Ebola, i rischi per chi ama viaggiare

Ebola, i rischi per chi ama viaggiare

Chi viaggia di più rischia di prendere l’Ebola? No, certo che no. La questione però è emersa in più casi e vale la pena mettere alcune cose in chiaro.

La maggioranza delle persone che hanno preso l’Ebola sono state in tre Paesi: Liberia, Guinea e Sierra Leone. Finora, meno di 20 sono stati trovati in atri Paesi. Di questi, sono morti in quattro: uno negli States, due in Spagna e uno in Germania (tutti gli aggiornamenti si posson trovare qui). Basterebbe non passare di qui per stare al sicuro. E questo è ovvio.

Per ammalarsi di Ebola bisogna entrare in contatto diretto con i fluidi corporei di qualcuno che è già infetto. Ma ci sono alcune precisazioni: prima di tutto, il virus per essere contagioso deve essere incubato per almeno otto giorni. Diventa pericoloso quando mostra i propri sintomi. In secondo luogo, ogni paziente potrebbe infettare, in generale, altre due persone. Non è tanto: per questo la quarantena è importante. Altre malattie, come la Sars, il morbillo e gli orecchioni sono molto, ma molto più contagiose.

Cosa deve fare un viaggiatore per stare al sicuro? Prima di tutto, evitare le zone a rischio. Poi assicurarsi di conoscere bene le dinamiche della malattia, i sintomi e la sua diffusione. Un sito come questo può essere molto utile.

Immagine Andrew Burton/Getty Images

Il rischio vero è in volo: voi non sarete mai stati in Africa, ma chi vi garantisce che il vostro vicino di posto non arrivi proprio dalla Sierra Leone? E che quella nausea che lo perseguita non sia un sintomo? La cosa migliore è avvertire subito hostess e steward, e mantenere tutte le norme igieniche (quali? Si trovano qui).

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