Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Pannelli fotovoltaici: pagamento immediato, allacciamento chissà quando
Quante volte siamo stati contattati per installare i pannelli solari o fotovoltaici? Non si contano… ho sempre rifiutato le offerte fino ad un maledetto giorno in cui ho detto sì! L’agente inizia con la solita storia: siamo nella sua zona, gli incentivi non sono eterni, parta adesso così è a posto per la stagione estiva, abitando noi a Torino e non a Palermo! Purtroppo mi lascio convincere e, trattandosi di Enel Greenpower, senza tanti dubbi. Peccato che il pagamento sia stato effettuato anticipato in data 12/03 per il 100%, i pannelli avrebbero dovuto essere installati entro il 20 aprile ed entrare in funzione entro il 15/05. I pannelli sono stati installati il 16/05 e, da quel giorno, potevano trascorrere 30/40 giorni lavorativi (quindi un mese e mezzo!) perché un tecnico dell’Enel venisse a collegarli. Ora mi domando: se c’è tutto questo interesse a produrre energia da fonti rinnovabili, il lavoro dei tecnici Enel è di 10 minuti (almeno così mi ha detto l’agente) e, per di più, Enel Greenpower fa parte del gruppo Enel, perché questa attesa così lunga? Forse Enel ha più convenienza ad acquistare energia all’estero? O non ha abbastanza personale per stare dietro alle richieste di allacciamento ma ne ha da sguinzagliare porta a porta per la vendita degli impianti? La molla definitiva è scattata il 16/06 quando una cortese signorina mi ha chiesto il pagamento dell’ennesimo balzello per l’allacciamento (€ 122) e mi ha detto che i 40 giorni, sempre lavorativi, sarebbero decorsi dalla data di quel pagamento. In conclusione, io ho fatto un contratto il 01/03 per avere l’allacciamento in tempo utile e, dopo 4 mesi, non so ancora quando ne potrò usufruire.
Enrica Gherra, La Stampa, 3 luglio
Sui migranti Salvini non ha tutti i torti
Non credo — a malincuore — che Salvini sbagli del tutto quando afferma che la politica del salvataggio in mare, peraltro civile e legittima, attuata dalla missione Mare Nostrum induce i disperati dell’Africa e del Medio Oriente a tentare la sorte con la complicità degli Stati rivieraschi. Se fosse vero il no dell’Ue a fondi aggiuntivi, sarebbe preferibile una effettiva intercettazione, alla partenza, dei barconi dalla Libia, Tunisia e da altri Paesi nord-africani attraverso una rete di radar posti sulle sponde italiane ed africane in modo da sapere esattamente dove intervenire e, per quanto possibile, responsabilizzare i Paesi di partenza che fingono di non sapere quello che accade sulle loro sponde. Finanziare corsi di formazione professionale sui fondi comunitari dello sviluppo dei migranti in modo che avendoli frequentati possano trovare lavoro una volta che siano rimandati nei loro Paesi d’origine dove le Delegazioni dell’Ue colà operanti dovrebbero collaborare nell’individuazione dei corsi stessi. Per coloro invece che chiedono un reale asilo politico occorrerebbe un’equa distribuzione tra tutti i Paesi europei.
Giancarlo Izzo, Repubblica, 3 luglio
Il Mediterraneo è Mare nostrum o Mare eorum?
Mi sembra di capire che il Mediterraneo è “Mare Nostrum” quando c’è da salvare migliaia di poveri disperati, e credo che sia giusto. Ma diventa “Mare eorum” quando c’è da smaltire migliaia di tonnellate di sostanze chimiche. In acque internazionali, ci dicono. Ma non ci sono frontiere in mare; quantomeno sono labili e facilmente violabili. Mi sembra un brutto affare. Soprattutto non mi piace che le popolazioni costiere interessate non abbiano avuto voce in capitolo.
Sergio Cannaviello Obradovich, Repubblica, 3 luglio
Quando il prete definisce Pietro “vigliacco senza palle”
Mi trovo in villeggiatura sul litorale romano. Qualche giorno fa ho partecipato alla messa celebrata nel querceto adiacente ad una delle tre chiese di Fregene. Durante la predica il prete, riferendosi a Pietro, lo definisce prima «vigliacco» e poi, testualmente (relativamente a un preciso momento della sua vita) «uno senza palle », per poi aggiungere «e scusate il francesismo ». Poco dopo, sempre sullo stesso concetto, dice «bisogna mostrare gli attributi », quasi a correzione della battuta precedente, precisando infatti «una volta va bene, due no…», riferendosi ovviamente al francesismo di cui sopra. Sebbene io non sia affatto scandalizzato per questa performance, forse inedita durante un’assemblea religiosa in Italia, sarei curioso di sapere se si tratti di nuove tecniche comunicative, anche dall’altare.
Giacomo Diterlizzi, Repubblica, 3 luglio
E la Ue continua a provocare la Russia
La provocazione della Ue nei confronti della Russia prosegue senza sosta. Non si è limitata a sottoscrivere un accordo di associazione e libero scambio con l’Ucraina, ma ha anche firmato patti di cooperazione con Moldavia e Georgia. Quindi, come scrive Luigi Offeddu, «economicamente, politicamente, commercialmente e soprattutto storicamente, un altro passo di allontanamento dalla Russia e di avvicinamento alla Ue. Cioè all’Occidente, alla Nato, agli Usa». La prossima candidata sarà l’Armenia. Armenia e Georgia appartengono al continente asiatico, ma avrebbero forti legami culturali con l’Europa. È sufficiente questo per creare nuove tensioni con la Russia? In che cosa consistono i legami culturali con l’Europa? Considerando i costi, quali sarebbero i benefici che la Ue si aspetta?
Anna Maria Prati, Corriere della Sera, 3 luglio
Inghilterra e Germania, la storia si ripete
Dato che ho una certa età e una buona dimestichezza con la storia, mi sta asillandoi il pensiero che si sta ripetendo la storia del 1940 dopo la caduta della Francia e il ritiro delle truppe inglesi da Dunkerque. L’Inghilterra si ritrovò da sola contro tutti e per fortuna quel testardo di Churchill non si arrese allo strapotere della Germania. Ora mi sembra che ci risiamo: Inghilterra contro tutti e la Germania che imperversa nel tentativo di costruire il proprio Reich. Sono ormai rincoglionito io o la situazione è praticamente eguale?
Angelo Minciaroni, Corriere della Sera, 3 luglio