Portineria MilanoRenzi e Alfano aspettano Lupi: va o no in Europa?

Renzi e Alfano aspettano Lupi: va o no in Europa?

Aspetta Matteo Renzi, presidente del Consiglio, per decidere i prossimi passi del rimpasto di governo. Aspetta Angelino Alfano, ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centrodestra, per capire da che parte andrà il suo partito. Aspetta Massimiliano Salini, il primo dei non eletti di Ncd in Europa, per vedere se nei prossimi cinque anni vivrà o meno tra Bruxelles e Strasburgo. Aspettano tutti Maurizio Lupi, attuale ministro per le Infrastrutture, votato con successo alle ultime elezioni europee nella circoscrizione ovest, unico ormai tra gli eletti a non avere ancora sciolto la riserva sulle incompatibilità. Sì, (a parte il sindaco di Verona Flavio Tosi, ndr) a Roma è rimasto solo Lupi in bilico, dopo che mercoledì 25 giugno la stessa Camera dei Deputai ha ratificato l’addio a Montecitorio da parte di sette esponenti del Partito democratico (tra cui Simona Bonafè, Alessandra Moretti e Cecile Kyenge), tre di Forza Italia (Alessandra Mussolini, Salvatore Cicu e Raffaele Fitto) e uno della Lega Nord (Gianluca Buonanno). Secondo il regolamento Lupi ha tempo fino a metà luglio per prendere una decisione, dal momento che i possibili europarlamentari hanno tempo fino a 30 giorni dalla data di proclamazione che è stata il 18 giugno, come testimonia il verbale dell’ufficio elettorale. «In cuor suo ha già deciso» spiega un esponente di Ncd. E infatti al momento sembrano tutti convinti che alla fine il ministro, incompatibile per l’articolo 6 della legge del 1979, volerà verso il parlamento europeo. 

I nodi del rimpasto di governo

La situazione di Lupi rappresenta al momento una sorta di tappo sull’esecutivo. Fino a quando non deciderà cosa fare le manovre di rimpasto sono bloccate. In teoria il premier vorrebbe avviare quel restyling dell’esecutivo che passa pure per la sostituzione di Federica Mogherini alla Farnesina. L’attuale ministro degli Esteri è candidata per il ruolo di Alto rappresentante Ue per la politica Estera e la Sicurezza, ma ci sono veti e controveti interni al Pd. Eppure è proprio su di lei e Lupi che si gioca il puzzle della nuova formazione di palazzo Chigi. Gioco a incastri che non deve scontentare i democrat, ma neppure i centristri, più che mai spezzettati in Nuovo Centrodestra e Scelta Civica. E il tutto avviene mentre c’è in ballo il difficile percorso verso le riforme istituzionali. Se in più aggiungiamo l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, dal momento che Giorgio Napolitano ha già annunciato che si ritirerà, ne viene fuori un quadro esplosivo, ma per questo motivo più che mai bloccato.

I nomi per il ministero delle Infrastrutture sono diversi. Si parla di Matteo Mauri, attuale tesoriere del Pd alla Camera, area ex bersaniana, ma c’è chi dice che Renzi potrebbe affidarlo a uno dei suoi fedelissimi. Balla sempre il nome di Marco Carrai, il Richelieu del rottamatore, attuale presidente di Aeroporti Firenze. Ma i nomi potrebbero essere anche altri. Di certo Ncd perderebbe un ministero importante. Per questo motivo si tratta da giorni su quello dell’Istruzione, dove al posto di Stefania Giannini di Scelta Civica, gli alfaniani vorrebbero mettere Gaetano Quagliariello. Ma se il rimpasto influisce sugli umori interni del Pd, è destabilizzante anche per quelli di Ncd. Perché Lupi sganciandosi dal governo potrebbe prendere in mano il partito, traghettandolo con tutta probabilità verso Berlusconi per una nuova casa dei moderati di centrodestra. 

Chi ha deciso di andare in Europa, chi entra e chi esce

A optare per il seggio a Bruxelles è stato Lorenzo Cesa dell’Udc, sostituito da Roberto Occhiuto. I maligni sostengono che Cesa lo abbia fatto per avere uno scudo parlamentare in Europa, perché indagato nello scandalo Finmeccanica per finanziamento illecito ai partiti. Dal parlamento se ne vanno poi diversi esponenti del Pd, tra cui appunto Kyenge, Moretti, Bonafè, Massimo Paolucci, Enrico Gasbarra, Alessia Mosca e Pina Picierno. Ecco i nuovi del Pd: Vanessa Camani, Anna Maria Carloni, Emiliano Minnucci, Francesco Prina, Giuseppe Romanini, Paolo Rossi e Camilla Sgambato. Per la Lega Nord al posto di Buonanno entra Roberto Simonetti. Per Forza Italia entrano invece  Nicola Ciracì, Settimo Nizzi e Roberto Occhiuto.

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