Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Ingiustificato l’allarme sulla fine delle risorse
Molti postulano il ritorno a un’economia meno globale, a partire dalla agricoltura biologica. Non sono d’accordo. Le campagne anti-tecnologiche sulla fine delle risorse non hanno motivi logici, ma vengono da miti duri a morire. Tra questi l’idea del «buon selvaggio» che deriva da Rousseau: la natura starebbe meglio senza l’uomo. Se fossimo rimasti cacciatori e raccoglitori, allora sì che non ci sarebbe bastato il pianeta! E, quanto al «buon selvaggio», chiunque abbia vissuto in una foresta sa come sia terribile quell’ambiente. Quanto alla Terra, senza l’uomo e alla sua incontaminata bellezza, a che serve se nessuno la guarda? Tranquilli: l’uomo non morirà di fame, né di freddo, né resterà senza acqua. Le risorse non si esauriranno e in ogni caso non sarà la crescita demografica a sancire la fine delle energie del pianeta.
Mario Pulimanti, Lido di Ostia (Roma), Corriere della Sera, 8 novembre
Non va bene neanche in Belgio ma non ci lamentiamo
L’Italia dipinta dagli italiani è un disastro. E cosi vi vedono anche all’estero. Ma se si guardasse a cosa accade nella famigerata Europa si scoprirebbero tante cose interessanti. Ad esempio, che nella grande Germania si sciopera eccome. Che non hanno soldi per riparare le strade che sembrano gruviera. Che in Belgio, dove pure ci sono centrali nucleari, quest’inverno si sa già che vi saranno alcuni giorni in cui mancherà l’energia elettrica nel tardo pomeriggio! Smettetela di piangervi addosso. Imparate da noi, che ci diciamo, ci ripetiamo che tutto va bene… e accettiamo che nel ricco Belgio ci tolgano la corrente. Senza lamentarci.
Lucia Marinovic, La Stampa, 8 novembre
Come uscire dalla stagnazione
Mentre l’Europa rappresenta il 7% della popolazione mondiale e il 25% del Pil del pianeta terra, le spese sociali dell’Europa, raffrontate all’insieme del mondo, ammontano al 50% del totale, dati che sono di dominio pubblico, basta fare delle addizioni. È più che sufficiente l’incoerenza tra questi tre valori percentuali per condannare un modello sociale che si è rivelato essere fallimentare, e soprattutto per biasimare chiunque si ostini ancora a chiedersi che cosa lo Stato può fare per lui, balzando all’evidenza che, per uscire dalla stagnazione, e in certi casi dalla crisi che in varia misura colpisce l’Europa, la domanda da porsi è, al contrario, cosa può fare ognuno di noi per lo Stato (che siamo poi tutti noi messi insieme). Ai posteri l’ardua sentenza.
Antonio Benazzo, Roma, Il Messaggero, 8 novembre
Tutti indignati per le oche spiumate di Report e silenzio sui cristiani bruciati
Strana cosa l’indignazione dei social network: si propaga, in un lampo: il battito di ali nel Golfo del Tonchino provoca un uragano dall’altra parte del mondo. Ma il formidabile, maestoso meccanismo è spesso asimmetrico. In Italia un esercito di tuittatori e di Facebook addict s’è stracciato le vesti per le piume che riempiono i giubbotti della Moncler: secondo Report vengono strappate agli animali da vivi. L’azienda ha però smentito. Un giorno dopo una coppia di cristiani, nel senso di credo, comunque povera gente, è stata spiumata con il fuoco in Pakistan. E nessuno ha fatto un plissé. Anzi un hashtag. E da Karachi nessuna smentita, purtroppo.
Goffredo Pistelli, Italia Oggi, 8 novembre
Pubblicità disonesta sui titoli di Stato?
Caro Romano, in tv si pubblicizza l’acquisto di titoli di Stato italiani con «…e in più hai la garanzia della solidità dello Stato italiano». Le chiedo: stupidità o cinica disonestà?
Fabrizio Perrone Capano, [email protected], Corriere della Sera, 9 novembre
Le buone idee né di destra né di sinistra
È divertente assistere all’esercizio per cui analisti, commentatori e politici si arrovellano a tentare di attribuire la Legge di Stabilità, il Jobs Act e, più in generale, l’intera azione (o intenzione) del governo Renzi a una ristretta caratterizzazione di destra/sinistra. Non che queste categorie siano del tutto superate, come si vuol talvolta far credere, almeno per quel che riguarda il sentire personale di ogni singolo cittadino, ma sta di fatto che, nella cabina elettorale, il sentire del momento e valutazioni più “indipendenti” hanno spesso, ormai, la meglio su consolidate tradizioni di voto. Nella speranza che ciò rappresenti una volta per tutte la fine del “muro contro muro” degli ultimi anni, secondo cui a un «voglio fare il provvedimento X», corrispondeva d’ufficio, dall’altro versante, «il provvedimento X è sbagliato», finalmente si riconosce che da entrambi gli schieramenti fossero state generate alcune idee non proprio tutte così malsane. Lodevole è il coraggio di raccoglierle e rilanciarle; poco importa se, come la riduzione del cuneo fiscale per tutti, l’alleggerimento della soffocante macchina statale o la necessità di una riforma della giustizia, fossero state, anzi continuino a essere, la bandiera, almeno a parole, del centrodestra. È bene cominciare ad abituarci al fatto che le buone idee non abbiano necessariamente colore e che incaponirsi ad attribuirne loro uno, non solo è profondamente inutile ma per molti versi anche controproducente. Ciò fa il gioco dei vecchi (non necessariamente in senso anagrafico) prigionieri dei nostalgismi e delle “romantiche” appartenenze ideologiche.
Alberto Marconi, Roma, Il Messaggero, 9 novembre
Quando la legge non tutela i più deboli
Sono una ragazza di 26 anni appena compiuti e ho la fortuna di avere un lavoro fisso da quando ne avevo 20. Ma la fortuna ha il suo lato oscuro: mi occupo di recupero crediti per conto di una banca. Di recente, mi sono trovata di fronte a una situazione, non rara al giorno d’oggi, che ha del ridicolo (o tragico). Per tutelare un proprio credito, la banca in questione insieme ad un’altra ha promosso una procedura esecutiva immobiliare a danno di una coppia di signori nati negli anni ‘40. Invalidi entrambi. L’altra mattina, bevendo il cappuccino, sento le parole rotte dal pianto di una figlia che non può impedire che la casa paterna vada all’asta la prossima settimana, lasciando i genitori senza un tetto sulla testa. Il paradosso è che nemmeno «noi» (laddove per «noi» si intende appunto la banca), possiamo fermare questa follia. È la legge. La legge dice che, essendo scaduto il termine di 20 giorni prima della data fissata per l’asta, non si può più intervenire per fermarla. Questo abbiamo dovuto rispondere a quella donna. La legge dovrebbe tutelare i diritti umani, dei più deboli soprattutto.
Clementina Tulumello, [email protected], La Repubblica, 9 novembre
Corea del Nord, il “paradiso” di Razzi
Razzi rimarrà sconvolto dalla notizia proveniente dalla Corea del Nord. Il governo di Pyongyang ha ammesso l’esistenza dei campi di lavoro per la “rieducazione”. L’ultimo modello di Paradiso Terrestre, a detta di Razzi, non ha retto alla pressione della disinformazione capitalista. Un funzionario nord coreano ha dichiarato all’Onu che nel suo paese “in termini di legge e pratica, abbiamo campi di riforma attraverso il lavoro, non centri di detenzione, dove le persone vengono migliorate attraverso la loro mentalità e guardando alle loro malefatte”. In poche parole, li facciamo lavorare per renderli migliori. E se lo facessimo anche in Italia? Razzi avrebbe finalmente tanto da lavorare!
Gianfranco Torregiani, Il Fatto Qutidiano, 9 novembre
Mi sembra una farsa ciò che succede in Siria
Mi sembra che in Siria sia in atto una farsa: né i turchi né gli Stati Uniti e gli altri governi hanno davvero voluto fermare i terroristi, preferendo una pericolosa frammentazione politica alla stabilità della regione. Intanto le televisioni continuano a mostrare l’avanzata dei fanatici dell’Isis, dandogli un’immagine di invincibilità!
Francesco Welsch, Napoli, Corriere della Sera, 10 novembre
Chi ha pagato quella mobilitazione di agenti per la cena di Renzi?
Matteo Renzi chiede alle società di calcio di sostenere le spese per i tanti, tantissimi agenti che presidiano gli stadi per ogni partita. Bene, giustissimo! Ma glielo vogliamo chiedere al nostro premier chi si è fatto carico delle spese di tutto quello stuolo di agenti che presiedevano la sua cena l’altra sera a Milano? O, forse, nei mille euro c’era compresa anche quella spesa?
Simone Baldi, [email protected], Corriere della Sera, 10 novembre
Geografia: materia dimenticata da “La buona scuola”
Vorrei fare i miei più sentiti complimenti al presidente Renzi che, a parole, vuole imprimere una modernizzazione del Paese e poi nelle (ben) 136 pagine del Piano “La buona scuola”, contrariamente alle altre discipline, non cita neanche una volta la Geografia (politica ed economica), materia strategica per la comprensione di un mondo sempre più globalizzato e interdipendente. Di fatto Renzi (con il suo ministro “fantasma” Giannini) prosegue il “riordino” della Gelmini. Vale a dire il completo affossamento della materia e l’affidamento delle sempre più scarse cattedre, anche agli insegnanti non abilitati-specialisti. Il tutto alla faccia del tanto sbandierato merito e della qualità dell’insegnamento e dell’offerta formativa.
Riccardo Canesi, Carrara, Il Messaggero, 10 novembre
Ma tutti quei soldi per le nozze gli zingari dove li trovano?
Dopo la lettura odierna dell’articolo sul fenomeno delle “spose bambine”, mi vien da chiedere dove trovino gli zingari dai 50 ai 100 mila euro per concludere i contratti di matrimonio e le migliaia di euro che spendono per la festa di nozze.
Laura Gallo, La Stampa, 10 novembre
Ma quanto ci costano quei 15 minuti risparmiati
Famosissimi i 15 minuti di celebrità evocati da Andy Warhol per ciascuno di noi, infimi i 15 minuti di tempo risparmiato per andare da Bologna a Firenze, forse per paura che il David possa scappare… Mai più fare sosta in un grill tra Bologna e Firenze, sennò quei 4 miliardi di euro cosa li abbiamo spesi a fare?
Sergio Dagradi, [email protected], La Repubblica, 11 novembre
Capo dello Stato: Boldrini lo vuole donna, io lo voglio autorevole
La presidente della Camera Laura Boldrini si augura che il prossimo presidente della Repubblica sia una donna. Preferibile sarebbe stato, secondo me, l’augurio di una scelta di un nuovo capo dello Stato dettata — più che dal sesso — dall’onestà, capacità e autorevolezza del nuovo prescelto.
Vittorio Zanuso, [email protected], Corriere della Sera, 11 novembre
Quando non c’era l’Iva non c’era neanche l’evasione
A detta di molti l’euro è causa della nostra crisi, ma così non la pensa il governo che incolpa sempre l’evasione fiscale e dimentica gli sprechi e la corruzione che chiamano in causa affari e politica. Prima dell’avvento dell’Iva (1972-73) l’evasione fiscale era minima, ma è via via cresciuta con l’aumento delle aliquote che hanno provocato veri e propri artifizi e raggiri , e facendola diventare un business per società e professionisti, specie se senza scrupoli.
Rimo Dal Toso, Padova, Corriere della Sera, 11 novembre
Farmaco introvabile: perchè si favoriscono i mercati esteri?
Sono alla ricerca di un farmaco che pare sia scomparso dalle farmacie di Torino e provincia Questo farmaco si chiama Inspra della casa farmaceutica Pfizer AG ed è distribuito dal servizio sanitario nazionale. Inspra è usato per il trattamento dell’insufficienza miocardica, al fine di prevenirne un’ulteriore e di ridurre possibili ricoveri ospedalieri. Si tratta di un farmaco nuovo che per alcuni mesi riuscivo a avere (non senza difficoltà) mentre, dal mese di giugno, è introvabile. Ho interessato alla ricerca anche amici della Liguria e dell’Emilia, in quelle regioni qualcosa si trova, ma non viene accettata la ricetta del Servizio Sanitario della Regione Piemonte. Si tratta di un farmaco che non ha “generici” equivalenti e quindi viene venduto ad un prezzo molto elevato. Posso ipotizzare che la Pfizer AG favorisca i mercati esteri e penalizzi quello italiano?.
Aldo Littizzetto, La La Stampa, 11 novembre
Mi sembra bello che Porta Pia si allarghi la breccia
Mi sembra bello che nel giorno in cui mi riprendo anch’io il Manifesto, anniversario della caduta del Muro di Berlino, anche Porta Pia si allarghi la breccia. Buttiamo giù le ingiustizie ed edifichiamo di nuovo solidarietà, che essa è bella e contagiosa.
Marcello Pesarini, il Manifesto, 11 novembre
Caro Marino voglio un sindaco che pulisca tombini e strade
A Roma non voglio un amministratore che si occupa di cose complicate e importanti, come chiudere al traffico i Fori, organizzare un festival culturale, registrare i matrimoni omo. Voglio uno che pulisca i tombini e le strade.
Loredana Sette, ItaliaOggi, 11 novembre