Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Repubblica 22 novembre
Quanti soldi buttati via con i libri di testo
A ogni riga di testo modificata da un anno all’altro, i libri scolastici debbono venire riacquistati senza poter essere venduti, il che rappresenta uno spreco. Ma c’è altro. Mio figlio si appresta a concludere la terza media, e abbiamo finora conservato i libri del triennio. Molti e costosi. A giugno andranno al macero: sono tanti e in buone condizioni. Ma il “libro di testo” corredato dall’eserciziario e dal quaderno dei compiti è stato sostituito dal libro con schede di esercizi da compilare. Quindi, la maggioranza dei libri non può essere ceduta, perché lo studente acquirente dell’usato troverebbe gli esercizi già svolti: grammatica, aritmetica, geometria ecc. Mi sembra uno spreco enorme.
Alessandra Rioda, [email protected]
Scuola: i genitori si lamentano per le note non per il prof che non c’è
Qualche mattina fa le alunne della classe di cui sono coordinatrice mi hanno manifestato le loro rimostranze per aver inviato comunicazioni alle famiglie segnalando i ritardi (da tre a quattro). Stando al racconto delle alunne, i genitori hanno rischiato un “infarto” alla vista della lettera con l’intestazione della scuola. Quello che mi ha fatto arrabbiare è che quegli stessi genitori tollerano che i propri figli non abbiano l’insegnante di Scienze naturali da almeno un mese, che non sia stato nominato un supplente, e che questo, pur violando il diritto allo studio dei loro figli, non abbia provocato alcun “infarto”.
Maria Palmieri, Salerno
Messaggero 22 novembre
730 precomplilato: semplificazione fiscale? Vero il contrario
Si sbandiera tanto che il fisco verrà semplificato e il contribuente potrà usufruire del 730 precompilato, ma nessuno dice chiaramente che il 730, precompilato fra l’altro solo in parte, non verrà spedito a casa del contribuente, ma lo stesso dovrà scaricarselo dal sito on line dell’Agenzia delle Entrate dopo le procedure di accreditamento. Ma quanti pensionati saranno in grado di usufruire di questa agevolazione? Quanti dovranno poi completare la denuncia? Prima affermazione spontanea: non era il caso di lasciare le cose come prima, in attesa di soluzioni più agevoli per il contribuente? In compenso, dove per legge si doveva inviare un precompilato (Tasi e Imu), moltissime amministrazioni comunali hanno svicolato alla grande. E allora, dov’è la semplificazione fiscale? Non è piuttosto una ulteriore complicazione e aggravio di spese per il cittadino, che per ottemperare al dovere di buon contribuente dovrà pagare professionisti specializzati?
Marco Perelli Ercolini, Roma
Corriere della Sera 22 novembre
Amianto: ha colpe anche lo Stato
Sembra che la pericolosità dell’amianto fosse nota già negli anni Sessanta. Ciò nonostante si è continuato a produrlo fino al 1986. Se le cose stanno così, il primo responsabile della strage è, secondo me, lo Stato italiano che lo ha permesso.
Raffaele Laurenzi, Milano
Cinque microfoni Rai attorno a Renzi in Australia. Troppi
In riferimento alla lettera “Privatizzazione Rai: ricorso proponibile?” (Corriere di ieri), non so se il prelievo di 150 milioni di euro richiesto alla Rai dal governo, nell’ambito della revisione della spesa pubblica, presenti o meno ipotesi di incostituzionalità. Tuttavia, mi è sembrato francamente eccessivo vedere cinque microfoni targati Rai intervistare contemporaneamente il presidente del consiglio al G 20 di Brisbane.
Giorgio Tescari, Milano
ItaliaOggi 22 novembre
Sull’articolo 18 c’è chi mente spudoratamente
Riporto il testo, approvato in Commissione alla Camera, dell’articolo 1, comma 7, lettera c) del Jobs Act, quello che riguarda l’articolo 18: “previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio, escludendo per i licenziamenti economici la possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l’impugnazione del licenziamento”. Chi continua ad affermare che si tratta di una minaccia per tutti i lavoratori (e non sto parlando solo di sindacati e politici ma anche di tante grandi testate giornalistiche che attaccano l’asino dove vuole il padrone) mente spudoratamente. La norma si applica ai neo assunti. Fatevene una ragione. E se vi piace pensare che sia deprecabile che un precario o disoccupato accetti un contratto a tempo indeterminato a tutele ridotte pur di lavorare, allora il problema non è l’articolo 18. Siete voi.
Vincenzo Auriemma
Repubblica 23 novembre
I verdi sbagliano: quella legge può tutelare l’ambiente
La perentorietà con cui il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli (“Sentenza scandalosa ma con la nuova legge andrà anche peggio”, Repubblica di venerdì) sentenzia che il Parlamento “sta per approvare una norma ammazza processi per disastro ambientale”, alludendo al testo sugli ecoreati già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato, merita una risposta. Non è possibile liquidare con tanta frettolosità una disposizione che rispetto ad oggi, dove l’unico appiglio di fronte a tragedie come quella del processo su Eternit sta nell’elaborazione giurisprudenziale del delitto di disastro innominato, amplia considerevolmente e mette finalmente nero su bianco il catalogo delle condotte riconducibili al disastro ambientale colpendole con pene severe e raddoppiando i termini di prescrizione. Il nuovo testo all’esame del Parlamento contempla non solo l’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema (la fattispecie criticata da Bonelli) ma anche un danno all’ecosistema la cui eliminazione sia particolarmente onerosa o l’offesa all’incolumità pubblica. Una norma che è stata votata in aula alla Camera da maggioranza e opposizione.
Donatella Ferranti, Alfredo Bazoli, deputati del Pd
Corriere della Sera 23 novembre
Sarebbe bene che le onlus rendessero noti i loro bilanci
Riconosco le indubbie benemerenze delle varie Onlus, ma perché (lo dico a loro vantaggio) insieme alle richieste di contributi che, soprattutto nel periodo natalizio, riceviamo, non presentano anche un foglio con il bilancio economico dell’anno precedente?
Vittorio Ragaini, Milano
Giornale 23 novembre
“Uomini e donne”, giovani, belli, palestrati, eleganti e somari
Per Maria De Filippi che ha capacità d’espressione sopra la norma, deve essere una tortura condurre la trasmissione di successo Uomini e donne. Infatti nei ragazzi di ambo i sessi che partecipano, stride il contrasto tra la cura maniacale dell’aspetto, bello, palestrato, con vestiti eleganti e la limitazione d’espressione. Ascoltando i giovani partecipanti, viene da domandarsi quanto e se abbiano frequentato un’aula scolastica e non sono di aiuto i piercing alle loro lingue che compromettono negativamente anche la fonetica. Chissà se il maestro Alberto Manzi direbbe che “non è mai troppo tardi” anche per questi ragazzi?
Piera Murgia, Milano
Corriere della Sera 24 novembre
Ue: impossibile combattere l’evasione se uno Stato la favorisce
Com’è possibile che l’Ue combatta l’evasione fiscale quando ne fa parte uno Stato dove vengono fatti favoritismi fiscali a società straniere, e le banche hanno un rigido segreto bancario?
Roberto Nuara , [email protected]
Giornale 24 novembre
Con le alluvioni i fiumi si riprendono ciò che è loro
Caro Granzotto, dopo aver letto il suo “Angolo” non posso esimermi (faccio l’ambientalista, ma un po’ tanto controcorrente!) dal farle sapere che con il suo commento ha espresso in pieno quello che è il mio pensiero sulle recenti (ma anche precedenti) alluvioni che hanno colpito l’Italia. Sì, è proprio come scrive lei, ma pochi riescono a capirlo e pretendono sempre che l’uomo (il governo) si faccia più forte della natura. La vera prevenzione non è “mettere in sicurezza il territorio”, che è una bischerata per far spendere un po’ di soldi pubblici per poi ritrovarci comunque a riparare i danni della prossima alluvione. Ogni tanto i fiumi si riprendono semplicemente ciò che gli è stato sottratto e conviene ogni volta pagare i danni o prevenire spostando altrove certe abitazioni o strutture: costerebbe di meno. Ricordo che negli Usa, quando, qualche anno fa, il Mississippi fece quello che fece, il governo americano non “mise in sicurezza il territorio”; si limitò a stabilire che i terreni alluvionati dovevano restare a disposizione del fiume (ovvero li acquisì dai privati per così lasciarli, pronti a ricevere la prossima alluvione).
Franco Zunino, segretario generale Associazione italiana per le Wilderness
Repubblica 25 novembre
Perché il servizio civile non premia chi studia
Ho notato che, rispetto agli anni scorsi, i nuovi progetti del Servizio civile sono stati uniti al progetto di garanzia giovani, riservando i posti così solo a coloro che non sono inseriti in un corso di formazione e/o istruzione. Sono uno studente universitario e il servizio civile avrebbe rappresentato per me un’ottima esperienza formativa oltre che di indipendenza economica. Trovo che sia una cosa assurda, una discesa verso il basso che non premia lo sforzo di migliaia di studenti che come me cercano di conciliare studio e lavoro cercando di non pesare sulle proprie famiglie.
Salvatore Coppola, [email protected]
Quando una sentenza è giusta ma non equa
Ogni fatto giudiziario che riguarda un politico inevitabilmente porta le persone a dividersi e schierarsi in favorevoli o contrari in funzione del loro credo politico. Nessuno si preoccupa di entrare nel merito. L’ultimo esempio riguarda la condanna in primo grado di Storace per vilipendio al presidente della Repubblica. Nel merito la sentenza è giusta, perché espressamente prevista dal codice, ma non è equa, nel senso che non esiste un uguale trattamento per tutti coloro che spesso, fuori e dentro il Parlamento, offendono il Presidente della Repubblica ed altre istituzioni repubblicane. Vi è pertanto una doppia modalità di applicare la legge, tanto più grave se si pensa che nel nostro Paese esiste la obbligatorietà dell’azione penale.
Delio Lomaglio, Napoli
Sull’aborto il papa ha fatto il papa
Il Papa con la sua dichiarazione ha fatto il Papa. Mi sarei aspettata maggior rispetto nei confronti delle leggi di uno Stato che non è il suo; nonostante io sia profondamente laica, ho ammirazione per un Papa che tenta di riportare la Chiesa entro limiti accettabili anche da non credenti. Questa “scivolata” mi fa pensare ad un tentativo di tener buona la parte conservatrice delle gerarchie, in cambio di un silenzio-assenso agli altri cambiamenti forti, che sta tentando di effettuare all’interno del Palazzo. Personalmente sono contraria all’uso dell’aborto come contraccettivo, ma ritengo che ogni donna debba poter decidere per se stessa; e, se c’è una legge che prevede un servizio, va rispettata. I medici non sono obbligati a scegliere ginecologia; se lo fanno sanno di dover assistere le donne in tutte le loro esigenze. È inammissibile che, per garantire il servizio, si assumano a contratto delle «eroine», per un lavoro ingrato che altri 18 rifiutano di fare (intervista ad un primario, apparsa su Repubblica). Se il “capo” ha detto no, aiuti ed assistenti non obiettori saranno messi da parte, con poche o nulle possibilità di carriera. Se il Papa fa il Papa, anche i medici devono fare il loro dovere nelle strutture pubbliche.
Paola Masutti, [email protected]
Corriere della Sera 25 novembre
Strage in Kenya: quando si potrà credere a un dialogo con l’Islam
In Kenya terroristi islamici hanno trucidato i passeggeri non musulmani di un bus. Se vedremo forze di polizia islamiche catturare quegli assassini per condurli in tribunale ed essere giudicati secondo le leggi coraniche, e un imam che li condanni per blasfemia, potremo credere a un dialogo con l’Islam.
Roberto Bellia, [email protected]
Occupazioni: il prefetto di Milano come un prete di frontiera
Il prefetto di Milano ha risposto che l’abusivismo non è un problema di sicurezza, ma soprattutto una questione di disagio sociale e che, prima di parlare di legalità, bisogna parlare di solidarietà e socialità. Se i prefetti fanno i preti di frontiera, lo Stato è perduto. Pare che in Italia il rispetto della legge riguardi solo la mafia. Lo Stato di diritto si è ridotto a Stato sociologico.
Pietro Di Muccio de Quattro
Stampa 25 novembre
Gli invalidi parziali dimenticati da tutti
Quando è stata fatta la riforma Fornero nella fretta ci si è dimenticati degli invalidi parziali, precisamente quelli con invalidità dal 46% al 74%. Come si può pretendere che un invalido possa lavorare come le persone normali sino a quasi settant’anni e gli si richiedono quasi 44 anni di contributi? Perché nessuno pensa a tutelare quegli ultracinquantenni che durante il governo Monti sono stati espulsi dal lavoro e hanno oltre 35 anni di contributi senza più nessuna speranza di trovare un lavoro? Si parla tanto dei giovani, di esodati, di donne, ma nessuno pensa a cosa avete lasciato sul tappeto. Da oltre due anni sto inviando mail a tutti per sensibilizzare su questo problema e trovo inconcepibile che nessuno abbia sentito il bisogno di intervenire.
Antonio Montoro