Nella celebre scena dell’accoltellamento nella doccia, in Psycho, non si vede il coltello, ma solo gli occhi terrorizzati di Marion Crane, la vittima. Del resto, «Il terrore non sta nel momento dello scoppio, ma nella sua anticipazione», diceva Alfred Hitchcock. Ed era uno che ne capiva.
Per creare l’attesa, il suo strumento principale era mostrare le emozioni di terrore dei protagonisti, proprio come nella scena descritta sopra, attraverso i loro occhi. Per questo motivo “Gli occhi di Hitchcock” (The Eyes of Hitchcock), documentario di analisi cinematografica realizzato da Kogonada, si concentra su questo dettaglio.
Lo si può vedere qui.
Kogonada non è nuovo a produzioni di questo tipo. Ha già trattato le composizioni simmetriche di Wes Anderson, i corridoi e le porte di Yasujiro Ozu, la prospettiva di Stanley Kubrick. Stavolta il focus sono le espressioni facciali nei film di Hitchcock, strumento principale del regista per comunicare paura e tensione.