Grandi manovre in Banca Popolare di Milano, in vista della prossima assemblea di aprile 2015. Secondo alcune indiscrezioni lunedì 24 novembre si è costituito il Comitato banche Popolari Indipendenti, per la salvaguardia delle banche popolari, con un occhio di riguardo proprio alla situazione dell’istituto di piazza Meda. È un’iniziativa che promette di fare rumore, perché concorrente con quella promossa invece dalle persone più vicine a Piero Giarda – presidente del Consiglio di sorveglianza della Bpm: pare che in questo caso abbiano costituito invece una vera e propria associazione. Le connotazioni del Comitato, invece, sembrano essere più di interesse generale che di interesse «particolare» e segnerebbero, a quanto pare, «una discontinuità evidente con le associazioni rappresentative di interessi dei soci dipendenti in Bpm pur non escludendone la rappresentatività».
Del Comitato farebbero parte ex amministratori che si contrapposero lo scorso anno al disegno di trasformazione della cooperativa in Spa dell’ex presidente Andrea Bonomi e nuove personalità del mondo accademico e del professionismo milanese e lombardo che intendono impegnarsi «per un disegno di salvaguardia delle banche più prossime al territorio, come lo sono sempre state le popolari, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa, in particolare in Francia e Germania». Tra i nomi filtrati appare sicura la presidenza del Prof. Ruggiero Cafari Panico, ordinario della Statale di Milano, e la presenza del Prof. Maurizio Cavallari di area cattolica, del commercialista Enrico Castoldi, del consigliere dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Gianni Stornello, oltre a una docente della Bocconi ed altri professionisti di cui ancora non si conoscono i profili.
Il Comitato, appena compiuti gli opportuni passaggi formali di informazione alle competenti autorità di vigilanza, «darà inizio a un’attività di sensibilizzazione e di aggregazione del consenso su progetti di promozione dell’idea di banche popolari indipendenti, che vede al centro la necessità di banche più vicino possibile alle famiglie, alle imprese, ai giovani, ai pensionati e anche agli investitori finanziari nazionali e internazionali, che però abbiano a cuore l’indipendenza e la sopravvivenza del modello cooperativo». È un’iniziativa destinata ad aprire un dibattito serrato in vista dei futuri progetti industriali delle banche popolari cooperative e dei prossimi appuntamenti assembleari. Uno dei primi impegni sembra infatti proprio essere il confronto sul tema della riforma della governance delle popolari, tornato di recente al centro dell’attenzione dei vari stakeholders.