Portineria MilanoIl Csm non decide e la Procura di Milano va in tilt

Il Csm non decide e la Procura di Milano va in tilt

Esplode la Procura di Milano di Edmondo Bruti Liberati. A meno di una settimana dalla decisione del Csm di archiviare o insabbiare (di fatto) lo scontro interno con il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, al palazzaccio dove si celebrò Tangentopoli volano stracci e coltelli. Nel giorno in cui il Corriere della Sera annuncia che Bruti Liberati ha escluso da alcuni interrogatori sulla vicenda Expo 2015 proprio Robledo, parte la richiesta di processo per Vito Gamberale, amministratore delegato del fondo F21, sul caso Sea. A formularla proprio Robledo, che aveva portato il caso di fronte a Palazzo de Marescialli ricordando che Bruti l’aveva tenuto in cassaforte per quasi tre mesi. È ormai uno scontro di nervi senza esclusione di colpi quello che si consuma a pochi metri di distanza al quarto piano della procura. E su cui, come hanno spiegato i penalisti milanesi in una nota, pesa il comportamento da «Ponzio Pilato proprio del Csm». A problemi si aggiungono problemi. Perché dopo la decisione di Antonio Rognoni (chiesto il giudizio immediato, ndr), ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, di non parlare più con i procuratori per lo scontro in corso, è toccato a Gamberale, insieme con il partner di F2i Mauro Maia, intervenire sul rinvio a giudizio in una vicenda che è «oggetto fondamentale della contesa» in procura. Non solo, entrambi hanno ricordato: «non possono sentirsi strumenti di un confronto istituzionale, obiettivamente in essere, che li potrebbe riguardare come cittadini, ma non può assolutamente penalizzarli come indagati». A questo punto bisognerà capire come la commissione per gli incarichi direttivi del Csm, la quinta, valuterà il rinnovo di Bruti Liberati alla fine di luglio. 

La circolare di Bruti Liberati sull’area omogenea Expo 2015

Rispetto alla vicenda Expo 2015 Bruti ha solo applicato la circolare del 9 giugno scorso. Questi i punti del nuovo corso 

 – è istituita, con effetto immediato, l’Area Omogenea Expo 2015, cui sono attribuite tutte le indagini che, a vario titolo,  concernono, direttamente o indirettamente, l’evento Expo 2015

– il Procuratore della Repubblica riserva a se stesso il coordinamento della Area Omogenea Expo 2015

 – i Procuratori Aggiunti e il Coordinatore SDAS riferiranno prontamente al Procuratore della Repubblica  in ordine a tutti i procedimenti iscritti (Noti, Ignoti e Mod. 45 e 46 ) pendenti presso i rispettivi Dipartimenti che possano riguardare, direttamente o indirettamente, l’evento Expo non — essendo opportuno prevedere un organico proprio per l’Area Omogenea Expo 2015, le notizie di reato ad essa riferibili saranno trasmesse direttamente al Procuratore della Repubblica, il quale provvederà all’assegnazione dei procedimenti ai sostituti assegnati ai diversi Dipartimenti, in ragione delle rispettive specializzazioni, tenendo conto altresì delle connessioni e/o collegamenti investigativi, nonché, se del caso, provvedendo a opportune coassegnazioni, ove emergano diversi profili di specializzazione.

La vicenda Sea e le accuse a Gamberale

Il Csm, dopo la lettera inviata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al vicepresidente Michele Vietti, ha sostenuto che a Milano non ci sarebbe stato “nocumento” alle indagini. Eppure la storia del fascicolo Sea dimenticato per diversi mesi nel cassetto di Bruti avrebbe avuto ritardi sull’inchiesta, come riportato proprio da Robledo. Gamberale è accusato di concorso in turbativa d’asta in relazione alla vendita da parte del Comune di Milano nel dicembre 2011 del 29,75% della Sea. Robledo ha chiesto il processo, oltre che per il numero uno di F21, anche per Maia, partner in F2i e per Behari Vinod Sahai, rappresentante della società indiana che aveva presentato un’offerta per l’acquisto delle quote che non fu ammessa perché venne presentata in ritardo. Secondo l’accusa Maia «in concorso e previo accordo» con Gamberale, «colludeva con Sahai Vinod Behari», procuratore speciale della società indiana Srei Infrastructure Finance Ltd, perché quest’ultima «si astenesse dal concorrere alla gara a evidenza pubblica indetta dal Comune di Milano» per l’acquisto di quasi il 30% di Sea. F2i alla fine si è aggiudicato per 385.000.001 euro (uno in più rispetto alla base d’asta) il pacchetto di azioni Sea. 

Tra le prove ci sarebbero anche le dichiarazioni messe a verbale dal manager indiano, il 20 luglio del 2012, prima che venisse indagato. Sahai aveva raccontato che, in un incontro, avvenuto nella sede di F2i, il 12 dicembre 2011 «Maia mi ha invitato a non partecipare alla gara indetta dal Comune di Milano in data 17 novembre 2011, al fine di evitare una competizione» con il fondo. E che, l’allora socio di F2i «mi rappresentò che se non avessi partecipato alla gara, la società F2i, in un secondo momento, avrebbe ceduto alla Srei una quota compresa tra il 5 e il 7% delle azioni Sea, allo stesso prezzo di aggiudicazione». Offerta questa che «il sottoscritto — aveva aggiunto l’indiano — ha rifiutato». Le affermazioni sono state smentite però da Maia in un interrogatorio dello scorso 19 giugno. Nel frattempo il comune di Milano ha spiegato in una nota: «Per quanto riguarda il procedimento per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio per turbativa d’asta, reato contro la Pubblica Amministrazione, in relazione al bando Sea, si ribadisce che il Comune di Milano in questa vicenda è parte offesa e che si costituirà parte civile». 

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