Pizza ConnectionL’Europa ricicla, l’Italia è una discarica

L'Europa ricicla, l'Italia è una discarica

La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti meno funzionano e più si pagano. Oltre che un grave problema ambientale e di salute pubblica la gestione della cosiddetta “monnezza” e lo smaltimento in discarica rappresenta per le casse dei cittadini una spesa che negli utlimi anni è stata sempre più salata. Non è un mistero che negli ultimi 6 anni tra Tares, Tarsu e Tia, i costi – come ha riportato un dossier di CittadinanzAttiva – sono pressoché raddoppiati a Salerno (+98%) e Reggio Calabria (+96%). Aumenti record anche a Napoli (+87%), Bari (+63,5%), Trapani (+55%), Roma (+53%), Avellino (+51%). Prima del salasso Tares sono arrivate Tarsu e Tia (andate in pensione nel 2012), hanno visto un incremento del 2,8% su base nazionale rispetto allo stesso 2012. Il record a Bari (nel 2012 la Tarsu è aumentata del 30% rispetto al 2011), seguita da Messina (Tarsu: +22%) e Firenze (Tia: + 21%).

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I rifiuti smaltirli in discarica costa, e l’Italia si trova ancora a inseguire i più virtuosi Paesi europei i quali anche a fronte di una maggiore produzione di rifiuti hanno conferimenti in discarica bassissimi. Si guardi a un Paese in linea con l’Italia a livello di raccolta di rifiuti per abitante: i tedeschi raccolgono 597 kg di rifiuti urbani procapite, mentre l’Italia 535, eppure la Germania smaltisce in discarica solo 3 di quei 597 kg in discarica, mentre l’Italia 248 sui 535 raccolti.

In Europa, come risulta dai dati Eurostat, i più virtuosi sono Svezia, Belgio, Austria, Paesi Bassi, Germania, Lussembrurgo e Danimarca. L’Italia non si discosta molto da quello che è la media dell’Unione Europea sia per quanto riguarda i rifiuti raccolti sia quelli smaltiti in discarica. Insomma, da quelle parti la discarica è l’ultima soluzione cercata per lo smaltimento dei rifiuti. Mentre in Italia l’Ispra calcola che il 37% dei rifiuti urbani finisce sotto terra nelle 180 discariche attive in Italia nelle periferie cittadine, senza possibilità di compostarli né riciclarli.

A doppia velocità viaggia anche il confronto interno tra le regioni dello stivale: differenze non di poco conto si notano tra le regioni del nord e quelle del centro sud, con le regioni del centro che guidano la graduatoria anche a causa dei grandi interesse che girano attorno alle discariche romane e del basso Lazio. Centro e Sud sono infatti ben al di sopra dei conferimenti in discarica rispetto alla media italiana, che vede invece un nord-est addirittura più virtuoso rispetto alla media UE ed in linea con i numeri del Lussemburgo, tra i più attenti alle modalità alternative alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti.

Nel contesto europeo Circa il 36% dei rifiuti urbani gestiti nei 27 Stati membri è smaltito in discarica, circa il 23% è avviato ad incenerimento, mentre circa il 26% e circa il 15% sono avviati, rispettivamente, a riciclaggio e compostaggio. La nota dolente per il Belpaese riguarda la raccolta differenziata: stando all’ultimo report di Ispra in Italia la raccolta differenziata si attesta a quota 12,5 milioni di tonnellate: meno del quaranta per cento del totale dei rifiuti urbani prodotti. Grande differenze tra Nord, Centro e Sud: si passa da 7,4 a 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti raccolti in maniera differenziata se si contrappongono i dati del Trentino Alto Adige a quelli di Calabria e Sicilia.

Secondo gli ultimi dati dell’Ispra, la regione che ha smaltito in discarica le minori quantità dei rifiuti urbani prodotti è il Friuli Venezia Giulia (7%), seguita dalla Lombardia (8%) e dal Veneto (11%), mentre ancora sopra l’80% si trovano molte regioni del Sud, e in particolare il Molise (105%), la Calabria (81%) e la Sicilia (83%). Il dato relativo al Molise è dovuto allo smaltimento nelle discariche regionali di quasi 60mila tonnellate di rifiuti provenienti dall’Abruzzo. Non considerando queste quantità, la percentuale di smaltimento scenderebbe al 58% del totale dei rifiuti prodotti. Al Centro, ad eccezione della Toscana (42%), le altre Regioni presentano percentuali di smaltimento in discarica superiori al 50% dei rifiuti prodotti. A livello nazionale, più della metà dei rifiuti (53%) vengono smaltiti senza essere sottoposti ad alcuna forma di pretrattamento. In sei regioni – Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Marche, Campania e Piemonte – la percentuale dei rifiuti non pretrattati supera il 70%; in altre sei (Lazio, Basilicata, Veneto, Sicilia, Calabria, e Toscana) la percentuale raggiunge il 50%; in Emilia Romagna si scende al 49%; le rimanenti regioni sono sotto il 25 per cento. Il Molise (2%), l’Abruzzo (3%) e la Lombardia (3%) presentano le percentuali più basse di rifiuti non pretrattati.

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