Al 42 di rue de la Santé, nel XIV arrondissement di Parigi, poco dopo aver superato l’antico ospedale psichiatrico Saint’Anne e incrociato il boulevard Saint-Jacques che risale fino alla Place Denfert-Rochereau, sorge un mastodontico edificio dalla forma trapezoidale e dalle altissime e possenti mura, sormontato da torrette di avvistamento, filo spinato e alti lampioni che proiettano una luce giallognola. Nelle notti d’inverno, quando la nebbia avvolge quello che da lontano sembra essere un maniero abbandonato ed i rami spogli declinano verso le mura, il luogo assume un’aria spettrale. È la Prison della Santé, l’ultima prigione intra muros di Parigi, la più famosa, che a Luglio scorso ha chiuso per sempre i battenti perché troppo vetusta. Tra le sue mura furono rinchiusi anarchici, comunisti, capi storici del Front de Libération National (FLN) algerino, un ex presidente della repubblica d’Algeria, partigiani che lottarono contro il regime di Vichy durante l’invasione tedesca, golpisti francesi, collaborazionisti, politici di primo piano, poeti e scrittori. Al centro del suo cortile fino al 1972 sorgeva l’ultima ghigliottina di Francia.
Dal Terrore allo splendore
Costruita tra il 1861 ed il 1867 dall’architetto Joseph Auguste Émile Vaudremer, l’antica prigione della Santé sorge su quello che anticamente era noto come il Marché aux Charbons (Mercato dei Carboni) per rimpiazzare la Prigione delle Madelonettes, un ex convento già utilizzato fino al 1790 per redimere le prostitute e trasformato in prigione per detenuti politici nel 1793, durante la Rivoluzione. Dal 1795 in poi nella Prigione delle Madelonettes furono richiuse donne accusate di diversi delitti e tale fu la sua destinazione fino al 1830 quando divenne prima una prigione per bambini e poi anche per adulti e fino a quando non fu definitivamente abbattuta tra il 1865 ed il 1867 per far posto alla nuova rue de Turbigo. I seicento detenuti che vi erano imprigionati furono dunque trasferiti in una nuova prigione, la Prigione de la Santé, che fu eretta sul luogo dove in passato sorgeva una ‘Maison de la Santé’ costruita per ordine di Anna d’Austria e trasferita nel 1651 a quello che è l’attuale ospedale psichiatrico Saint’Anne, nel XIII arrondissement di Parigi.
Esterno della Prison de la Santé (Claudius DORENROF / Flickr Creative Commons)
L’idea di Vaudremer era quella di creare due prigioni in una. La parte inferiore della prigione, che dà sulla rue de la Santé, venne ribattezzata “quartiere basso” e includeva, oltre gli edifici amministrativi, il famoso “cortile d’onore” dove venne montata la terribile ed efficiente macchina per decapitare inventata dal medico Joseph Ignace Guillotin e che sarà posizionata in bella posa in un angolo del cortile della prigione fino alle ultime due esecuzioni avvenute nel 1972, quelle di Claude Buffet et Roger Bontems, ultimi ghigliottinati di Francia. La parte alta era composta da edifici, corridoi e celle che si moltiplicavano come in un labirinto di Borges. Per la prima volta nella storia carceraria si vedevano cellule luminose, vasti atelier, un sistema fognario all’avanguardia tanto che deputati e politici, all’inaugurazione, definiranno la Prigione della Santé “la prigione più bella del mondo”. In realtà la particolarità della prigione era il fatto che i detenuti (fino al 2000) vengono ripartiti per origine geografica ed etnica, disseminati cioè in quattro blocchi: Europa Occidentale, Africa nera, Maghreb e Resto del Mondo. Insomma un microcosmo con una propria geografia carceraria e propri confini etnico-geografici interni. Nella prigione sorgeva anche il quartiere Vip, destinato ad accogliere detenuti eccellenti.
Il poeta Apollinaire trafficante d’arte ed il furto della Gioconda
Nel 1911 il quotidiano Le Gil Blas parla di un arresto eccezionale, un giovane e promettente scrittore dal nome altisonante: Guillaume Apollinaire. Le autorità setacciavano infatti tutte le piste possibili per ritrovare la perduta Gioconda di Leonardo, rubata nell’Agosto di quell’anno. In realtà l’accusa era infondata in quanto il colpevole del furto era l’italiano Vincenzo Peruggia, già fuggito in Italia con la preziosa refurtiva. Guillaume Apollinaire fu denunciato per le sue amicizie con un certo Gery Pieret, avventuriere belga, disertore dalla personalità eclettica, ladro di statuette, gingilli e ninnoli preziosi che poi apparivano misteriosamente nelle case di nobili e scrittori. Ed infatti nella casa di Apollinaire apparve fugacemente una statuetta rubata nel 1911 e poi prontamente rivenduta. Il poeta venne accusato di traffico di opere d’arte, condannato e trasferito alla Prigione della Santé per una settimana intera, periodo durante il quale scriverà sei poemi riuniti in una raccolta dal titolo emblematico: “Alla Santé”.
Quanto mi annoio tra queste mura tutte nude
E dipinte con colori pallidi
Una mosca sul foglio dai passi minuti
Percorre le mie righe ineguali (…)
Ascolto i rumori della città
Prigioniero senza orizzonte
Non vedo altro che un cielo ostile
E le mura nude della mia prigione
Comunisti, anarchici, golpisti e terroristi
Il 23 Agosto del 1939 venne firmato il patto di non aggressione Molotov-Von Ribbentropp ed il Partito Comunista francese viene dissolto. Nella notte tra il 7 e l’8 Ottobre 1939 vengono arrestati diversi responsabili del partito, membri e simpatizzanti. Alla fine del 1940 almeno 3.400 comunisti vengono imprigionati nella Prison de la Santé. Nel 1944, alla liberazione, scoppia un ammutinamento tra i prigionieri che presero il controllo della prigione mettendosi, secondo le cronache locali, a ballare con lenzuola e cuscini al centro del cortile. Un evento che passò alla storia come il “Ballo della Santé”; un ballo, certo, macabro perché all’alba furono fucilati tutti i capi dell’ammutinamento (34 persone). Tra il 1937 ed il 1943 il poeta, scrittore e drammaturgo Jean Genet viene arrestato e condannato più volte per furto di libri, vagabondaggio e per aver viaggiato senza biglietto.
(Rémi Bridot / Flickr Creative Commons)
Nel 1943 viene rinchiuso nella Prigione della Santé. Dalla prigione scrive poemi come “Il Condannato a morte”, romanzi come “Notre-Dame-des-Fleurs” o “Il Miracolo della Rosa” e lettere ad André Gide e Jean Cocteau. Verrà liberato solo grazie ai buoni uffici di Jean Cocteau. Negli anni ’60 tra le mura della Santé finirono diversi golpisti tra cui il luogotenente Jean-Marie Bastien-Tiry, autore dell’attentato contro il presidente De Gaulle nel 1962 e Mauriche Challe che si mise a capo di un pugno di generali per tentare un colpo di Stato contro il generale de Gaulle. Negli anni ’90 furono incarcerati irredentisti còrsi come Yvan Colonna (per l’assassinio del prefetto Claude Erignac), Ahmed Ben Bella, ex presidente della repubblica d’Algeria e tra i fondatori storici del Front de Libératon National algerino, il collaborazionista Maurice Papon (condannato per crimini contro l’umanità durante il suo mandato come prefetto sotto l’occupazione tedesca), il terrorista marxista-leninista venezuelano Carlos (noto come Comandante Carlos o Carlos Lo Sciacallo) ed anche il figlio del presidente francese François Mitterand, Jean-Cristophe.
Evasioni celebri e fittizie: da Jacques Mesrine a Arsenio Lupin
Sin dalla sua inaugurazione la Prigione della Santé è diventata anche teatro di evasioni eccellenti (solo tre in realtà in 147 anni di storia) tra le quali, la più spettacolare resta quella di Jacques Mesrine, maestro nell’arte del travestimento e della fuga, condannato nel 1977 a vent’anni di prigione, la cui storia è stata immortalata anche in un film con Vincent Cassel. L’8 Maggio del 1978 il “nemico pubblico numero uno della Francia”, Jacques Mesrine, parla con il suo avvocato. Chiede al secondino di andare a recuperare una cartella nella cella del suo amico François Besse. Nel momento della consegna del documento Besse lancia un lacrimogeno contro il secondino. Intanto Mesrine sale sul tavolo e recupera dal soffitto armi ed una corda. Il guardiano viene rinchiuso nella cella ed i due detenuti, ai quali si aggiunge poi un terzo, un certo Carman Rives, evadono dalla prigione scavalcando le mura della Prigione della Santé grazie a delle scale lasciate nel cortile da alcuni operai. Mentre scavalcano l’alto muro di cinta però scoppia uno scontro a fuoco con i gendarmi. Carman Rives viene colpito e muore. Mesrine e Besse riescono a scavalvare il muro, sequestrano un’auto all’uscita, una Renault 20, e fuggono via facendo perdere le tracce. Mesrine sarà abbattuto più tardi, nel 1979, alla Porte de Clignancourt.
Non solo personaggi reali ma anche fittizi popolarono le mura di questa leggendaria prigione. Nella Prigione della Santé fu rinchiuso infatti anche il ladro-gentiluomo Arsenio Lupin, personaggio fittizio nato dalla penna di Maurice Leblanc, del quale si dice: “Per Arsenio Lupin, esistono forse delle porte, delle mura? A che servono gli ostacoli meglio congegnati, le precauzioni più abili se Arsenio Lupin decide di raggiungere il suo obbiettivo?” Anche Arsenio Lupin, come si temeva, riuscì ad evadere dalla prigione.
Ed oggi? Grazie ad un accordo firmato il 13 Novembre scorso da un consorzio statale e da altri attori pubblici, la Prigione della Santé, chiusa ufficialmente il 21 luglio del 2014, sarà in parte abbattuta ed in parte restaurata. I lavori inizieranno nel 2015 e si concluderanno nel 2019. Ma nonostante la chiusura, l’abbattimento parziale ed il restauro, le ombre di ladri, politici, terroristi e poeti che nei secoli hanno popolato le mura di questa tetra fortezza aleggeranno ancora a lungo a rue de la Santé.