La Germania vuole conoscere i segreti di Google

La Germania vuole conoscere i segreti di Google

Berlino chiede a Google di rivelare i dettagli della formula segreta che gli ha permesso di monopolizzare le ricerche online in Europa, una mossa che otterrà l’appoggio dei competitor ma che sarà osteggiata dal colosso di Mountain View. In un’intervista al Financial Times, infatti, il ministro della giustizia tedesco Heiko Maas ha dichiarato che Google è chiamata a diventare più “trasparente” sull’algoritmo utilizzato per determinare il posizionamento dei siti nei risultati del motore di ricerca.

Critica la posizione di Robert Kimmitt, ex ambasciatore Usa in Germania, che ha osservato che le aziende e le opinioni pubbliche europee, specie in Paesi dall’economia fortemente orientata verso l’export come la Germania, «hanno bisogno di mercati aperti per i loro prodotti innovativi e dovrebbero preoccuparsi dei tentativi di acquisizione della proprietà intellettuale».

La nuova offensiva che Google e gli altri colossi americani della tecnologia si trovano ad affrontare nasce da un sentimento di preoccupazione che attraversa tutta l’Europa, legata soprattutto al crescente dominio di Big G nei mercati online, e alla gestione dei dati personali sulla scia dello scandalo Nsa negli Stati Uniti.

A tal proposito Bruxelles ha preso una decisione senza precedenti la scorsa settimana, rifiutando per la terza volta il tentativo di accordo di pace proposto da Google relativo alla questione secondo cui il motore di ricerca sfrutterebbe la sua posizione dominante nel campo delle ricerche online per promuovere i servizi in-house per negozi, voli e ristoranti. In un’intervista il ministro della Giustizia di Berlino Heiko Mass ha affermato:«in sintesi quello che ci interessa è sapere quanto siano trasparenti gli algoritmi che Google utilizza per classificare i risultati della ricerca quando un motore di ricerca ha un tale impatto sullo sviluppo economico, questo è un problema che dobbiamo affrontare».

L’algoritmo di Google è la ricetta segreta che gli ha permesso di dominare l’universo delle ricerche online. Gli esperti criticano il fatto che le formule di questo algoritmo siano tese a depotenziare i rivali. Che Google goda di una fetta di mercato molto ampia lo dicono i numeri, spiega il Ministro: il colosso «ha una quota di mercato di oltre il 90% in Europa e il 68% negli Stati Uniti. Credo quindi che il potere di Google su consumatori e gli operatori di mercato sia straordinario. Una quota del genere vuol dire dominio monopolista, non libera concorrenza»

Inoltre è nell’aria l’apertura di una indagine anche sul sistema operativo Android, anch’esso in odore di possibile posizione dominante secondo i regolatori Ue. Le preoccupazioni su privacy e concorrenza sono fortemente sentiti dall’Unione Europea anche a valle dello scandalo Datagate, che ha rivelato al mondo il capillare sistema di sorveglianza messo in atto dall’agenzia Usa NSA.  

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