Alessandra Moretti, candidata alla Regione Veneto rilascia un’intervista a Nino Luca e Chiara Maffioletti del Corriere della Sera e si scaglia contro chi chiude le donne belle nel recinto delle “belle e sceme”.
Ma vedete, signori. Il problema qui non è la bellezza di lady Moretti. Non la ceretta all’inguine o l’estetista da cui l’eurodeputata dice di recarsi coscienziosamente una volta alla settimana.
Quello che preoccupa è il volo a precipizio fatto dalla lady nel trappolone teso dal giornalista Nino Luca, accettando di rilasciare un’intervista in cui si elogiano il proprio bel faccino, le proprie qualità di cuoca e di cantante alla soglia delle elezioni cui ci si è candidate. Un trappolone simile a quello in cui ti può coinvolgere un premier che ti chiede di candidarti alla carica di governatore del Veneto dopo essere stata deputata ed europarlamentare nel giro di 12 mesi scarsi.
Si può affermare senza problemi, come fa la «ladylike» Moretti in questa intervista, che Marianna Madia sia bella ed elegante. O che Elena Boschi abbia uno stile tutto suo e che sia fotografata. Il problema è dire che sono «giustamente le più fotografate» per via della loro bellezza.
Cadute come queste scoperchiano un vaso di Pandora. E lasciano capire che il problema di Alessandra e di molte «ministre ladylike» non è la bellezza. Ma è la consapevolezza di ciò che con quella bellezza si può fare e si può essere chiamate a fare.
Il problema è accettare di partecipare a una sfida sapendo che la principale arma con cui ci si presenta siano le meches e il fisico tonico.
Il problema è affermare con convinzione che «il quid in più» che una donna può portare in politica sia «uno stile femminile» i cui punti centrali sono «la cura di sè e la voglia di essere sempre a posto».
Il punto non è affermare di voler rappresentare al meglio le donne, o di stare dalla loro parte. Il problema è dire che quelle donne – elettrici, cittadine, italiane – si rappresentano strappandosi i peli e tingendosi i capelli bianchi.
Il problema è credere di poter rispondere alla provocazione del giornalista che dice «Sa che la attaccheranno sui social?», rispondendo: «E noi saremo ancora più belle, più eleganti, più curate». E aggiungere l’aggettivo «brave» solo al quarto punto dell’elenco. Il problema è chiudere l’intervista dicendo che la pasta al pomodoro riesce bene perché ci mette «la passione».
Cara Ladylike Moretti. Ti hanno teso una trappola e ci sei cascata in pieno. La bellezza non è un problema in sé. È un problema quando non è accompagnato da consapevolezza di sé.