È noto come la prevenzione sia uno strumento potente per ridurre l’incidenza delle malattie, nonché la mortalità ad esse collegate. In particolare, l’accertamento precoce dei tumori può aumentare considerevolmente la speranza di vita dei malati. Oltre a ridurre le sofferenze, la prevenzione e l’accertamento precoce aiutano a contenere la spesa sanitaria. Gli interventi che si possono svolgere nelle fasi iniziali dell’insorgenza della malattia sono spesso meno costosi di quelli che si rendono necessari quando la malattia è già in stato avanzato. E se i benefici della prevenzione sono noti, meno chiaro è come convincere le persone a praticarla.
Un ricercatore italiano, Vincenzo Carrieri, ed un suo collega tedesco, Ansgar Wuebker, hanno studiato gli effetti delle lettere mandate dalle autorità regionali europee alle donne nella fascia di età 50-64 con l’invito a fare la mammografia in un articolo non ancora pubblicato[1]. L’obiettivo della lettera recapitata a casa è quello di aumentare il numero di donne che effettua regolarmente il controllo e di diagnosticare per tempo l’insorgenza del tumore al seno. Il programma di screening organizzato, studiato dai due ricercatori, è stato adottato in alcune regioni europee fin dai primi anni 80. Al 2006 — anno per cui le informazioni dello studio sono state organicamente raccolte — era adottato nel 58 per cento delle regioni europee e implica che la mammografia può essere fatta gratuitamente per le donne nella fascia di età decisa dalle autorità sanitarie. Considerando le donne effettivamente contattate dalle autorità, nel 2006 circa il 45 per cento delle donne europee risiedeva in regioni in cui la percentuale di mammografie effettuate raggiungeva, o superava, il 75 per cento della popolazione interessata.
Lo studio è molto interessante, perché -per la prima volta- quantifica nel 24% l’incremento degli esami diagnostici effettuati in seguito all’invito mandato a casa alle donne interessate. Detto altrimenti, le tecniche statalistiche adottate dai due studiosi consentono di affermare che, se si confrontano due gruppi di donne con le stesse caratteristiche, e solo ad uno dei due gruppi si invia la lettera, la percentuale di persone che effettuerà l’esame diagnostico tra quelle “avvisate” è superiore del 24 per cento rispetto a quelle “non avvisate”. Lo stesso studio dimostra qual è il grado di copertura sotto il quale il programma è inefficace: se vengono effettivamente contattate meno del 50 per cento delle donne interessate, l’incremento negli esami effettuati è troppo contenuto per avere effetti salienti sulla salute della popolazione femminile nella fascia di età a rischio. Se invece viene contattato più del 75 per cento delle donne interessate, l’incremento di soggetti che effettua l’esame è molto piccolo, per cui i benefici sono trascurabili. Ne segue che, se il numero di donne raggiunte è compreso tra il 50 ed il 75 per cento di quelle interessate, il passaparola tra persone, contattate e no, funziona in maniera tale da rendere massimo il beneficio di ogni singola lettera.
Il lavoro mostra anche che il programma è particolarmente efficace per le donne che hanno un livello di istruzione basso. Tra esse, infatti, il numero di coloro che si sottopone all’esame a seguito della lettera, aumenta in misura molto maggiore sul totale nazionale. In altre parole, la lettera non modifica sostanzialmente i comportamenti delle donne più istruite, che probabilmente dispongono già delle informazioni necessarie a convincersi dell’opportunità di fare l’esame, mentre fornisce alle persone con livelli di istruzione più bassi, le informazioni utili a fare scelte importanti per la loro salute. Secondo gli studiosi, la stessa lettera si rivela essere non adatta per coloro che hanno difficoltà a processare le informazioni contenute. Se ne può dedurre che le lettere dovrebbero essere mandate con priorità alle donne meno istruite e per quelle che lo sono molto poco andrebbe pensata una diversa modalità di comunicazione.
Infine, lo studio fa luce su un fatto che avremmo preferito non conoscere. Nel nostro paese ci sono regioni, come la Puglia, nelle quali nel 2006 il programma non esisteva proprio mentre, laddove esiste il programma, la percentuale di donne realmente raggiunte dalla lettera varia molto. In alcune regione del Nord le donne raggiunte sono tra il 75 ed il 100 per cento di quelle interessate, mentre nel Sud ne viene raggiunta una percentuale inferiore al 50 per cento. In Sardegna, Sicilia e Calabria arriva meno del 25 per cento delle lettere che dovrebbero arrivare.
[1]http://www.york.ac.uk/media/economics/documents/hedg/workingpapers/14_11.pdf