Sul suo sito www.pietroichino.it, il senatore Pietro Ichino racconta una storia olandese, «ma presto, speriamo, anche italiana», dice, su come può funzionare la cooperazione tra centro per l’impiego, agenzia specializzata, impresa che licenzia e lavoratore in cerca della nuova occupazione, secondo il cosiddetto contratto di ricollocazione, inserito tra gli strumenti di politica attiva per il lavoro in un emendamento al Jobs Act accolto l’11 settembre 2014 in Commissione lavoro al Senato.
Ecco la storia che ci spiega come funziona il contratto di ricollocazione:
Il signor (Van Dijk) Rossi è molto seccato: la casa editrice per la quale lavora da dieci anni come tecnico informatico lo ha appena licenziato per riduzione del personale. Si reca al Centro per l’Impiego di (Arnhem) Rieti, dove esaminano il suo caso e lo rincuorano: «Guardi che anche in questo periodo di crisi nera ci sono imprese che non trovano lavoratori qualificati, vedrà che un altro lavoro lo troverà, magari all’inizio con una retribuzione inferiore, ma con buone prospettive di sviluppo» (1).
Gli offrono la scelta tra una ventina di società specializzate in servizi di assistenza intensiva per la ricollocazione, accreditate per questo servizio presso la Regione; in particolare tre che trattano con maggiore frequenza le assunzioni nel settore informatico. Rossi ha un colloquio con ciascuna di queste, che tutte e tre gli fanno “ponti d’oro”, e – sentito anche il parere del suo sindacato – sceglie quella che gli propone il percorso più convincente e gli dà più fiducia; anche perché con la job advisor con cui ha parlato è scattato un buon feeling e lei, molto esperta del settore del lavoro informatico, gli ha prospettato alcune prospettive di riqualificazione mirata interessanti.
Tre giorni dopo nell’ufficio del Direttore del Centro per l’Impiego il signor Rossi firma il contratto di ricollocazione con il Direttore stesso e la rappresentante dell’Agenzia prescelta: il contratto prevede che l’Agenzia gli affianchi un tutor, che lo assisterà in modo continuativo, lo impegna a seguire a tempo pieno il percorso di ricerca della nuova occupazione e riqualificazione concordato col tutor medesimo, impegna quest’ultimo a denunciare al Centro l’eventuale rifiuto ingiustificato di disponibilità da parte del signor Rossi, e prevede infine il pagamento all’Agenzia di un voucher di 3.000 euro a carico della Regione, 300 subito e il resto a risultato ottenuto.
In forza di un accordo aziendale, poi, al contratto di ricollocazione aderisce anche la ex-datrice di lavoro, che si fa carico di un trattamento complementare di disoccupazione: invece del 75 per cento, il signor Rossi percepirà il 90 per cento dell’ultima retribuzione. Il lavoro con la tutor parte subito, con la redazione del curriculum, una sessione di preparazione al colloquio di lavoro, uno sguardo panoramico sulle possibilità offerte dal mercato nella zona e un primo programma di colloqui da affrontare. Nel settore editoriale, nessuna possibilità. Dopo qualche tempo si presentano una possibilità nel settore dell’informatica applicata alla musica, che richiede un percorso di riqualificazione di un anno, una possibilità nel settore artigiano che richiede un corso di tre mesi con la prospettiva di rilevare una piccola impresa di manutenzione dal titolare che sta andando in pensione, e una nel settore alberghiero, che richiede quattro-sei mesi. Il signor Rossi sceglie quest’ultima; supera positivamente una prima selezione e si iscrive a un corso organizzato da una grande catena di alberghi e da una casa di software, pagato dalla Regione, svolto sullo stesso sistema informatico destinato a essere attivato tra breve. Sei mesi dopo Rossi viene assunto dal gruppo alberghiero. Gli brucia la perdita degli scatti di anzianità che aveva accumulato nel rapporto precedente; ma il nuovo lavoro è una sfida che incomincia subito a piacergli. E soprattutto scopre un mondo di cose nuove, di cui prima non sospettava neppure l’esistenza.
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(1) Dalle Comunicazioni obbligatorie al Ministero del Lavoro risulta che in ciascuno degli ultimi anni in Italia si sono registrate circa 10 milioni di assunzioni regolari, delle quali un terzo circa per rapporti di durata superiore a 3 mesi e circa un sesto a tempo indeterminato. Ma a questo grande flusso di incontri domanda/offerta accede quasi esclusivamente chi dispone di reti parentali, amicali, professionali. O di (costosi) servizi specialistici.