«Giochiamo al Lotto, ma chi vince sempre è lo Stato»

«Giochiamo al Lotto, ma chi vince sempre è lo Stato»

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Nei tanti giochi legati al Lotto è lo Stato che vince

Ho letto il 1° novembre l’articolo della vincita ad uno dei tanti giochi legati al lotto, di un milione di euro; l’articolo precisa anche che dall’inizio dell’anno sono già stati distribuiti ai giocatori ben oltre due miliardi di euro. Detto così sembra che il gioco del lotto sia la classica gallina dalle uova d’oro che potrebbe risolvere tanti problemi del nostro bilancio familiare. Peccato che l’articolista si sia dimenticato di dire che nel solo mese di gennaio 2014 lo Stato abbia inserito nel bilancio le entrate per questi “giochi” per un importo di 515 milioni di euro che proiettato su base annua fanno oltre 6 miliardi, cifra ovviamente indicata al netto delle vincite pagate (vedere il “Rapporto redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze”) . Che dire, null’altro se non ringraziare questi italiani che così generosamente si autotassano permettendo al governo di non incrementare ulteriormente le tasse imposte. 

Bruno Gindro , Stampa 4 novembre

La minoranza di sinistra Pd faccia il percorso inverso di Migliore

La vivace dialettica nel centro-sinistra col conseguente quotidiano “tormentone” sulla “scissione”, sta passando dallo scontro verbale a quello fisico. Renzi e Camusso sono una coppia oppositiva. Tra loro c’è una incompatibilità caratteriale, antropologica e soprattutto politica. La sinistra del corteo della Cgil e quella della Leopolda sono difficilmente assimilabili. La prima è legata al vecchio Pci, partito nato nel 1921 sulla base dei punti imposti da Lenin (Terza Internazionale) che presupponevano, fra l’altro, l’accettazione del metodo rivoluzionario. Un partito che ha cambiato pelle solo nell’’89, dopo il crollo mondiale del socialismo reale (o comunismo applicato storicamente). Il secondo è un leader di matrice cattolico-democratica, post ideologico, come si suol dire, che ha per riferimento la politica clintoniana, bleariana, obamiana, di una sinistra cioè estranea alla matrice leninista e rivoluzionaria. Il travaglio della minoranza di sinistra del Pd potrebbe essere, a livello pratico, facilmente risolto: basterebbe che i suoi rappresentanti facessero il percorso inverso a quello compiuto da Gennaro Migliore, che da ex capogruppo di Sel è ora passato al Pd con una decina di parlamentari.

professor Alessandro Marchi, [email protected], Repubblica, 1 novembre

La bufera sul Montepaschi è una caduta di stile dell’Europa

Ho l’impressione che la vicenda della Montepaschi rasenti la follia. La banca più antica del mondo, che nessun altro Paese può vantare, che ha superato per secoli vicende concrete di ogni genere, è esposta ad una bufera per una serie di prove virtuali. Altrove sarebbe gelosamente custodita e protetta, tenuta come fiore all’occhiello, ma a noi non interessa valorizzare ciò che di unico abbiamo. Sono da sempre europeista convinta e penso che questa sia anche una brutta caduta di stile dell’Europa.

Lettera firmata, Siena

Maltrattato in banca, pur correntista, se sei straniero non europeo

Io e il mio futuro marito (di nazionalità straniera extraeuropea) abbiamo aperto un conto cointestato presso una banca del gruppo Unicredit, di cui siamo pienamente soddisfatti. Tra le altre cose è possibile effettuare versamenti presso tutte le filiali Unicredit in Italia. Il mio futuro marito compila il relativo formulario e, munito di certificazione di attribuzione di codice fiscale e carta di identità, si reca presso lo sportello più vicino a casa per effettuare il versamento. Gli negano l’operazione perché non ha con sè la tessera sanitaria, lo liquidano chiamandolo «straniero che viene a lamentarsi». Ci rechiamo nuovamente presso la banca ed io, cittadina italiana, eseguo il versamento. Sarebbe bastato riconoscere il correntista con il documento ed il codice fiscale, come hanno fatto con me, oppure mi sbaglio? Siamo sicuri che la nazionalità straniera extraeuropea non abbia minimamente influito?

Giorgia Simonetti, [email protected]

L’Europa va ripensata. Trattando con la Russia

Il giurista americano Weiler denuncia che il declino dell’autorevolezza degli Usa rischia di rendere il mondo ingovernabile. Una ragione di più per ripensare l’Europa che non riesce a superare la frammentazione e la crisi economica, che la rendono esposta alla forza dirompente dei competitori asiatici. L’unica via non è quella di trattare con la Russia che dell’Europa fa parte? Le sue risorse e le potenzialità del suo mercato sarebbero cruciali. Varrebbe la pena di rifletterci con coraggio e fantasia, abbiamo queste qualità?

Domenico Spedale, [email protected], Corriere della Sera, 1 novembre

Bonanni da pensionato prende come il barbiere della Camera

Sembra che la pensione di Raffaele Bonanni ammonti a 9.000 euro lordi al mese, quasi quanto lo stipendio del barbiere della Camera. Siamo impazziti ? Il barbiere che si deve subire tutti gli sproloqui dei suoi clienti per giunta non paganti, paragonato a un burocrate dei sindacati? O Bonanni si decurta la pensione «sua sponte» o a breve vedremo, temo, una rivolta dei barbieri del Parlamento per un adeguamento….

Umberto Brusco, Bardolino (Vr)

Come sarebbe bello un conclave pubblico

Nel corso di 2.000 anni chissà se le elezioni dei pontefici saranno state tutte canonicamente ineccepibili. La vista debole di qualche attempato cardinale, la dispersione di una scheda, la conta al lume delle candele avranno, avvertitamente o no, inficiato il rigido protocollo elettivo. Mai però si è avuto menzione di ciò sia per ermetismo incondizionato dei votanti, sia perché i meno invadenti mezzi di informazione non erano messi nelle condizioni di carpire alcunché di anomalo. Solo con papa Francesco vengono pubblicamente supposti elementi che farebbero gridare alla invalidazione della nomina. Veritieri o no, fanno parlare la gente. I tempi cambiano, le bocche non sono più così cucite, l’«extra omnes» non sembra più così categorico, i giuramenti per nulla riferire a conclave finito non sono più così vincolanti, i mass media sono voraci oltremisura di chicche giornalistiche. A questo punto mi chiedo: perché l’elezione del Papa, invece di continuare ad avvenire «cum clave», non viene effettuata in presenza di rappresentanze scelte di osservatori esterni (fedeli compresi) che ne possano registrare le eventuali imperfezioni?

Alessandro Prandi, [email protected], Corriere della Sera, 2 novembre

La sicurezza negli stadi sia a carico delle società

Perché lo Stato impiega le proprie forze di polizia per la tutela dell’ordine pubblico negli stadi di calcio durante le partite? Non sarebbe meglio indurre le società di calcio dei campionati maggiori a promuovere in prima persona la garanzia dell’ordine pubblico assumendo vigilantes, steward, etc. (nuovi posti di lavoro). I soldi per finanziare il progetto potrebbero essere recuperati dalla riduzione degli ingaggi dei calciatori. Si lamenterebbero calciatori e procuratori? Vadano a vendere le loro prestazioni altrove. Forse inizialmente si impoverirebbe il nostro calcio, ma ne guadagnerebbe l’immagine di questo sport di fronte alla crisi che attanaglia il resto dei cittadini.

Calogero Barranco, Bellano (Lecco), Repubblica, 2 novembre

Negli Usa Landini sarebbe accusato di “istigazione a delinquere”

Uno dei miei fratelli, Aldo, vive a Tampa, in Texas. Poiché lo spazio dedicato alle notizie italiane dai media americani è praticamente zero, a volte Aldo mi telefona per avere notizie sul nostro bel Paese. La scorsa settimana mi ha chiesto se sapevo chi era un «certo sig. Landini». Gli ho chiesto come mai sapesse della esistenza di questo signore e mi ha risposto di aver letto di una sua dichiarazione («Occuperemo le fabbriche») riportata con un rilievo sul Bollettino di informazione che il Fondo Finanziario di Tampa in cui lui ha investito il suo denaro trasmette periodicamente ai suoi soci e dove si dà conto degli orientamenti del Fondo stesso sui futuri investimenti. Aldo mi dice che negli Stati Uniti, dove il rispetto della proprietà privata è una delle basi del diritto, molti giudici avrebbero già accusato di «istigazione a delinquere» una tale affermazione (quella del sig. Landini, ovviamente), perché le fabbriche, secondo la legge vigente negli Stati americani, appartengono ai relativi proprietari, sia persone fisiche che persone giuridiche, e quindi occuparle può configurare un reato penale.

Alfredo Micheletti, Milano, Corriere della Sera, 3 novembre

Caro Lupi, dì ai prefetti di far liberare le case occupate

Il ministro Lupi richiama i prefetti a usare i loro poteri per staccare le utenze. Io mi sarei aspettato un invito a liberare le case che resteranno occupate anche senza le utenze.

Pietro Volpi, [email protected]

Difendiamo l’italiano

L’italiano è la quinta lingua (forse la quarta) più studiata al mondo. Nell’Ue chissà perché le informazioni normative vengono date solo in inglese, tedesco e francese. Ciò rappresenta un danno economico per noi e un vantaggio per gli altri, specialmente per chi parla l’inglese. Nel mondo di oggi difendere la lingua nazionale non è operazione da nostalgici, ma risponde a ragioni culturali, politiche ed economiche. Con essa si moltiplicano le relazioni tra i popoli, si intensificano gli scambi commerciali. Per la sua diffusione oltre al Ministero degli esteri e al Miur si dovrebbe mobilitare, pertanto, con maggiore determinazione il Ministero dello sviluppo. Più stranieri parlano la nostra lingua, più veniamo conosciuti e apprezzati all’estero. Per essere competitivi nel mercato globale conta la qualità dei nostri prodotti, ma anche la conoscenza della nostra lingua.

Mattia Testa, Itri (Lt), Messaggero, 3 novembre

Mi sono scoperto contento di essere italiano

Oggi pomeriggio, approfittando della meravigliosa giornata, mi sono regalato una passeggiata lungo l’antica Via Latina, a Roma. Il prato è ben rasato, i monumenti, finalmente, ben protetti, non ci sono cartacce, i visitatori sono discreti. All’ingresso un cordiale signore ha risposto con gentilezza e precisione alle mie domande. E poi la pulizia dei bagni, tutti ben equipaggiati. Complimenti! Sono tornato a casa finalmente contento di essere “italiano”.

Francesco Sabatini, Roma,  Repubblica, 4 novembre

Finiamola con ‘sta lotta di classe

Per troppo tempo i sindacati hanno fatto riferimento alla lotta di classe senza ottenere troppi risultati tangibili, ma creando attriti e malumori. Per loro è arrivato il momento di passare alla creazione di una sorta di collaborazione tra gli imprenditori e i lavoratori: è questa, infatti, la base fondamentale per la ripresa economica del nostro Paese!

Luigi Sommariva, Saronno (Va), Corriere della Sera, 4 novembre

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