Il 16 settembre 2014, Leonardo DiCaprio è stato nominato dall’ONU, messaggero della Pace per il suo impegno contro il cambiamento climatico e il suo lavoro per la protezione degli oceani. E il 23 settembre, DiCaprio è stato il primo a parlare all’apertura del United Nations Climate Summit, la conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite. La domenica precedente, 400mila persone — la più grande manifestazione di sempre dedicata al riscaldamento globale — avevano sfilato a New York per chiedere impegni concreti per affrontare il cambiamento climatico.
Questa è la traduzione in italiano del suo discorso davanti ai delegati delle Nazioni Unite, in fondo alla pagina c’è il video.
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Grazie Segretario Generale, vostre eccellenze, signore e signori e illustri ospiti. Sono onorato di essere qui. Sto di fronte a voi non come un esperto ma come un cittadino preoccupato, uno degli oltre 400mila che hanno marciato nelle strade di New York questa domenica e dei miliardi sparsi per tutto il mondo che vogliono risolvere il problema del cambiamento climatico.
Nel mio lavoro di attore, mi guadagno da vivere fingendo. Interpreto personaggi fittizi che spesso risolvono problemi fittizi.
Credo che l’umanità stia guardando al cambiamento climatico nello stesso modo: come se fosse finzione, come qualcosa che sta succedendo sul pianeta di qualcun altro, come se fingere che il cambiamento climatico non esista lo faccia, in qualche modo, sparire.
Ma sappiamo che non è così. Ogni settimana vediamo nuovi e innegabili eventi climatici, prove che il cambiamento climatico è qui, adesso, e si muove sempre più velocemente. Sappiamo che le siccità stanno aumentando, che i nostri oceani stanno diventando più caldi e più acidi, con rilasci di metano che arrivano da sotto al fondale oceanico. Vediamo eventi meteorologici estremi, temperature in aumento, e i ghiacci dell’Antartide Occidentale e della Groenlandia che si assottigliano a livelli mai visti, molto più velocemente di quanto avessero previsto le proiezioni scientifiche.
Niente di tutto questo è retorica, e niente di tutto questo è un’isteria. Sono fatti. La comunità scientifica lo sa, l’industria e i governi lo sanno, anche l’esercito statunitense lo sa. Il capo dell’US Pacific Command della marina militare, l’ammiraglio Samuel Locklear, ha detto di recente che il cambiamento climatico è la più grande minaccia alla nostra sicurezza.
Amici miei, questa organizzazione — forse più di qualsiasi altra organizzazione nella storia dell’umanità — adesso affronta una prova difficile. Potete fare la storia… o diventarne lo zimbello.
Per essere chiari, questo problema non riguarda solamente il dire alla persone di cambiare le lampadine o di comprare una macchina ibrida. Questo disastro è cresciuto oltre le scelte dei singoli individui. Ora tocca alle nostre industrie e ai governi di tutto il mondo prendere delle decisioni risolute e di larga scala.
Non sono uno scienziato, ma non serve esserlo. Perché la comunità scientifica mondiale ha parlato, e ci ha dato la nostra prognosi. Se non facciamo qualcosa insieme, perderemo sicuramente.
Questo è il momento per fare.
Dobbiamo mettere un prezzo sulle emissioni di anidride carbonica, eliminare i sostegni governativi per le aziende che producono carbone, gas e petrolio. Dobbiamo mettere fine all’aiuto dato agli inquinatori industriali nel nome dell’economia di libero mercato. Non si meritano i soldi delle nostre tasse, si meritano di essere messi sotto osservazione. Perché l’economia stessa collasserà, se il nostro ecosistema collassa.
La buona notizia è che le energie rinnovabili non sono solo qualcosa di raggiungibile ma anche un’ottima scelta in termini di politca economica. Nuove ricerche mostrano che, con le tecnologie attuali, entro il 2050 la produzione di energia rinnovabile potrebbe sostenere il 100% del fabbisogno energetico globale, e creare milioni di posti di lavoro.
Questo non è una discussione di parte, è un discussione umana. Aria e acqua pulite e un clima in cui è possibile vivere sono diritti inalienabili dell’uomo. E risolvere questa crisi non è una questione di politica. È un obbligo morale, anche se — lo ammetto — è pauroso.
Abbiamo solo un pianeta. L’umanità deve diventare responsabile per l’insensata distruzione della nostra casa comune. Proteggere il nostro futuro su questo pianeta dipende da come si evolverà la nostra specie.
Questo è il momento di massima urgenza, e questo è il più urgente dei messaggi.
Onorevoli delegati, leader del mondo, io mi guadagno da vivere fingendo. Ma voi no. Le persone di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce questa domenica, e il movimento non si fermerà. Ora è il vostro turno. Il momento per rispondere alla più grande sfida della nostra esistenza su questo pianeta è… adesso.
Vi prego di affrontarla con coraggio. E onestà. Grazie.