Tre buone notizie sui rom

Tre buone notizie sui rom

In una galassia di giornali – di carta e online – che parlano solo di furti-da-parte-di-rom, arresti-di-rom, sgomberi-di-campi-rom, oltre a pubblicare articoli dal vago sentore razzista, abbiamo provato a raccogliere solo storie positive dei rom e nomadi in Italia. E guarda un po’, ci siamo riusciti.

Pensate, c’è una ragazza rom che fa la regista e ha appena presentato il suo film al Giffoni film festival. Da Il Fatto Quotidiano

Una vita a cavallo tra due culture, quella gipsy e quella italiana. È la storia di Laura Halilovic, regista del film autobiografico, “Io rom romantica“, presentato all’ultima edizione del Giffoni Film Festival. Proprio come Gioia, protagonista della pellicola, Halilovic è nata a Torino da una famiglia originaria della Bosnia Erzegovina, arrivata in Italia nell’80. Per problemi burocratici non ha mai avuto la cittadinanza italiana e, dopo anni trascorsi a combattere, ha “riposto le armi”, confessa la regista a ilfattoquotidiano.it. In lei vivono due diverse culture, tanto che parla il rom, una sorta di dialetto, il bosniaco e l’italiano. Ha vissuto i suoi primi anni in un campo nomadi e solo successivamente si è trasferita con la sua famiglia nelle case popolari della periferia di Torino.

“All’inizio ero spaesata. Nel campo ero più libera e con tutti i parenti accanto. Trasferirsi in un condominio non è stato facile perché ero circondata da persone sconosciute e c’erano delle regole da rispettare. Era ora però di adeguarsi all’Italia, scappare dai pregiudizi e farsi accettare” CONTINUA A LEGGERE

Ci sono anche i violinisti, non solo quegli squattrinati che disturbano le vostre lunghe chattate su Whatsapp in metropolitana. Ci sono anche violinisti rom iscritti al conservatorio. Dal Redattore sociale

MILANO – Tra i rom del campo di via San Dionigi ci sono anche due studenti di violino del Conservatorio di Milano. Lunedì le baracche in cui vivono 130 persone verranno abbattute, come annunciato dal Comune. Ora i due giovani violinisti sono in Romania con le loro famiglie, grazie a un benefattore che ha pagato loro il viaggio. Ma quando torneranno dovranno trovarsi una sistemazione. Non sono gli unici del campo ad essere riusciti a frequentare con successo le scuole. Altri non solo hanno conseguito, spesso con buoni voti, la licenza media, ma hanno anche frequentato corsi professionali. CONTINUA A LEGGERE

E ci sono pure i rom che frequentano la scuola calcio, come tutti gli altri bambini. Da Amisnet

Quanto può una palla contribuire alla rottura dell’isolamento dei bambini rom? È questa la domanda di fondo dell’esperienza dell’ASD Birilli, una squadra nata per gioco e che in solo un anno di vita è riuscita a strappare, con l’aiuto di un campo da calcio, decine di giovani rom dall’emarginazione della periferia romana. In realtà il progetto nasce già quattro anni fa con la partecipazione di uno sparuto gruppo di ragazzi all’evento chiamato “Mediterraneo Antirazzista” giocato in un’altra periferia italiana, lo Zen di Palermo.

Da allora, dai campi pietrosi del Metropoliz, uno spazio abbandonato e occupato alle porte di Roma, fino all’erba sintetica del campetto Auro Bruni nel centro sociale Corto Circuito, l’ASB Birilli è cresciuta sempre più fino a permettere ai suoi giovani esordienti di raggiungere i Play off del Campionato esordienti dell’ACLI.
Ma la bellezza di questa squadra e l’importanza di quest’esperienza travalica il semplice agonismo calcistico per chiamare in causa un processo altrettanto primario: il fondamentale processo di lotta alla marginalità e di rafforzamento dell’inclusione sociale di minoritarie fasce della popolazione recluse nelle periferie cittadine, nascoste agli occhi e ignote ai più. CONTINUA A LEGGERE

E non è un caso che la Commissione europea abbia lanciato un bando di gara per attività contro la discriminazione della popolazione rom. Da Il Sole 24 ore

La Direzione generale Giustizia della Commissione europea ha lanciato un bando di gara d’appalto riguardante il supporto ad attività di comunicazione volte a combattere la discriminazione e gli stereotipi nei confronti della popolazione Rom e a sostenere iniziative volontarie che promuovano l’apprendimento reciproco e i gemellaggi tra autorità pubbliche locali e regionali sull’integrazione dei Rom nell’Unione europea. Più specificatamente, gli obiettivi principali dell’appalto puntano prima di tutto a combattere pregiudizi e discriminazioni nei confronti della popolazione Rom attraverso attività di comunicazione mirate dirette ad un pubblico destinatario a livello locale nell’UE. In secondo luogo a sviluppare gemellaggi tra un certo numero di autorità locali e regionali al fine di portare allo sviluppo di risultati concreti che supportino l’integrazione dei Rom a livello locale ed incoraggino il sistema corrispondente realizzato in questo modo. CONTINUA A LEGGERE

In Italia di certo ne abbiamo bisogno, visto che come abbiamo raccontato di recente siamo il Paese europeo in cui si registra il maggior numero di atteggiamenti dicriminatori nei confronti della popolazione rom. Il problema, come titolava un articolo di Vice qualche tempo fa, è che sui rom (come per molte altre cose) chiunque si sente in dovere di dire la propria. Con conseguenze, spesso, a dir poco isteriche.

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