Una firma di tutto riposoElettori severi? Sono i cittadini migliori

Elettori severi? Sono i cittadini migliori

Le società che ben funzionano non accumulano soltanto capitale fisico e capitale umano (una sequenza di generazioni con un livello crescente di istruzione, formale e non) ma anche capitale sociale, cioè una rete di rapporti umani fatta da solidarietà e rispetto reciproco. Anzi, un capitale sociale più ampio potrebbe essere legittimamente considerato una precondizione per uno sviluppo economico più rapido, in quanto i cittadini si fidano (giustamente) dei loro concittadini, sono maggiormente disposti a firmare contratti e ad intraprendere attività commerciali e industriali insieme.

In un articolo recente Nannicini, Stella, Tabellini e Troiano utilizzano dati italiani per mostrare un’altra buona conseguenza di un livello elevato di capitale sociale, questa volta di tipo politico: nelle circoscrizioni elettorali caratterizzate da un livello maggiore di capitale sociale, i cittadini sono significativamente più severi nel punire elettoralmente i parlamentari che sono stati oggetto di una richiesta di autorizzazione a procedere, ovvero – dato il regime di immunità vigente fino agli inizi degli anni ’90 – per cui l’autorità giudiziaria ha chiesto alla Camera di appartenenza di poter indagare sul suo conto. I quattro autori ottengono un risultato simile per il periodo successivo all’abolizione dell’autorizzazione a procedere: i cittadini residenti in circoscrizioni con capitale sociale più alto tendono a non dare il voto di preferenza ai politici che sono più assenteisti.

Dal punto di vista teorico il meccanismo all’opera dovrebbe essere il seguente: cittadini legati da vincoli solidaristici e di fiducia sono più disposti ad agire in maniera coordinata per punire un politico che si comporta male, senza farsi “addolcire” da politiche clientelari.

Infine: come si misura il capitale sociale in una data circoscrizione? Un concetto importante ma sfuggente come il capitale sociale necessita comunque di una misurazione approssimata ma sensata, che passa attraverso la misurazione di comportamenti osservabili che sono correlati con un buon livello di fiducia e solidarietà reciproche all’interno della comunità. Nella fattispecie –come è standard nella letteratura sul tema- gli autori utilizzano dati sulle donazioni di sangue medie per ogni 100 abitanti. Altre misure di capitale sociale utilizzate nell’articolo sono il numero di organizzazioni no profit all’interno di ogni circoscrizione, e il tasso medio di partecipazione elettorale.

Per chi vuole saperne di più:

Tommaso Nannicini, Andrea Stella, Guido Tabellini e Ugo Troiano [2013]. “Social Capital and Political Accountability.” American Economic Journal: Economic Policy, 5(2): 222-50. Disponibile qui in versione working paper 

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