno ne chiede l’eliminazione. La commissione Bilancio esaminerà un’apposita risoluzione nei prossimi giorni. A presentarla, neanche a dirlo, il deputato Sergio Boccadutri. Un passato in Sinistra Ecologia e Libertà, migrato di recente verso il Partito democratico. La sua non è una iniziativa improvvisata. Qualche mese fa aveva già lanciato, e vinto, una battaglia contro i centesimi di euro. Una crociata contro le monetine ramate – colpevoli di essere tanto inutili quanto costose – terminata con il voto favorevole della Camera.
Dai pezzi piccoli a quelli più grandi, adesso Boccadutri chiede di togliere dalla circolazione le banconote da 500. La proposta ha una logica. Già da qualche anno il legislatore punta a limitare l’uso del contante per garantire maggiore tracciabilità dei flussi finanziari. «Sia al fine di potenziare la lotta all’evasione fiscale – scrive il deputato – sia al fine di prevenire e contrastare il riciclaggio dei proventi di attività criminose». Da questo punto di vista quella del democrat non è una voce isolata. Qualche tempo fa la Banca d’Italia aveva lanciato l’allarme, cui si è aggiunto più recentemente il vicepresidente della Bce, il portoghese Vitor Constancio. «L’utilizzo di banconote di grosso taglio, ed in particolare di banconote da 500 euro – scrive oggi Boccadutri – rappresenta un notevole rischio di riciclaggio, oltre ad essere particolarmente adatto al finanziamento di organizzazioni criminali e terroristiche».
Eppure si parla di una banconota piuttosto rara. Perché se è vero che in Europa ne circolano circa 564 milioni, gli esemplari da 500 euro rappresentano solo il 3,7 per cento del totale della carta-moneta. E questo nonostante «un valore di 291 miliardi di euro, ossia circa un terzo di quelli in circolazione». Negli ultimi due anni la Banca Centrale ne aveva persino sospeso l’emissione. Come spiega il documento della commissione Bilancio, nel biennio 2012-2013 «non è andata in stampa neanche una banconota da 500 euro». Poi però la Lettonia è entrata nella zona Euro. E per poter sostituire la vecchia valuta, «la Bce ha commissionato alla Banca centrale austriaca un ordine di nuove banconote da 500 euro, per un valore di 42 miliardi e mezzo di euro».
E così si torna a parlare della “pericolosità” del biglietto viola. Non è un caso, si legge nella risoluzione, che in Italia l’80 per cento di questi tagli circoli «nelle zone tipiche di import-export di capitali». Il confine con la Svizzera, soprattutto. Ma anche il Triveneto e la provincia di Forlì (a due passi dalla Repubblica di San Marino). Per dimostrare “l’utilità” di questa banconota basta fare due conti. Trasportare un milione di euro in biglietti da cento, oltre che destare voluminosi sospetti, peserebbe circa 10 chilogrammi. Ma solo un chilo e mezzo, se in pezzi da 500 euro. In un articolo dello scorso novembre su Linkiesta, Sergio Paleologo aveva proposto lo stesso calcolo, tarandolo sulla capienza di una valigetta. «Sei milioni di euro in pezzi viola – scriveva – pesano grosso modo nove chili. In biglietti da 100 si arriverebbe a 60 chili. Tutt’altro che un trasporto agile».
E allora perché non ritirare tutte le banconote ancora in giro? Peraltro già oggi la legge italiana fissa l’uso del contante a mille euro. «Un ammontare pari a due sole banconote da 500» scrive Boccadutri. Ovviamente il Parlamento non può decidere unilateralmente di ridurre lo stock di carta moneta. È la Banca d’Italia a emettere le banconote e controllare la circolazione monetaria nel nostro paese, ma sempre in base ai principi fissati nel sistema-euro. Insomma, il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote spetta solo alla Bce. La strada passa da un accordo con i nostri partner. In questi giorni, forse già giovedì, la commissione Bilancio di Montecitorio voterà la proposta. «L’iter dovrebbe essere quasi immediato» racconta il primo firmatario. Un documento che impegni l’esecutivo Renzi per «adoperarsi presso le competenti istituzioni dell’Unione europea affinché sia valutata l’opportunità, secondo le procedure appropriate, di eliminare la banconota da 500 euro». Complice il semestre di presidenza Ue, magari qualcuno si convince davvero.