Garanzia giovani, il caos del portale da 1,5 miliardi

Garanzia giovani, il caos del portale da 1,5 miliardi

La Garanzia giovani, il piano europeo da 1,5 miliardi di euro partito lo scorso maggio e destinato all’inserimento del mondo del lavoro dei giovani italiani che non studiano e non hanno neanche un lavoro, continua a generare qualche dubbio. E non solo. Lo dimostra l’analisi del centro studi Adapt, che monitora le offerte pubblicate sul portale nazionale della Garanzia giovaniI numeri degli annunci pubblicati sono discordanti rispetto alle dichiarazioni del ministero del Lavoro, la maggior parte degli annunci non proviene dalle aziende ma è solo il duplicato delle offerte delle agenzie per il lavoro e soprattutto molti annunci non sono rivolti ai giovani (come la Garanzia giovani richiede) ma a figure che abbiano già una esperienza lavorativa. Per non parlare della qualità del portale nazionale, un labirinto di offerte che poco hanno a che fare con il programma europeo.

Partiamo dai numeri. Nel report settimanale pubblicato l’11 settembre 2014, il ministero del Lavoro informa che «le aziende stanno inserendo occasioni di lavoro (vacancy) sul portale nazionale direttamente o per il tramite delle Agenzie per il lavoro» e che «le opportunità di lavoro complessive pubblicate dall’inizio del progetto sono pari a 11.703, per un totale di posti disponibili pari a 16.949». Ma i numeri non tornano, scrivono Umberto Buratti, Carmen Di Stani e Giulia Rosolen nel bollettino Adapt. All’8 settembre le vacancy pubblicate erano poco più di 3.600 e al 15 settembre risultano inferiori alle 5.300 unità. 

La risposta a queste incongruenze i ricercatori dell’Adapt non l’hanno trovata. «Inizialmente abbiamo ipotizzato che quelle reperibili nel portale fossero solo quelle “attive” ossia riferite a posizioni oggi aperte e che quindi le 10.000 mancanti si riferissero a posizioni non più disponibili», scrivono. Ma non è così. La lettura degli annunci nei dettagli ha mostrato che l’aggiornamento della pagina del portale nazionale non ha comportato né la rimozione delle offerte più vecchie, né di quelle scadute. Questo potrebbe essere dovuto a due motivi: il primo è che nessuna intermediazione passata dal portale nazionale è andata a buon fine; il secondo è che nessuno si sarebbe preoccupato di rimuovere l’annuncio dal sito.

«Simili rilievi mostrano come il periodo estivo non sia stato utilizzato per implementare la qualità del portale nazionale che sarebbe dovuto invece essere la prima e più importante interfaccia tra i giovani alla ricerca di una occasione di lavoro e le aziende alla ricerca di giovani da inserire al loro interno. Allo stato attuale, il sito ministeriale, nella maggior parte dei casi, non fa altro che “rimbalzare” annunci delle Agenzie per il lavoro senza un vero e proprio controllo su quanto inserito», scrivono da Adapt. Quasi il 90% delle offerte pubblicate, infatti, è stato caricato dalle agenzie per il lavoro e si riferisce a figure non in linea con il programma europeo. Le aziende iscritte sono pochissime. Nel portale nazionale si ritrovano così gli stessi annunci pubblicati in qualunque altro motore di ricerca presente sul web senza alcun filtro: da Monster a Indeed, fino a Cliclavoro

Per quanto riguarda il contenuto delle offerte, le figure ricercate riguardano tendenzialmente profili medio-bassi. Dall’indagine fatta da Adapt sui termini più ricorrenti all’interno degli annunci, viene fuori che nelle prime dieci posizioni appaiono profili professionali legati al mondo industriale e manifatturiero. Si va dai più generici addetti, operai e impiegati, a figure più specializzate come i manutentori o i saldatori. Non mancano poi richieste per gli ingegneri e i programmatori informatici. Il problema è che le aziende sono interessate a persone che sono già in possesso di una esperienza nel settore di riferimento, il che – scrivono da Adapt – «si pone in contraddizione con i pilastri della Garanzia giovani che invece vuole intercettare chi ha appena terminato un percorso di studio oppure è in una situazione di mancanza di formazione e lavoro». Poco spazio viene dato ai profili junior o ai neolaureati/neodiplomati. «A conferma del fatto di una mancato controllo del caricamento delle vacancies».

Sul fronte delle tipologie contrattuali offerte, il contratto a tempo determinato risulta la formula preferita dalle imprese. Quasi il 76% delle offerte propone un contratto a termine, mentre il contratto a tempo indeterminato riguarda quasi il 14% delle offerte. Restano in fondo tirocini e apprendistato che, invece, dovrebbero essere il cuore stessi della Garanzia giovani. Nemmeno il 6% delle opportunità connesse alla Garanzia giovani riguarda infatti uno stage. Eppure i dati forniti dal ministero del Lavoro per quanto riguarda le comunicazioni obbligatorie segnalano che i tirocini extracurriculari attivati nel 2013 sarebbero stati 204mila, in crescita di quasi 50mila unità rispetto all’anno precedente. Questo evidenzia, dicono i ricercatori di Adapt, «che le opportunità di tirocinio non vengono veicolate, o per lo meno non a sufficienza, attraverso il portale “garanzia giovani” ma lasciate ad altre forme di intermediazione. Si tratta di un elemento di criticità particolarmente grave visto che sugli stage si sono investite moltissime risorse della Garanzia giovani e che questi costituiscono uno strumento fondamentale per rafforzare l’occupabilità dei neet». Che in Italia sono oltre due milioni. Un problema non da poco, insomma. 

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