Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Aiuti alle neo mamme e ai disabili niente
Renzi vuole dare un sostegno alle famiglie numerose e alle neomamme. Non ho mai sentito parlare né del vergognoso mensile di 257 euro che prendono i disabili, né di dare un sostegno alle loro famiglie. L’on. Salvini ha detto che un nostro disabile ha in tasca meno soldi di un extracomunitario!
Carla Crespi, Busto Arsizio (Va), Corriere della Sera
Dobbiamo risollevarci senza piangerci addosso
Ci chiediamo dove sia finita la nostra Italia. Quella dei padri costituenti, di De Gasperi, dei La Pira, più di recente dei Moro dei Berlinguer. Ruoli ben definiti, una destra, una sinistra, un centro, sindacati uniti per i diritti degli operai, ma consapevoli anche dei loro doveri. Oggi purtroppo, la corruzione dell’ultimo ventennio ha coinvolto tutti i partiti, per finire con il Mose di Venezia, e l’Expo di Milano dove gli arresti sembrano non avere fine. Dov’è finito il boom degli anni Sessanta, quando la gente del Sud saliva al Nord per trovare lavoro? Oggi la gente non ha più punti di riferimento. Basta pensare che in una città del centro Italia, per un posto da infermiere, si sono presentati in duemila. I fatti appena accaduti a Genova e Parma, inducono a credere che il territorio è lasciato al suo destino, bastano piogge insistenti per creare disastri in un Paese già fragile di suo che avrebbe bisogno di manutenzione continua. Eppure non ho perduto speranza e fiducia. Tutti insieme, politica in primis, con volontà e sacrificio, coraggio e determinazione, dobbiamo risollevarci, senza troppo piangerci addosso.
Claudio Orlandi, Acqualagna (Pu), Repubblica, 22 ottobre
A Londra l’economia vola ma senza tutele per chi lavora
Ho letto il bell’articolo sui nostri ragazzi che vivono a Londra e lavorano in questa città perché l’economia «vola». Anche mio nipote per diversi anni ha lavorato in questa città in una banca con un lavoro ad alta qualifica, poi alla fine dell’anno scorso la banca ha detto semplicemente «questo ufficio lo eliminiamo» e dall’oggi al domani (dandogli però un anno di stipendio dato che la liquidazione là non c’è) ha lasciato tutti a casa. Là non c’è neanche il famoso articolo 18. Ora per avere uno stesso livello di lavoro e stipendio, con semplicità si è trasferito ad Amsterdam. Mi domando a Londra non c’è né l’articolo18 né la liquidazione, ma l’economia, come dite voi «vola».
Sergio Morello, [email protected]
Matera è bella sì, ma il suo sviluppo lascia molti interrogativi
Sono un emigrato materano, concordo con Valerio Magrelli (“Matera capitale della cultura, così vince l’altra bellezza”,Repubblica di sabato 18 ottobre) ma allo stesso tempo mi pongo alcuni interrogativi. Cosa è rimasta dell’antica sapienza idraulica, architettonica ed urbanistica? Come abbiamo proiettato nel futuro cotanta saggezza? Purtroppo l’antico sistema di raccolta delle acque, sottolineato da Magrelli, è stato completamente distrutto da interventi di restauro poco rispettosi. Ad ogni pioggia le strade dei Sassi diventano fiumi. Il vecchio piano regolatore che aveva fatto di Matera una città a misura d’uomo è completamente saltato. Si è costruito così tanto che la città potrebbe ospitare 80.000 abitanti, circa 20000 in più degli attuali. Tanti giovani e non continuano ad abbandonare la città. I Sassi hanno l’aspetto di una quinta teatrale bella ed affascinante ma senza anima e vita. Spero che questa nuova opportunità possa essere veramente utilizzata per uno sviluppo armonico e che tutta la popolazione possa beneficiarne. E che possa essere al di là della propaganda un momento di riflessione e di assunzione di responsabilità. E non un’ulteriore opportunità gettata al vento.
Eustachio Iacovone, iacoiaco1954@gmail. com
Forniture sanitarie: la Sanità impari dal San Raffaele
Perché il ministero della Sanità non interviene direttamente sulle case farmaceutiche per la determinazione dei prezzi delle forniture sanitarie? Vi troverebbero larghissimi margini di risparmio, visti i ricchissimi profitti di quelle aziende. Al San Raffaele di Milano sono riusciti a ridurre dal 35% al 10% il costo delle forniture. Come si vede, spazi per una più attenta tutela del bene comune esistono. Quello che manca è la volontà di mettere in pratica gli strumenti per evitare sprechi.
Luigi Maggi, [email protected], Corriere della Sera, 22 ottobre
Un grande (?) banchiere, Profumo, non può giocare con i numeri
Il presidente del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo, spiegando, a un convegno che si è tenuto a Pianello Val Tidone (Piacenza), il recente acquisto che la sua famiglia ha fatto delle cantine Mossi, ha anche detto che in Italia si è esagerato sul pericolo della spesa pubblica troppo elevata. “Siamo in linea”, ha precisato Profumo, “con gli altri paesi, il vero tema non è la quantità ma la qualità della spesa pubblica”. Se un’affermazione del genere la fa Renzi (o un altro politico), non mi preoccupo. Il suo mestiere è infatti quello di intorbidire le acque per trarne il massimo profitto mediatico. Ma se questa affermazione (“Il vero tema, con riferimento all’Italia, non è la quantità del debito”) la fa un grande banchiere, mi preoccupo. E molto. A Profumo non dovrebbe essere consentito giocare con i numeri. Qual è, secondo lui, il grande paese europeo che ha un rapporto debito/pil del 132%? L’Italia. E chi altro? Nessuno.
Furio Costantini, ItaliaOggi, 22 ottobre